A Parma un gruppo di ascolto sinodale in parrocchia riflette su chiesa e persone LGBT+
Testo elaborato dopo l’incontro sinodale sulle persone LGBT, loro genitori e pastori, tenutosi presso la parrocchia di Santa Maria del Rosario di Parma il 5 marzo 2022 ed inviato alla Segreteria diocesana del Sinodo.
All’incontro del gruppo sinodale sul tema delle persone LGBT, tenutosi presso la parrocchia di Santa Maria del Rosario di Parma il 5 marzo 2022, erano genitori e persone LGBT, un diacono e il parroco.
Modalità dell’incontro:
● invocazione allo Spirito Santo
● lettura e meditazione di un brano dell’Antico Testamento (Is 58, 9b-14)
● preghiera con il Salmo 85
● ascolto confronto e condivisione con l’atteggiamento della “Conversazione spirituale” divisa in tre fasi: la prima fase “Prendere la parola”; la seconda fase “Uscire da sé” per lasciarsi interpellare dallo Spirito a partire dalle condivisioni ascoltate dagli altri; la terza fase “Costruire insieme” cioè fare sintesi.
● Preghiera conclusiva
Desideriamo condividere gli elementi interessanti come pure segnalare gli ostacoli, le difficoltà, le preoccupazioni che sono emersi dalla condivisione e che possano favorire il cammino sinodale di tutta la chiesa di Parma in merito a questa pastorale come pure la nascita o il proseguimento di buone prassi.
Elementi interessanti del cammino percorso:
● L’ascolto di testimonianze di vita, l’incontro con le persone e le loro fatiche hanno superato i pregiudizi e sono diventati momenti di grazia perché ci destabilizzano, ci fanno uscire dalle nostre sicurezze per metterci in gioco e rinchiudere le nostre resistenze in un cassetto (un sacerdote).
● Sentendomi ascoltato in profondità e con un sincero desiderio di comprensione ho potuto condividere la mia vita. Sarebbe bello potersi confrontare anche con chi ha difficoltà a comprendere questa realtà creando spazi aperti di dialogo. Sarebbe come realizzare la pedagogia della sinodalità che è quella del camminare insieme (una persona LGBT).
● Uscire allo scoperto e parlare con franchezza dei propri vissuti ha fatto sì che altri lo facessero, vincendo la solitudine e la disperazione (una madre).
● Pregare insieme quotidianamente on line con la preghiera della Chiesa delle Lodi della Compieta, superando ogni differenza di età e condizione, sesso e orientamento sessuale, laici e sacerdoti, ci fa sentire e vivere l’esperienza del popolo di Dio, un popolo di fratelli e sorelle che loda e invoca l’unico Padre (un padre).
● Aver potuto seguire coppie credenti omoaffettive, gay e lesbiche, dopo che per anni avevamo seguito i fidanzati e le coppie dei giovani sposi nella nostra parrocchia e in diocesi ci ha fatto scoprire e toccare con mano quanto sia grande in queste esperienze la fede, la capacità di sostegno reciproco, il desiderio di costruire un progetto comune di vita impegnandosi anche economicamente in modo concreto. Abbiamo visto come anche queste coppie siano capaci di farsi carico del bisogno di altri e altre che bussano alla loro porta. (una coppia di genitori).
● Avere celebrato insieme alla comunità di credenti ed in una chiesa parrocchiale (la comunità di Maria Immacolata) la veglia di preghiera per il superamento di ogni omo-transfobia, ci ha fatto vivere l’esperienza tangibile e reale di appartenere tutti ad un’unica Chiesa perché tutti figli di un unico Padre che ascolta, sostiene e benedice tutti i suoi figli e figlie, compiacendosi di essi/e. È stato un momento di arrivo di un lungo cammino ma anche di partenza per altri cammini che lo Spirito vorrà indicare (varie testimonianze).
● Nella esperienza di un forum nazionale di persone cristiane LGBT, ho potuto sperimentare in loro una fede profonda e una volontà incrollabile di voler essere riconosciute. Ho visto in queste persone una sete insaziabile di essere ascoltate prima che giudicate sia da parte della Chiesa che da parte delle loro famiglie (una madre).
● Queste esperienze possono avere un senso profetico di come anche la dottrina debba essere cambiata (una madre).
● Nella Chiesa non ci debbono essere persone escluse per nascita: le donne e le persone LGBT. Né si deve aspettare la perfezione perché altrimenti tanti si sentiranno esclusi (alcune mamme).
Ostacoli, difficoltà e preoccupazioni:
● Il fatto che per decenni non si sia parlato delle tematiche LGBT all’interno della Chiesa, che queste persone siano state tenute ai margini o nell’ombra, che si sia esercitata su di esse la “violenza del silenzio che uccide le persone partendo dalla presunzione di sapere tutto“, ha creato paure, ignoranza, discriminazioni, con l’esito che tante di queste persone si siano allontanate o siano state allontanate dalla Chiesa. Abbiamo visto la disperazione della solitudine di persone LGBT e anche dei genitori di queste persone. Non parlare di una realtà significa che è una cosa brutta e questo concetto va assolutamente superato (una madre).
● Sarebbe importante che la Chiesa accogliesse realmente le persone LGBT come figli e figlie, lei che mette al centro l’Amore, l’amore che il Padre ha per noi. Vedo come la Chiesa faccia fatica a dire parole belle sull’amore omosessuale e di incoraggiamento per questo amore anch’esso pienamente umano, capace di essere donativo, di aprirsi al mondo, valorizzando non solo le persone ma anche le coppie omosessuali (un padre).
