A Cosenza rompe quattro costole al nipote perché gay
Riflessioni di Massimo Battaglio
Ieri, il Presidente dell’Arci di Cosenza, Silvio Cilento, ha dato notizia di quanto è successo a un ragazzo di sedici anni in un paesino della provincia. Ecco una parte del testo del suo post su facebook:
“Ha 16 anni. Il 17 maggio ha deciso di legare una bandana rainbow sul suo zaino e uscire con le sue amiche. Durante il tragitto viene fermato dallo zio paterno (avvisato dal papà). Lo zio parcheggia la macchina, si avvicina e gli dice: “Non vogliamo ricchioni nella nostra famiglia” e gli sferra un primo schiaffo, che diventa poi un pugno e subito dopo un calcio, una serie di calci. Non contento lo zio chiama altri tre uomini (maschi) per aiutarlo. Risultato: 4 costole rotte, setto nasale deviato, lesioni di vario genere. Lo zio lo carica in macchina, lo porta a casa e: “Ora muori in casa”.
Fisicamente il ragazzo sta meglio, si riprenderà. Moralmente e psicologicamente non oso immaginare come stia, forse non lo voglio immaginare.
Non chiedetemi altro, per questioni di tutela è necessario assumere un atteggiamento di chiusura e di riservatezza”.
La notizia sta facendo giustamente il giro del web, sia per la gravità e sia per la sconcertante concomitanza con la giornata mondiale contro l’omotransfobia, celebrata proprio nel giorno dei fatti.
Per darne una lettura anche con occhi di fede, riportiamo, quasi per intero, il testo del video girato da don Nando Ottaviani, cara conoscenza della comunità LGBT+, che da sempre ci sostiene coi suoi vibranti messaggi social. Così dice don Nando, con la videocamerina puntata in viso mentre sta guidando l’auto nel tragitto da una delle sue parrocchie all’altra:
<< Buongiorno a tutti voi. Sono sconcertato per quello che è accaduto in questi giorni a Cosenza, a quel ragazzo di appena 16 anni, malmenato […] perché aveva messo nello zaino la bandiera… quella con tutti i colori… ecco: la bandiera arcobaleno.
E allora cosa è successo? Il padre di questo ragazzo avvisa lo zio; questo va, lo prende insieme ad altri amici e lo riempie di cazzotti, di pugni, di schiaffi, con parole offensive: “i froci, in casa nostra, non ce li vogliamo”.
Capito? Il male di questo ragazzo è essere uscito coi suoi amici mettendo nello zaino un foulard arcobaleno. Ed ecco che si accende l’odio in questi animi, in queste famiglie che si ritengono tradizionali. Famiglie perfette, famiglie del Mulino Bianco. Ma dove sta scritto? Ditemi voi dov’è una famiglia perfetta.
“Nella nostra famiglia, i froci, non ce li vogliamo”, e diamine! Perché la famiglia dev’essere impeccabile, senza macchia. E infatti non ci sono poi, tra i coniugi, invidie, gelosie, tradimenti… si malmena un po’ la donna, si sfruttano i figlioli… ma “i froci” non ce li vogliamo.
Io non capisco tutto questo rancore, questo odio, questo risentimento. Un ragazzo di appena sedici anni, mandato all’ospedale […] dalla famiglia stessa […] che si ritiene impeccabile, pura. Vergogna, vergogna, vergogna. Io mi auguro che queste persone siano arrestate e che paghino per quello che hanno fatto.
Ma dove siamo? Ma cosa siamo diventati? Peggio delle bestie! Consideriamo l’altro come un uomo che non vale nulla solo perché vive nella propria libertà sessuale o perché ha degli amici gay o perché frequenta queste amicizie nella normalità. Consideriamo queste persone come se fossero infette, malate. E c’è gente che dice che non si meritano manco la grazia di Dio.
Io mi auguro che veramente il mondo cambi perché così stiamo andando proprio allo scatafascio. Che cattiveria, che cattiveria!
Lo scandalo non è che quel ragazzo avesse una bandiera arcobaleno. Lo scandalo è questa ignoranza, questa cattiveria, questo odio che c’è nei confronti di questi nostri fratelli e sorelle. Che sono esseri umani! Amati da Dio! E devono vivere in questa società liberamente.
Mi auguro che vengano prese, queste persone, il padre e lo zio, componenti della famiglia, che dovrebbero proteggere i loro figli. E invece no. Sono tanti, questi ragazzi costretti a nascondersi. E tanti sono indotti al suicidio […]. Ma li avranno sulla coscienza.
Questi sono i peccati. Questi sono i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio.
E poi, la domenica, vanno a messa a pregare il Padreterno e prendono la Comunione. In peccato mortale, la fanno, la Comunione, in sacrilegio.
“Ama il prossimo tuo come te stesso”. Questo è il Vangelo: ama Dio e il prossimo tuo.
Perché non essere felici della felicità dell’altro? Non siamo tutti uguali, grazie a Dio! Siamo differenti. Siamo uguali agli occhi di Dio ma differenti: nel carattere, nell’agire, nel pensare, nell’amare…
Sono arrabbiato. Sono molto arrabbiato […]. Abbraccio tanto quel ragazzo. Sono solidale con lui. Ecco perché io dico le messe per loro – don Nando ha celebrato più volte l’eucarestia per le vittime dell’omofobia – ecco perché io prego per loro, anche se tanti mi prendono in giro e dicono che è una cosa assurda. Io continuerò sempre questa mia lotta.
Che il Signore abbia pietà di noi, ci perdoni, ci aiuti a vivere nella carità reciproca […].
Caro Pillon: guarda, ascolta. Io non so se hai avuto occasione di leggere questa notizia. Ma fatti un po’ l’esame di coscienza, tra te e i tuoi amici: la Meloni, che parla di attenzioni, di rispetto verso gli altri […]; il Salvini, che sventola rosari e madonne e poi fa certe dichiarazioni che fanno ribrezzo, come quella per cui i figli di una coppia gay avranno ripercussioni, poverini, verranno su un po’ handicappati. E lui che è? E’ il perfetto? Così pure gli Adinolfi, i Pro-Vita: li avrete sulla coscienza, questi ragazzi!
Vi ritenete cristiani ma cristiani non siete. Caro Pillon: è inutile che vai in chiesa e batti le mani e preghi e ti fai amici cardinali e arcivescovi. Li avrete tutti sulla coscienza, questi ragazzi. Che il Signore abbia pietà di voi perché state facendo il male per la società e state istigando gli altri a fare lo stesso.
[…] e voi cari amici gay, lesbiche, transessuali: continuate la vostra lotta. Abbiate fiducia, coraggio. Vivete la vostra libertà con amore, con disinteresse. Fregatevene degli altri. Andate avanti: Dio è con voi. Anche se tanti dicono di no, anche se il clero dice di no, Dio vi benedica! >>