A quarant’anni mi sono innamorata per la prima volta di una donna
Email inviataci da Michela, risponde Alessandra Bialetti*, pedagogista sociale e Consulente della coppia e della famiglia di Roma
Scusate se vi scrivo, ma ho cercato in internet come una disperata qualcuno che avesse una storia come la mia o simile perché quando poi ti ci trovi ti rendi conto di essere già in parte sola con tutti i tuoi dubbi. Ho 43 anni sono una maestra, una mamma di due ragazzi di 12 e 10 anni, una moglie da 13 e… da un mese follemente innamorata di Isabella.
Questa folgorazione l’ho voluta io perché erano già quattro anni che ci pensavo e che quando la vedevo mi veniva un batticuore che non ti dico… la conosco da circa 8 anni ma facendo lei la cameriera dell’albergo dove si va in villeggiatura, ci si rimaneva solo pochi giorni.
Perciò ho fatto come ho sempre fatto, ricacciare giù quella sensazione…
Ma io di anno in anno sentivo questa tensione salire finchè l’urgenza è stata tale che senza sapere minimamente la sua risposta, le ho parlato.
Si perché di relazioni amorose non se ne parlava molto, tranne che del mio matrimonio, vacillante, faticoso, complicato, come un ingranaggio che non si riesce mai ad incastrare…
Io mi sono detta: al massimo mi dice che non gliene frega nulla, che sono pazza.. ma lo dovevo fare..
Invece mi ha risposto.. che ne potevamo parlare.. ed è venuto fuori che lei è lesbica, sola, ungherese, vive in Transilvania, fa le stagioni al mare o in montagna, dipende dai mesi…è iniziata così la nostra storia, al mare, con bambini e suocera al seguito.
Mio marito mi ha scoperta subito, mi si leggeva in faccia. Da qui la scoperta che tante cose del nostro matrimonio che non si spiegavano ora si spiegano benissimo, che la mia identità era lì rintanata da qualche parte a fare la muffa, che io ora mi sento al settimo cielo, completa, felice, libera, solare.
Che lui cerca di starmi vicino, di sostenermi, perché non tutti i giorni riesco ad essere positiva o a non lasciami andare a pensieri funesti circa la separazione, il giudizio dei parenti, il benessere dei miei ragazzi…
Il punto è che ora sono innamorata perdutamente, come se fosse la prima volta, e in effetti è proprio così… perciò mi sento da un lato fortunata di poter provare queste emozioni incredibili, dall’altro sono adolescenzialmente terrorizzata che lei mi possa lasciare causa lontananza, responsabilità (mie) o altre mille pippe mentali. Anche se sembra che l’amore adesso sia veramente tanto da parte di entrambe… e non siamo due ragazzine, abbiamo 43 anni io e 37 lei…
Ora, mi dici cosa si deve fare quando ci si sente così colmi di consapevolezze e pertanto paure?
Se non sono stata chiara o se ho dimenticato qualcosa, ti prego di chiedermi spiegazioni… e ti credo per favore di scrivermi se puoi, se vuoi perché io da qualche parte ho bisogno di un confronto se no ne esco piegata..
.
La risposta…
Cara Michela, benvenuta e grazie di aver condiviso la tua storia con noi. Già il poterlo fare crea un clima di non solitudine e di ascolto. Da ciò che dici hai intrapreso un percorso interiore senza più tacciare e disconoscere le tue sensazioni. Oggi riesci a dichiarare ciò che senti e provi sia a te stessa che alla persona a cui ti senti legata.
Mi sembra importante la consapevolezza che hai raggiunto sul tuo rapporto matrimoniale in cui tante cose non erano chiare e venivano vissute nel silenzio. Dal momento che ha riconosciuto il tuo orientamento hai trovato anche il coraggio di guardare con maggiore obiettività a quelle cose che non andavano bene e a cui non riuscivi a dare una spiegazione. Dici che la tua identità era “rintanata” e che ora invece ti senti finalmente serena perché sei riuscita a dare un nome a ciò che provi e questo necessariamente ti condurrà a rivedere il tuo legame coniugale. Ma un passo alla volta e con gran rispetto per i tuoi tempi e quelli delle persone accanto a te.
