Agli esercizi spirituali dalle Frontiere “voi tutti assetati venite all’acqua” (Is 55,1)
Testimonianza di Mara e Agostino sugli Esercizi Spirituali “Dalle Frontiere” (Bologna, 28 ottobre-1 novembre 2023)
Gli Esercizi Spirituali di Bologna sono stati per noi soprattutto giorni di consolazione. “O voi tutti assetati venite all’acqua” (Is 55,1), queste le parole di Isaia con cui abbiamo iniziato ed anche l’atteggiamento con cui siamo arrivati. Dopo tanto correre potevamo fermarci per far sì che il Signore potesse parlare al nostro cuore. “Venite in disparte e riposatevi un po’” ( Mc 6, 31).
Non vogliamo calcolare il numero di Esercizi Spirituali che abbiamo fatto, ogni anno forse dalla 1° media, ma mai come questa volta abbiamo sentito vere le altre parole di Isaia: “Ecco, io faccio una cosa nuova” ( Is 43,16).
Con l’aiuto di padre Pino che ci ha introdotto alla preghiera di contemplazione abbiamo scoperto che potevamo accostarci alla Parola non solo col pensiero o il ragionamento, ma soprattutto a partire dal sentire, dai gusti, dai sapori, dagli odori. È il nostro sentire profondo che può dirci meglio della ragione come Dio ci è vicino e ci ama.
Noi, abituati da sempre a meditare una parola mediata e spiegata da altri, siamo invece stati invitati a fidarci del nostro sentire perché Dio utilizza anche la nostra sensibilità, i nostri sentimenti per mettersi in contatto con noi.
E questo gratuitamente: “Voi che non avete denaro, venite, comprate e mangiate” ( Is 55,1). Non avevamo bisogno di presentare i nostri meriti o il certificato di buona condotta per sentirci amati da Lui e partecipare alla sua cena.
Non era forse questa la strada che Dio aveva utilizzato, negli anni di travaglio, per farci capire che l’amore verso nostro figlio doveva superare tutto? Lo avevamo rifiutato perché omosessuale, ma nel profondo sentivamo che non poteva esserci errore più grande. Dio lo aveva fatto così e lo amava così nonostante le nostre convinzioni e i nostri ragionamenti. “I miei pensieri non sono i vostri pensieri” (Is 55,8).
Ma per quanti questo amore è stato sporcato dal senso di colpa, anche nostro figlio in un litigio ci ha detto “Mi avete cresciuto a pane e sensi di colpa” .
Il Signore però ci ha dato la possibilità di cambiare il cuore e la vita e di spenderci perchè nessuna persona lgbt+ possa pensare che il suo amore è peccato. Pensare questo per noi cristiani non è solo una contraddizione, è una bestemmia.
Dopo l’esperienza degli Esercizi che ci hanno allargato il cuore ci sconvolge e ci addolora ancora più profondamente il leggere del suicidio di due ragazzi forse per episodi di omofobia. Pensiamo a loro e al dolore immenso dei genitori. Per questo il nostro impegno nella società e nella Chiesa è ancora più importante.
Ricordiamo con tanto affetto i volti delle persone che hanno condiviso con noi questi giorni, che ci hanno aperto il loro cuore nella condivisione della Parola rendendo vere le parole del Vangelo di Luca: “Non ardeva forse in noi il nostro cuore?” (Lc 24,32).
Non possiamo che dire grazie, grazie per esserci stati , grazie per averci fatto scoprire ancora di più che meraviglie può fare l’amore.