Aelredo di Rievaulx: il santo gay dell’amicizia
Articolo di Kittredge Cherry pubblicato sul suo blog Jesus in Love (Stati Uniti) il 12 gennaio 2016, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Aelredo di Rievaulx (1109-1167) è considerato uno dei santi più amabili, il santo patrono dell’amicizia e anche, dicono alcuni, un santo gay. La sua festa è il 12 gennaio. Aelredo era abate dell’abbazia cistercense di Rievaulx in Inghilterra. Il suo trattato “L’amicizia spirituale” è ancora uno dei migliori testi teologici sulla connessione tra amore umano e amore spirituale. “Dio è amicizia… chi dimora nell’amicizia dimora in Dio, e Dio in lui” scrive parafrasando 1 Giovanni 4:16.
La stessa profonda amicizia di Aelredo con gli uomini è stata descritta in Christianity, Social Tolerance, and Homosexuality da John Boswell professore di storia di Yale. “Ci può essere la piccola questione che Aelredo fosse gay e la sua attrazione erotica verso altri uomini fosse una forza dominante nella sua vita,” scrive Boswell.
La narrazione di Boswell ha ispirato i membri del gruppo episcopale LGBT Integrity a nominare Aelredo come loro santo patrono. Cliccate qui per l’intera storia di come è stato loro riconosciuto un santo gay.
Aelredo certamente ha sostenuto la causa della castità, ma la sua passione è chiara nei suoi scritti. Egli descrive l’amicizia con eloquenza nel passaggio, spesso citato, dal suo trattato “L’amicizia spirituale”:
“Non è una piccola consolazione in questa vita, avere qualcuno con cui unirsi con intimo affetto e l’abbraccio di un amore santo, qualcuno nel quale il tuo spirito possa riposare, nel quale tu possa riversare la tua anima, grazie ai cui piacevoli scambi, come melodie rilassanti, si può volare nel dolore… con i cui baci spirituali, come unguenti curativi, si può tirare fuori tutta la stanchezza delle proprie inquiete ansie.
Un uomo che può versare con te lacrime nelle preoccupazioni, che può essere felice quando le cose ti vanno bene, che può cercare con te le risposte ai tuoi problemi, che, con i legami della carità, puoi portare nel profondo del tuo cuore… dove la dolcezza dello Spirito fluisce tra voi, dove raggiungerai te stesso e ti unirai tanto a lui che l’anima si confonderà con l’anima e le due saranno una sola.”
Aelredo incoraggia l’amicizia tra i monaci, paragonandoli, nel suo trattato sull’amicizia spirituale all’amore tra Gesù e il suo discepolo tanto amato e tra Gionata e Davide. Louis Crompton, professore di inglese all’Università del Nebraska, racconta in Homosexuality and Civilization che Aelredo permetteva ai monaci del suo monastero dello Yorkshire di esprimere il loro affetto tenendosi per mano, una pratica scoraggiata dagli altri abati.
Gli scritti di Aelredo sono stati discussi ampiamente nel libro del 2015 di un importante studioso evangelico del movimento per il celibato dei cristiani LGBT. Wesley Hill scrive dell’amicizia come di un sentiero spirituale, offrendo esempi pratici per costruire amicizie più forti in Spiritual Friendship: Finding Love in the Church as a Celibate Gay Christian.”
L’icona di sant’Aelredo all’inizio di questo post è stata dipinta da Robert Lentz, un frate francescano e un iconografo di fama mondiale conosciuto per le sue icone innovative. Ha dovuto anche fronteggiare controversie perché, a volte, le sue icone ritraggono coppie dello stesso sesso. La sua immagine di Aelredo include una specie di cartiglio con le sue parole, “L’amico unito all’amico nello spirito di Cristo.”
[…] Un altro ritratto di Aelredo venne realizzato dutante la sua vita. Aelredo è seduto in un alfabeto miniato nel manoscritto medievale del “De Speculo Caritatis”, “Lo Specchio della Carità” (datato 1140 circa)
Il teologo queer Hugo Cordova Quero scrive di Aelredo nel suo articolo “Friendship with Benefits: A Queer Reading of Aelred of Rievaulx and His Theology of Friendship”, incluso in “The Sexual Theologian: Essays on Sex, God and Politics,” edito da Marcella Althaus-Reid e Lisa Isherwood.
Quero cita e analizza le parole di Aelredo da “Lo Specchio della Carità” sulla morte del suo primo migliore amico, un compagno monaco di nome Simon: “Mi affliggo per il mio amato, per colui che era un solo cuore con me...” e continua ad esplorare il successivo amore di Aelredo per un monaco anonimo, mettendo in luce il suo attaccamento agli uomini nel contesto storico ed in una prospettiva queer. […]
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