Sei una moglie e una mamma quindi comprendo che il percorso non sia dei più facili ma, seppur delicato, può trovare una sua risoluzione in modo che ognuno, pur con l’inevitabile sofferenza delle cose che cambiano, possa trovare una sua giusta dimensione di vita vissuta in verità e autenticità di ciò che si è e, soprattutto, senza quelle finzioni che rovinerebbero i legami affettivi importanti costruiti nel tempo.
Che siano importanti lo sottolinei tu quando dici che comunque tuo marito ti è vicino nel tuo percorso e sostiene i tuoi momenti di debolezza e fragilità. Questa è una grande risorsa anche perché, una volta ridisegnati i confini del vostro rapporto, rimarrete comunque i genitori dei vostri figli e loro saranno sempre un legame importante cui insieme avete dato vita. Non credere che sia così scontata la comprensione e l’appoggio del marito, è una grande ricchezza sulla quale tu puoi contare.
Comprendo i tuoi dubbi e paure circa il futuro del rapporto che ti lega ad Isabella. Sarà un percorso giorno dopo giorno in cui sia tu che lei dovrete trovare il vostro giusto passo e conciliarlo con ciò che è stata finora la vostra vita quindi anche con la tua maternità e il precedente legame matrimoniale.
A prescindere da Isabella il passo importante è quello verso te stessa, verso l’accoglienza totale di ciò che hai scoperto in te e l’accettazione di un percorso di vita che, anche se si sta rimodulando, si arricchirà di tante altre sfumature soprattutto della serenità che senti e che porterai poi nel rapporto con le persone significative che ti sono accanto. Comprendo la paura del giudizio soprattutto della famiglia allargata. Sicuramente sarà un momento di grande verifica per tutti quanti circa la natura del legame che vi unisce ma potrà essere anche occasione di verità sulla quale costruire nuovi rapporti. Inevitabilmente qualcosa cambierà, alcune relazioni si potranno perdere, altre si guadagneranno e nasceranno.
Il lavoro primario dovrà essere su di te, su come tu vedi te stessa, su come stai camminando ora con la scoperta del tuo orientamento e soprattutto sulla capacità di non giudicarti ma di accogliere integralmente la tua vita.
Hai usato una parola importantissima: consapevolezza. La consapevolezza è un dono che si raggiunge a caro prezzo ma permette di vedersi per ciò che si è con punti di forza e fragilità ed è la risorsa più grande di cui si dispone per poter dare alla vita il giusto senso e costruire giorno dopo giorno nuovi progetti. Anche le paure aiuteranno a veder chiaro in se stessi e a calibrare il passo secondo la possibilità del momento di camminare o di prendersi spazi di riposo e riflessione.
Un aiuto veramente importante ti potrebbe venire dal confronto con chi sta vivendo o ha vissuto esperienze simili alla tua essendo sposata e genitore. A tal scopo ti faccio presente che, a livello nazionale, esiste l’associazione Rete Genitori Rainbow che riunisce genitori omosessuali con figli da precedenti relazioni eterosessuali ed eventuali loro compagni o compagne.
Puoi consultare il sito sul quale, tra l’altro troverai l’indicazione di un forum dove poterti incontrare con persone che condividono la tua esperienza e trovare un luogo in cui poterti confrontare. Inoltre in varie città sono presenti gruppi di auto-mutuo-aiuto per poter camminare insieme e scambiarsi vissuti ed esperienze. In questo modo la solitudine, le paure e il peso di un cammino delicato potranno trovare accoglienza, sostegno e maggior leggerezza.
Forza Michela! Buon percorso. Un abbraccio
Alessandra
.
* Alessandra Bialetti, vive e opera a Roma come Pedagogista Sociale e Consulente della coppia e della famiglia in vari progetti di diverse associazioni e realtà laiche e cattoliche.