Ai fratelli delle comunità evangeliche. Insieme per ricordare le vittime dell’omofobia
Lettera aperta della Refo di Firenze del 10 gennaio 2008
Le veglie del 4 aprile 2008 saranno un momento di preghiera e di testimonianza cristiana, perché non possiamo stare in silenzio quando milioni di fratelli e di sorelle soffrono nel mondo e anche in Italia solo perché esistono, perché vogliono vivere l’affettività che il Signore ha dato loro. Crediamo sia importante che i pastori delle comunità evangeliche battiste, metodiste e valdesi, i loro consigli di chiesa e le loro comunità possano farsi promotori di speranza e di testimonianza nel luogo dove risiedano e decidere se, come cristiani, possiamo continuare a tacere su questo tema.
Venerdì 4 aprile 2008 cristiani provenienti da diverse confessioni e cammini di fede (Valdesi, cattolici, veterocattolici, metodisti, battisti, etc…) saranno in veglia a Firenze e in tante altre città italiane con i gruppi di credenti omosessuali per ricordare le vittime dell’omofobia e per lanciare un segno di speranza.
Invitiamo tutti i credenti a unirsi in veglia con loro per infrangere, con la preghiera e la testimonianza, il muro di silenzio che spesso permane nelle nostre chiese su questo tema.
Su questo tema lo scorso Sinodo Valdo-metodista e l’Assemblea-Sinodo Battista Metodista e Valdese di novembre 2007 si sono espressi con nettezza condannando l’omofobia, incitando le chiese ad accogliere le persone omosessuali e a dare collaborazione alle veglie contro l’omofobia (che l’anno scorso si erano svolte in giugno).
Le veglie saranno un momento di preghiera e di testimonianza cristiana, perché non possiamo stare in silenzio quando milioni di fratelli e di sorelle soffrono (minacciati, torturati e anche uccisi in alcuni Paesi) nel mondo e anche in Italia solo perché esistono, perché vogliono vivere l’affettività che il Signore ha dato loro.
Abbiamo chiesto l’adesione formale alla Tavola valdese e all’UCEBI ma crediamo che sia importante che i pastori delle comunità evangeliche battiste, metodiste e valdesi e i loro consigli di chiesa e comunità possano farsi promotori di speranza e di testimonianza nel luogo dove risiedono, anche organizzando le veglie dove non siano presenti gruppi della REFO o di credenti omosessuali cattolici o ospitandole dove invece questi gruppi sono presenti ma non sanno dove andare a pregare (visto il divieto della gerarchia cattolica di ospitare queste preghiere nelle chiese di sua competenza).
Perché, come scriveva Dietrich Bonhoeffer “viene il giorno in cui sarà forse impossibile parlare apertamente, ma noi pregheremo, faremo ciò che è giusto, il tempo di Dio verrà”.
Ma l’adesione alle veglie di preghiera del 4 aprile 2008 non può essere solo un atto formale ma impegna tutti noi a portare la nostra testimonianza di fede in una delle tante veglie di preghiera che avranno luogo in Italia e sollecitando, nel nostro quotidiano, le nostre comunità cristiane a contrastare quegli atteggiamenti omofobici spesso presenti anche al loro interno.
A tutti Voi il compito di decidere se, come cristiani, possiamo continuare a tacere su questo tema.