“Abbandona il tuo paese”. Il Regno e l’identità nella fede biblica
Riflessioni del teologo André Gounelle* pubblicate sul blog del mensile protestante Évangile et Liberté (Francia) il 22 marzo 2017, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Secondo un’antica leggenda, Romolo fondò Roma creando un recinto e circondandolo di un fossato che era proibito attraversare: esso delimitava uno spazio che era il suo, gestito da lui, che definiva l’identità della sua nazione. Esso simboleggia il paganesimo (la religione del “pagus”, della campagna), la cui priorità è la terra, il campo e la casa di proprietà. Ingrandendo smisuratamente il suo impero, Roma ha allargato il suo particolarismo legato alla terra a un mondialismo imperialista.
Secondo un racconto biblico Abra(a)mo, in risposta a un ordine di Dio, abbandona il suo paese, la sua patria, la casa di suo padre e si mette in cammino. Non traccia frontiere, le oltrepassa. Non si stabilisce, non si radica: viaggia, sta sempre andando da un’altra parte. Genera un popolo la cui identità sarà segnata da spostamenti e dispersioni (anche se l’attaccamento alla Palestina finirà per avere un ruolo importante). È il simbolo di una religione nella quale il tempo, la storia, l’andare avanti hanno la priorità.
A mio avviso, attraverso Abraamo Dio ci invita a non rinchiuderci nelle nostre identità e a non sacralizzarle; ci chiede anzi di uscirne per andare verso un altrove che non è un altro territorio, bensì quello che il Nuovo Testamento chiama il Regno, ovvero una pace e una giustizia universali, che si estendono a tutto ciò che esiste. La supremazia dello spazio irrigidisce, divide e oppone; il primato del tempo rende possibili delle evoluzioni, degli incontri e delle relazioni che saranno una benedizioni per tutti.
* André Gounelle, pastore, professore onorario all’Istituto protestante di teologia di Montpellier, è autore di numerosi libri e collaboratore di Évangile et Liberté da 50 anni.
Testo originale: Quitte ton pays