● La manifestazione di nostro figlio gay ha fatto sì che anche noi ci aprissimo nel gruppo di famiglie con le quali abbiamo camminato per anni e nell’Azione Cattolica. Si è generato un senso di estraneità da parte loro e quella che noi percepivamo come realtà, come vissuto di Chiesa, è cambiata: abbiamo sofferto quando i nostri amici non hanno saputo includere la realtà di nostro figlio. Nostro figlio è stato messo sulla soglia e anche noi ci siamo ritirati sulla soglia sentendoci esterni. Tuttavia questo ci ha permesso di incontrare un’altra realtà di cristiani accoglienti che camminano e insieme ed essi abbiamo avuto l’opportunità di continuare a camminare nella fede, di sentirci parte della Chiesa. Anche la dottrina deve cambiare con le sue condanne (una madre).
● Un’altra mamma ha detto: “noi abbiamo vissuto la Chiesa come Maestra, vorremmo vivere la Chiesa come Madre. Tutto ci veniva detto ed insegnato, noi dovevamo accogliere ed ubbidire. C’è un giudizio morale già espresso che impedisce l’ascolto profondo e vero delle persone. Nessuno, nella nostra comunità, ci chiede più di nostro figlio. Camminando con altri, persone LGBT genitori e pastori, ho riacquistato la libertà di una fede interiore intensa, di poter ascoltare la mia coscienza. In questo cammino sinodale forse si potrebbe arrivare a chiedere perdono a questi nostri figli e a cambiare la dottrina perché ci viene detto: “non potete chiederci di andare contro la dottrina della Chiesa “(una madre).
● La Chiesa non accoglie questa realtà perché non accoglie la sessualità come viene vissuta in questa realtà che continua ad essere interpretata come malattia. Occorre acquisire le conoscenze della scienza che afferma trattarsi di una variante naturale della sessualità umana. Il controllo della vita affettiva delle persone è stato un modo che la Chiesa ha avuto per un controllo delle coscienze (un padre).
● Pur essendo all’interno dell’ufficio diocesano della famiglia, non abbiamo avuto il coraggio di parlare della realtà di nostro figlio gay, vivendo con la paura che nostro figlio potesse crescere male. Un sacerdote ci ha fatto sperimentare come la Chiesa possa essere coerente facendo sentire queste persone accolte, perché se siamo unici ed irripetibili, allora nella Chiesa ci devono poter stare tutti (una madre).
● Dobbiamo uscire dalla logica della paura e del peccato, dalla logica di un Dio giudice severo e ritornare a alla logica del Vangelo, di Gesù che incontra la Samaritana, l’adultera, il lebbroso e li tocca….(una madre).
● Anche chi dice di accogliere, a volte non lo fa completamente ma al 40-50% , rifiutando magari alcuni aspetti tipo l’originalità che mio figlio esprime o il concetto di fluidità. Si crea una lotta interiore e a volte mi sento come i farisei (una madre).
Buone prassi in atto o che vorremmo indicare:
● Creare momenti diffusi e ripetuti di ascolto (nelle parrocchie, nelle Associazioni, al Centro Pastorale diocesano…) delle testimonianze di vita delle persone LGBT, dei loro genitori e pastori per potersi rimettere sempre in gioco, per consentire ad ognuno di vivere appieno la propria umanità.
● Parlare del bene che abbiamo visto in questa realtà per vincere tante paure e la disperazione del sentirsi soli. Favorire una pastorale con le persone e non pastorale per le persone.
● Creare momenti di preghiera condivisi identificando ad esempio una celebrazione eucaristica o una Lectio divina mensile dedicata alla accoglienza e inclusione di ogni diversità.
● Favorire sempre più la formazione psicologica, antropologica e affettiva dei seminaristi ed una formazione permanente dei sacerdoti affinché non vengano dette parole laceranti scagliate come pietre.
● Si propone che anche per le coppie gay e lesbiche venga pensato ed organizzato un cammino di accompagnamento alla scoperta dell’affettività in una visione integrata della persona e del suo progetto di vita. Inoltre dovrebbero avere la possibilità di raccontare la bellezza del loro amore per arrivare ad un cammino integrato con le altre coppie etero.
● Favorire scambi in un coinvolgimento della Pastorale giovanile e delle associazioni tipo Scout ed Azione Cattolica sul tema centrale della educazione alla scoperta generosa e responsabile della affettività.
● Fare sì che la veglia annuale di preghiera coinvolga di anno in anno comunità parrocchiali diverse con cui la pastorale delle persone LGBT si apre, si confronta, prega insieme.
● Favorire un cammino diffuso di approfondimento e di conoscenza di esegesi biblica sul tema della sessualità per una visione integrata della persona, orientata all’etica della gioia e non alla paura della colpa.
● Occorre uscire dal proprio recinto e collaborare con tutte le iniziative che la società mette in atto di accoglienza e di inclusione per camminare insieme. Preoccuparsi dei lontani, di chi è uscito sbattendo la porta e andarli a cercare.
● Vincere la paura delle diversità ma godere delle diversità che lo Spirito elargisce alla sua Chiesa.
● Il principio di realtà ci ha imposto un cambiamento del cuore e dello sguardo e questo deve portare al cambiamento del Magistero e della Dottrina.