A Cosenza i cristiani LGBT+ veglieranno insieme all’Arcidiocesi contro l’omo/bi/transfobia
Articolo di Maria Francesca Astorino pubblicato su giornale Il quotidiano del Sud del 5 giugno 2023, pag.5
A Cosenza, il prossimo mercoledi 7 giugno alle ore 20, da Piazza Loreto partirà la prima veglia LGBT in Calabria per superare e ricordare le vittime dell’omobitransfobia, ma soprattutto per sostenere il ruolo positivo delle religioni e delle comunità per la determinazione di una società veramente inclusiva.
Il 17 maggio del 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha depennato l’omosessualità dalla lista dei disturbi mentali. A partire da quella data, ogni anno, in tutto il mondo si celebrano le veglie di preghiera per commemorare le vittime dell’omo e della transfobia. In questo anno il tema che guida la veglia riprende il versetto di Matteo 10,40: “Chi accoglie Voi, accoglie me”.
Sempre il 17 maggio 2022, in Calabria, un giovane sedicenne viene brutalmente insultato e pestato per strada dallo zio ed altri tre uomini dopo aver fatto coming out: uno dei pochi casi che ha avuto eco per la gravità inaudita del gesto compiuto. Fino ad ora in Calabria, l’occasione del dialogo e del confronto su queste tematiche è mancata. Ancora di più è venuta meno la possibilità di partecipare ad una preghiera ecumenica che accolga cittadini laici, credenti e chiunque senta il bisogno di prendere parte per rivendicare, insieme, diritti e rispetto della persona.
Questi i motivi che hanno spinto il gruppo Cristiani LGBT+ Calabria ad accogliere e portare nella regione la veglia. Il loro percorso di cristiani LGBT+ nasce dal desiderio di contribuire al riscatto e all’emancipazione della terra calabrese, spesso sede di pregiudizi e ingiustizie che si compiono nei confronti del “diverso”. Per saperne di più, abbiamo intervistato l’équipe del gruppo Cristiani LGBT+ Calabria – organo di coordinamento e organizzazione che si compone di Nicola Iervasi, Ernesto Sposato, Laura Calderaro e la guida spirituale don Fabio Coppola.
Quale la necessità di indire una veglia per le comunità LGBT+?
«La comunità LGBT+ ancora oggi subisce tante discriminazioni e atti violenti, volontari o meno. Ciò succede tanto nella vita privata, come nei casi di violenza domestica fisica o psicologica, quanto in contesti pubblici come per le discriminazioni in ambito lavorativo o abitativo. Nei contesti più lievi – anche più diffusi – si tratta di semplice ignoranza.
Non si sa quanto male possano fare certe parole o azioni. Nei casi peggiori, si arriva ad aggressioni, omicidi e suicidi come quelli registrati dall’osservatorio di omofobia.org. Intorno a noi, in altri stati, l’omosessualità o la transessualità sono ancora criminalizzate (vale la pena di morte). Recentemente, il Parlamento Europeo si è espresso per la depenalizzazione dell’omosessualità nel mondo, posizione ripresa da Papa Francesco. Il problema però è a pochi passi da noi. Finalmente quest’anno anche la Calabria pregherà per l’accoglienza”».
“Chi accoglie voi, accoglie me” , quanto è ancora difficile comprendere il termine accoglienza, in relazione ai migranti, alle comunità LGBT ed altri casi che magari sono ancora silenti. Questo scoglio di “accettazione e accoglienza” riguarda le comunità religiose ma anche l’intera società?
Il versetto tratto dall’evangelista Matteo consente di riflettere sulla necessità di accogliere, senza se e senza ma. Nella società di oggi, in particolar modo quella calabrese, impossibile non volger pensiero ai migranti che per necessita devono affrontare soprusi e viaggi orribili mietitori di vittime come nel caso del recente naufragio a Cutro.
I calabresi, in quanto comunità e società, sono chiamati a superare le attuali difficoltà ad accogliere amorevolmente, trasformandosi nelle braccia del Padre misericordioso. Il primo passo è l’ascolto di chi chiede aiuto, senza prestare orecchio alle barriere comunicative introdotte da pregiudizi e preconcetti».
Quale è stato il percorso e come è stata accolta la richiesta della prima veglia LGBT+ in Calabria?
“La Calabria è una mamma un po’ “all’antica” ma molto amorevole. I casi di omo/bi/transfobia sono di nostra attenzione. Ci siamo quindi rivolti all’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano presentando il nostro gruppo e la nostra idea: è stata ben accolta. Abbiamo partecipato ad un incontro organizzato dall’ufficio famiglia dell’Arcidiocesi in cui abbiamo condiviso i nostri vissuti e ascoltato le storie altrui. Alla veglia abbiamo invitato tante realtà calabresi, religiose e rappresentanti la comunità LGBT+ che negli scorsi anni si sono mostrate interessate a conoscere meglio la nostra realtà, si sono tutte mostrate entusiaste della nostra iniziativa».
Cosa vi aspettate che accada con la veglia?
«Auspichiamo una partecipazione ampia di tutta la comunità calabrese. L’occasione vuole che ciascuno esca arricchito di spunti di riflessione, crescita, confronto per futuri dialoghi costruttivi. Volgendo lo sguardo al prossimo anno ci auguriamo di replicare l’iniziativa della veglia in altre parti della Calabria, in collaborazione con le relative diocesi».
RICORDARE LE VITTIME E SOSTENERE L’ACCOGLIENZA. MOBILITAZIONI IN TUTTA ITALIA ED EUROPA
In tutto il mondo le comunità cristiane e i I cristiani LGBT+ ogni 17 maggio, a partire del 2007, si mobilitano in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia (IDAHOT), per ricordare le vittime della violenza dell’omo/bi/transfobia e diffondere la cultura dell’accoglienza e del sostegno verso ogni persona colpita da discriminazione. Ogni anno viene scelto un tema che riporta un versetto di trattazione biblica e che diventa il “motto” delle veglie di preghiera ecumenica.
Il lungo viaggio delle veglie, che coinvolge tanti territori dell’Italia e dell’Europa – Malta, Francia, Olanda, Spagna -, è accumunato dalle occasioni di dialogo e di testimonianza che si avvicendano nel corso degli eventi organizzati dalle comunità LGBT+. L’attenzione, in queste circostanze, ricade maggiormente sul gruppo di credenti omosessuali che ad oggi con difficoltà riescono a fare professare la fede. Si tratta di un gruppo ancora più nascosto rispetto alle altre associazioni presenti sul territorio, secondo quanto riportato dal progetto Omofobia.org “Cronache di Ordinaria Omofobia” che tramite la pagina web racconta in modo preciso e aggiornato i numeri di come cresce l’omofobia in Italia.
Dal report dell’anno 2022/23 si evidenziano 1.568 vittime registrate dall’inizio del progetto nel 2013, di cui 153 registrate nell’ultimo anno. Il progetto si regge su una rete di segnalatori e raccoglitori di informazioni per sistematizzare le conoscenze su casi e vittime di discriminazione omofoba e pubblicarli regolarmente insieme ad analisi e riflessioni. Varie realtà associative, centri di ricerca e singoli intellettuali hanno attinto a Cronache di Ordinaria Omofobia o lo hanno adottato quale fonte primaria di ricerca.
Dal 2020, il grande dibattito nato intorno al DDL Zan ed il crescente negazionismo, hanno spinto un gruppo di volontari Cattolici LGBT a creare un sito apposito (omofobia.org) per presentare meglio i dati e le analisi in una forma più accattivante e fruibile come la si consulta oggi. (m.f.a.)