Ahimè per voi, che non riuscite a godere in pieno della bellezza della vita (Luca 6:20-26)
Riflessioni di don Fabio
Luca 6:20-26: “Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione”.
Piccolissima, ma doverosa precisazione linguistica, pena il fraintendimento del messaggio di Gesù.
La parola “guai” non è da intendersi così come la capiamo e la usiamo noi oggi. Nel contesto del brano di Luca è il contrario di “beati”; e cioè, se beati significa compiacersi per qualcosa, congratularsi, essere felici per…, il “guai” è il dispiacersi per ciò che sta succedendo, condolersi, essere rammaricato per ciò che qualcuno sta vivendo. Lo potremmo meglio tradurre con “ahimè!”.
E così, in questa prospettiva, si capisce meglio il dispiacere che Gesù prova per chi fa della propria ricchezza, del proprio io, del proprio arrivismo, di tutto ciò che pensa di possedere, un idolo, l’unico scopo della sua vita. Anche se, apparentemente, sembra essere contento e nel lusso, è inquieto dentro!
Nelle parole di Gesù non c’è mai, mai e poi mai, una minaccia nei confronti della persona. Fosse anche la più cattiva; neanche verso Giuda, che lo consegnerà alla morte. Gesù si rammarica (ahimè) per chi compie il male, per chi non è capace di condividere ciò che ha. Inesorabilmente si auto-esclude dalla vita dell’Eterno, dall’amore del Padre.
Con affetto, Fabio!