A Malta i cristiani LGBT dialogano con i vescovi per “sentirsi più a casa nella Chiesa”
Articolo di Elise Dubravec* pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 12 febbraio 2022, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
In gennaio i rappresentanti delle organizzazioni cattoliche LGBTQ hanno incontrato i vertici cattolici maltesi per condividere le loro esperienze e discutere il futuro della pastorale LGBTQ.
[L’associazione LGBT cattolica] Drachma ha dichiarato che l’Allied Rainbow Community, Drachma LGBTI, Drachma Parents Group, LGBTI+ Gozo e il Malta LGBTIQ Rights Movement hanno avuto “una conversazione piacevole e positiva” con l’arcivescovo Charles Scicluna e l’arcivescovo ausiliario Joseph Galea-Curmi: “I rappresentanti di queste organizzazioni hanno potuto condividere alcuni aspetti della loro vita e del loro lavoro. Hanno parlato delle sfide incontrate, ma anche dei cambiamenti positivi di questi ultimi anni, e anche del Pride”.
I gruppi hanno parlato dell’“inestimabile lavoro fatto con la comunità LGBTQ+ di Malta, il sostegno dato, la consapevolezza prodotta e i diritti per cui hanno lottato”. I responsabili delle organizzazioni hanno anche espresso la necessità di aiutare i cattolici LGBTQ a “sentirsi più a casa all’interno della Chiesa”.
Un argomento molto importante è la necessità che la Chiesa impari dalla psicologia umana, dalla sociologia, dalla biologia e dalle altre scienze. Tali aree di ricerca possono influire sull’approccio teologico a questi temi. Rinnovare la teologia “alla luce di una ricerca basata sulle prove concrete” e sulla realtà vissuta dalle persone LGBTQ “è necessario alla Chiesa per approfondire la sua riflessione e la sua pastorale”, come afferma Drachma.
I rappresentanti di LGBTI+ Gozo e del Malta LGBTIQ Rights Movement hanno poi condiviso i risultati di due interviste condotte indipendentemente, che i vescovi “hanno apprezzato parecchio”. L’arcivescovo Scicluna ha detto che i vertici della Chiesa dovrebbero pensare prima di parlare, ed “abbandonare il linguaggio dell’ideologia”, e ha inoltre sottolineato la dignità della persona umana, ribadendo con forza che “il solo modo di mostrare l’amore di Cristo” è trattare tutti con rispetto.
Drachma ha commentato: “I vescovi hanno mostrato grande sensibilità rispetto alle necessità dei cattolici LGBTIQ+, e si sono impegnati a creare uno spazio accogliente per tutti. Questo incontro di due ore, tenutosi presso la curia arcivescovile di Floriana, è stato improntato ad un profondo senso di sinodalità, avvertito ed espresso chiaramente da tutti i presenti. Uno degli attivisti è stato molto commosso dal sentirlo descrivere come un’esperienza davvero confortante e risanante”.
Il nostro sito ha riferito in precedenza che monsignor Scicluna potrebbe essere in lizza per la Congregazione per la Dottrina della Fede, dove attualmente è segretario aggiunto. I suoi precedenti con le questioni LGBTQ sono abbastanza buoni.
Un sacerdote si dichiara non colpevole dopo essere accusato di discorsi d’odio
Secondo [il quotidiano] The Times of Malta padre David Muscat “deve affrontare l’accusa di incitamento all’odio e alla violenza” per i suoi commenti omofobi fatti sui social media in gennaio. Il sacerdote contesta tali accuse, sebbene “non smentisca la paternità dei post, né la propria responsabilità nelle osservazioni da lui pubblicate”.
In gennaio padre David Muscat aveva postato commenti omofobi riguardo ad un sospetto di omicidio, Abner Aquilina, accusato di aver ucciso la studentessa polacca Paulina Dembska. Aquilina tira in ballo, per il suo crimine, la possessione demoniaca, e padre Muscat lo ha preso di mira con il seguente commento: “Se [Aquillina] è gay o bisessuale, allora ciò si deve aggiungere alla lista delle sue malattie, assieme alla schizofrenia e la malvagità. È un ricettacolo di ogni malattia. Povero ragazzo. Abner ha bisogno di aiuto, che è anche peggio di essere posseduto. Essere gay è peggio”.
Il vescovo Scicluna l’ha ripreso subito. Come abbiamo riportato in un precedente articolo, il rimprovero dell’arcivescovo al sacerdote ha fatto seguito a un’omelia televisiva in cui Scicluna aveva condannato i commenti antigay di padre Muscat, e in cui chiedeva perdono alle persone LGBTQ e alle loro famiglie, in quanto quei commenti sono stati “una pietra lanciata da un cuore che ha bisogno di imparare ad amare Dio. Dio ti ama a prescindere da chi sei e da cosa fai”.
L’arcidiocesi di Malta ha anche rilasciato una dichiarazione in cui imponeva a padre Muscat di “cessare di fare commenti provocatori e offensivi nei forum pubblici, altrimenti gli verrà vietato di esercitare il suo ministero in pubblico”.
Il processo civile a Muscat continuerà a marzo.
* Elise Dubravec (lei) sta frequentando l’ultimo anno di teologia all’Istituto Gesuita di Teologia dell’Università di Santa Clara a Berkeley, in California. Le sue ricerche riguardano il posto e l’ordinazione delle donne nella Chiesa, e i ministeri LGBTQ+. È diplomata al Centro Joan e Ralph Lane per la Dottrina Sociale della Chiesa e la Tradizione Ignaziana all’Università di San Francisco, dove ha promosso un progetto riguardante le donne e la dottrina sociale della Chiesa. È responsabile liturgica e predicatrice.
Testo originale: LGBTQ Advocates Meet with Malta’s Bishops as Anti-Gay Priest Charged with Hate Crime