A Roma incontrarsi al festival FLAG (8-11 settembre 2022)
Dialogo di Katya Parente con il coordinatore della manifestazione FLAG Adriano Bartolucci Proietti
Per i romani che, in questo inizio di mese, volessero/potessero dedicare un po’ di tempo alla cultura, segnaliamo la terza edizione di FLAG, un’interessante rassegna che si svilupperà in quattro giornate (8-11 settembre) in cui si alterneranno letture, proiezioni di film e video, dibattiti e laboratori culturali, il tutto in funzione dello scambio e della condivisione – qui il programma completo.
Ne parliamo con il coordinatore della manifestazione Adriano Bartolucci Proietti.
Arrivi dal mondo dello sport. Cosa unisce l’attività agonistica e la cultura?
In verità mi lega allo sport la passione per l’organizzazione. Infatti ho organizzato la diciassettesima edizione degli EuroGames a Roma nel 2019, il più grande evento sportivo/culturale LGBTQI d’Europa, senza dimenticare gli Italian Gaymes, ormai arrivati quest’anno alla loro ottava edizione, in concomitanza con FLAG. Lo sport è cultura, e per me vanno di pari passo.
Come si inserisce il festival nel panorama culturale romano e italiano?
Il FLAG ha l’ambizione di proporre un’offerta culturale che manca nella Capitale. Oggi, con la sua terza edizione post-pandemia, trasloca nella storica piazza Vittorio, dopo le prime due edizioni tenute a San Basilio.
Una ripartenza all’insegna della promozione dei diritti negati attraverso una narrazione che approfitta di una platea più ampia e variegata, come quella del cinefestival Vittorio. Un viaggio tra la diversità, vera ricchezza inesplorata di una Capitale che rinasce finalmente dopo un periodo oscuro e triste.
La kermesse è fitta di appuntamenti piuttosto eterogenei. È stato difficile coordinare persone, mezzi espressivi ed esperienze così diversi?
Come tutti gli eventi molto articolati anche il FLAG ha affrontato una selezione “ragionata” con l’obiettivo di proporre, attraverso esperienze diverse, il tema comune dei diritti negati.
Il FLAG nasce in ambito LGBT. Secondo te sarà difficile coinvolgere anche un pubblico etero? E perché è importante farlo?
Per noi non esiste differenza di pubblici, anzi, l’obiettivo è proprio quello di coinvolgere più persone possibili con culture, esperienze, attitudini e desideri diversi tra loro.
Il festival è una creatura giovane. Cosa ti auguri per il futuro?
Mi auguro di poter realizzare la prossima edizione arricchendo sempre più il cartellone con partecipazioni sempre più originali. Quest’anno ci sarà anche una novità fuori programma, con la prima nazionale di un cortometraggio che abbiamo co-prodotto come Gaycs. Il tema ovviamente riguarda i diritti LGBT. Lo proietteremo prima di ogni film in cartellone.
Buona visione e buona lettura a tutti con FLAG.
Un programma corposo, che saprà coinvolgere il pubblico romano. Un’occasione per allargare i propri orizzonti, incrociando esperienze culturali diverse, forse di nicchia, sicuramente molto interessanti.