Acilia (Roma), due ragazze si baciano in strada, ma vengono insultate da un carabiniere
Articolo di Marco Pasqua del 23 dicembre 2012 tratto da Huffington Post Italia
Sgridate e insultate da un carabiniere, solo perché si sarebbero scambiate un bacio. E’ accaduto a Roma, lo scorso 19 dicembre, nei pressi della stazione di Acilia (lungo la ferrovia Roma-Lido). Il fatto viene denunciato dall’associazione Di’ Gay Project, alla quale si è subito rivolta Giordana, una studentessa lavoratrice romana, di 22 anni.
La ragazza, che vive ad Acilia, aveva salutato la sua amica con un bacio sulle labbra, in un’area tra l’altro visibile dalle telecamere di sorveglianza. Erano da poco passate le 23. “Un bacio a stampo – racconta Giordana all’Huffington Post – una cosa tranquillissima”. La scena è stata notata da un carabiniere in servizio all’interno della stazione.
“Ha iniziato ad urlare contro di noi. Cose omofobe tipo ‘fate schifo’ e ‘fate queste cose di nascosto’. Era insieme a tre militari in servizio, e ad una guardia giurata”.
Il carabiniere (in divisa), a quel punto, si è avvicinato alle ragazze, che hanno subito chiesto conto di quel comportamento omofobo. Lui ha reagito esigendo i loro documenti e ordinando loro di non allontanarsi da lì.
“Una volta presi i nostri documenti è tornato dagli altri tre militari e ci ha fatte aspettare per venti minuti – continua Giordana – Quando è tornato ha anche detto ‘Ora so chi siete, so dove abitate, andatevene”.
Giordana ha subito deciso di rivolgersi alla caserma di Acilia, per denunciare l’accaduto. Al citofono (la stazione era, infatti, chiusa) le hanno risposto che non erano tenuti a comunicarle le generalità del carabiniere in servizio.
“Così ho deciso di andare in un commissariato a raccontare tutto – spiega Giordana – La polizia mi ha parlato del reato di abuso di ufficio, ma è chiaro che ora toccherà alla Procura decidere come procedere”.
“Sarebbe tempo – prosegue Imma Battaglia – di porre fine per sempre a queste vicende lesive della dignità e della libertà delle persone: non solo offendono i gay, le donne e tutti i cittadini.
La grave ignoranza omofobica di un solo agente rischia di screditare l’immagine di tanti colleghi impegnati ogni giorno nella pubblica sicurezza”.
“Questa spiacevole occasione mi offre ancora una volta il pretesto per ribadire quanto fondamentali e necessarie – in tutti i sistemi e a tutti i livelli – siano azioni di sensibilizzazione e di educazione all’inclusione delle differenze, come ad esempio corsi di aggiornamenti alle forze dell’ordine affinché non confondano i veri atti osceni con gesti d’affetto leciti e dignitosi – sottolinea la creatrice del Gay Village – Di fronte all’atteggiamento rilassato e senza difese di due persone che si salutano, l’attacco immotivato da parte di un agente in divisa si configura come un abuso di potere a sfondo omofobico.
Per questo sono necessarie azioni di formazione e perciò chiediamo un incontro con il dirigente di riferimento. Un bacio è un atto d’amore. Ad essere oscene in ogni luogo pubblico sono sempre e soltanto la violenza e la discriminazione”.