A Parma sull’omobitransfobia scontro-confronto a distanza tra due piazze che non dialogano
Articolo Raffaele Crispo ed Elvis Ronzoni pubblicato sul settimanale ” La Voce di Parma” del 27 luglio 2020
Lo scorso venerdì 10 luglio (2020) la nostra città (Parma) è stata teatro di uno scontro-confronto a distanza tra due piazze su uno dei temi più caldi e dibattuti del momento: il ddl Zan. Tale progetto di legge, che sembra essere pronto all’approvazione da parte di entrambe le camere, prevede un inasprimento delle pene nei confronti di chi si macchia di reati, quali violenze e discriminazioni, nei confronti degli omobitransessuali.
Così, alla stessa ora dello stesso giorno in diverse città d’Italia alcune persone tra i quali simpatizzanti di Casa Pound, ProVita, Lega e Fratelli d’Italia hanno manifestato la loro contrarietà a tale legge bollandola come liberticida e soprattutto paventando il timore che, a seguito della sua approvazione, la famiglia ” tradizionale” avrebbe ricevuto nocumento. La manifestazione, che ha visto la partecipazione di non molte persone, è stata pacifica e i manifestanti hanno espresso la loro posizione esibendo dei cartelli con frasi e slogan vari.
Sulle loro teste sventolava, paradossalmente, una grande bandiera arcobaleno che era stata issata sin dal mattino da una delle finestre del palazzo comunale e che palesava la posizione della maggioranza dell’amministrazione comunale a favore delle tematiche care alle persone LGBTQ+.
Contemporaneamente in piazzale della Pace le ragazze del collettivo femminista Taboo hanno radunato sul prato ai piedi della Pilotta tante persone per manifestare il loro sdegno nei confronti di quanto si stava svolgendo nella piazza principale della città. Grazie alle giovani ed energiche ragazze del collettivo diverse associazioni studentesche universitarie, tra cui l’UDU hanno potuto dare il loro appoggio e la loro convinta adesione ad una legge che vuole soltanto tutelare meglio la sempre debole posizione del popolo arcobaleno.
Sul manto verde erano presenti anche gli aderenti dello UAAR, sempre sensibili a tematiche che riguardano i diritti e soprattutto la laicità dello Stato, con loro c’erano tante persone giovani e meno giovani, omosessuali e non, che hanno sentito il dovere ed il bisogno di incoraggiare le ragazze di Taboo.
Tra le associazioni LGBTQ+ presenti si notava la partecipazione dell’Ottavo Colore rappresentata dalla propria fondatrice Valeria Savazzi e dall’attivista Federico Dibennardo che ha preso la parola nel corso del sit-in. Tra i tanti striscioni campeggiava anche quello del Comitato Parma Pride 20/21 e tanti slogan e bandiere arcobaleno; l’amministrazione comunale era degnamente rappresentata dall’immancabile assessora Nicoletta Paci che con la sua presenza testimoniava la chiara posizione della giunta comunale.
Ci sono stati molti interventi tesi a rimarcare la necessità e l’utilità di una legge come quella proposta dall’onorevole Zan e si è precisato l’importanza di non far confusione tra identità di genere e sesso biologico.
Al di là delle posizioni espresse da entrambe le piazze, ciò che rammarica è l’incomunicabilità tra i manifestanti e l’impossibilità di confrontarsi in modo pacifico e civile. L’augurio è quello di avere una legge che rafforzi le tutele giuridiche delle persone omobitransessuali e che al tempo stesso non leda le certezze su cui si fonda la cosiddetta famiglia ” tradizionale “.