Don Carrega ai funerali di una coppia gay: “vi dico grazie per averci fatto pensare”
Articolo di Gabriele Guccione pubblicato su Repubblica – edizione di Torino il 28 gennaio 2017
“So che tanti pensano che la prima parola da dire sarebbe “scusa”: per le incomprensioni, per la freddezza, per la rigidità. Ma dovrebbe farlo qualcuno più importante di me. Io, invece, vi dico “grazie”, perché voi, Franco e Gianni, con la vostra ostinazione, ci avete dato la possibilità di pensare a una Chiesa in grande, accogliente, capace di andare oltre e di non lasciare indietro nessuno: la Chiesa che noi sogniamo“.
Quando don Gian Luca Carrega finisce di pronunciare queste parole dall’ambone del santuario di Santa Rita, un velo di commozione ricopre gli occhi di Gianni Reinetti. È l’ultimo saluto al suo Franco, il compagno di una vita con cui cinque mesi fa, dopo un’attesa resa sempre più trepidante per la paura di non fare in tempo a vedere in Italia una legge sulle unioni civili, si erano uniti civilmente. La prima unione civile di Torino: un ottantatreenne e un ottantenne. Franco e Gianni sono finalmente “una famiglia” dopo 50 anni insieme.
Franco Perrello se ne è andato giovedì, dopo una lunga malattia. “Ma adesso Gianni potrà dire chi era per lui: mio marito, la persona con cui ho vissuto 52 anni“, ha sottolineato l’assessore alle Famiglie della Città di Torino, Marco Giusta, che ha portato il cordoglio della sindaca Chiara Appendino al funerale celebrato stamattina nella parrocchia di Santa Rita, mentre la senatrice Magda Zanoni ha trasmesso un messaggio di condoglianze del governo mandato dalla ministra Valeria Fedeli.
A presiedere la liturgia l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, ha inviato il suo delegato per la pastorale delle persone omosessuali. “Una chiesa fredda e non accogliente, una Chiesa che ci fa sentire giudicati: tutto questo – ha detto don Carrega commentando la lettera di san Paolo ai Romani – rischia di separarci dall’amore di Cristo. Ma il cristiano vero è ostinato e non smette di bussare alla porta di Dio, perché è convinto che il Signore è misericordioso. E voi, Franco e Gianni, siete stati ostinati“.
Tanto ostinati da scrivere all’ex premier Matteo Renzi per chiedere di fare in fretta ad approvare la legge Cirinnà; e a papa Francesco per reclamare accoglienza, anche negli ultimi momenti della vita: “Siamo anziani, fra non molto – scrivevano Franco e Gianni al rientro dal viaggio di nozze a Lourdes – ci presenteremo in Chiesa per l’ultima benedizione: saremo accolti o respinti?”. La risposta, stamattina, è arrivata dalle parole di don Gian Luca Carrega.
“Grazie, grazie a tutti voi“, ha ringraziato commosso Gianni al termine della cerimonia. “Sono stati 52 anni felici, con tutti gli alti e bassi che possono avere due persone che stanno insieme da tanto tempo. Oggi – ha fatto notare nell’ultimo saluto al suo Franco – ho voluto indossare gli stessi abiti che avevamo nel giorno in cui siamo stati uniti“.
Gilet e cravatta grigia, camicia bianca. “Ho voluto che li indossassi anche tu – ha aggiunto – perché quel momento è stato il coronamento del nostro amore, del nostro essere famiglia“. A rendere l’ultimo omaggio a Franco c’erano amici, parenti, rappresentanti delle istituzioni, l’amico Giovanni Minerba, i portavoce del Torino Pride. C’erano anche gli “Amici della bontà”, il gruppo di cui Franco faceva parte: “Ricordiamo la tua gentilezza e la tua burbera simpatia“. Poi un canto, l’ultimo saluto, intonato davanti al feretro insieme a Gianni: “Ciao ciao ciao, devo andare vuol dire arrivederci e non addio. Vuol dire che ti voglio sempre bene; vuol dire non dimenticarmi mai”.