A inizio settembre va in scena la libertà di essere omofobi
Riflessioni di Massimo Battaglio per Cronache di Ordinaria Omofobia
Questa settimana, due soli episodi di omofobia. D’altra parte, erano ben altre le notizie sui cui si concentrava l’attenzione pubblica: il covid dell’ex cavalier Berlusconi, i banchi monoposto nelle scuole… E si sa: quando non si parla tanto di robe gay, sembra che ci sia meno omofobia.
Intanto però, i due casi di cui si ha notizia, già da soli, coinvolgono quattro vittime. Vediamo:
- 30/08/2020: Palermo. Due giovani – un siciliano e un amico turista torinese – vanno in un ristorante. Dopo essere stati sballottati più volte da un tavolo a un altro, si lamentano col gestore e lì capiscono il motivo del singolare trattamento: “io un tavolo per due maschi non lo occupo”. Epiteti omofobi dialettali come “bambocci” e “pupi”, condiscono le scuse del pittoresco oste, il quale ordina al personale di sala di accompagnare i nostri alla porta.
- 04/09/2020: Brescia. Un gruppo di teppisti si avvicina a un ventenne che sta comprando le sigarette al distributore automatico. Gli fanno notare che ha un “giubbino da gay” e, pertanto, gli sferrano un pugno. La vittima riesce a far intervenire la polizia ma le colluttazioni proseguono anche davanti agli agenti. Così viene colpito anche un secondo ragazzo amico del precedente.
Le aggressioni fisiche, a singole persone o a gruppi, rappresentano ancora oggi la maggior parte dei fatti omofobi. A partire dall’ottobre 2012, abbiamo registrato 563 vittime di aggressioni, delle quali 331 erano da sole e 232 in gruppo.
Se si aggiungono i 27 omocidi, si arriva a quota 590, che rappesenta il 52% delle 1140 vittime che hanno sporto denuncia. Questo per ricordare ai nostri detrattori che, quando parliamo di omofobia, non è affatto in discussione la “libertà di opinione” di qualcuno ma l’incolumità fisica nostra e di tanti come noi.
Altre notizie sono però sopraggiunte in questi giorni. Una è difficile da catalogare perché non riguarda una vittima precisa. Si tratta dell’episodio avvenuto in un lounge bar di Frascati, dove, a un certo punto della serata, il DJ ha cominciato a esprimere liberamente la propria opinione inframmezzando i brani musicali con epiteti omofobi.
C’era lì una coppia di ragazze, che gli hanno intimato di smetterla. Altri si sono uniti alla protesta. Ma la replica del fenomenale DJ è stata: “Sono libero di dire quel che voglio“. Le ragazze, indignate, hanno lasciato il locale e hanno segnalato i fatti alla gay help line di Roma.
Altre notizie sono quelle che ho ricevuto in privato, dopo la segnalazione di un suicidio consumatosi la settimana scorsa. Come sempre, ho pubblicato l’articolo su facebook e, poco dopo, tra i commenti, ho letto queste parole:
“Un mio amico si è suicidato per la stessa ragione due anni fa. E’ incredibile nel 2020 si debba ancora parlare di questo. Eravamo nel giugno 2018, provincia di Bergamo. Età circa 50 anni“.
Far circolare queste notizie come stiamo facendo noi di Gionata attraverso il progetto Cronache di Ordinaria Omofobia, aiuta anche a venire fuori, a denunciare anche dopo tanto tempo, a liberarsi da pesi assurdi.
PER APPROFONDIRE> Cronache di Ordinaria Omofobia