Al Forum di Albano con gli operatori pastorali, i cristiani LGBT e i loro genitori “sulle tracce dell’altro”
Articolo di Innocenzo Pontillo* pubblicato sul quindicinale Adista Segni Nuovi n° 29 del 4 agosto 2018, pag.2
“La persona omosessuale credente è parte della Chiesa, in virtù del battesimo ricevuto. E sebbene si possa trattare di una minoranza – e nelle nostre parrocchie forse di un numero davvero esiguo – ricordiamoci sempre che «pastoralmente parlando, un’anima è già una diocesi». Se dunque decidiamo di agire, le domande che una pastorale si dovrebbe porre, di fronte a un soggetto omosessuale, potrebbero essere queste: quale vita cristiana può essergli proposta? Qual è il ruolo dei genitori? Del sacerdote, degli amici, della comunità? Che sia rivolta a tutti i fedeli o alle singole persone omosessuali, è prima di tutto un dovere“, così scrivevano Beatrice Brogliato e Damiano Migliorini, nel loro esaustivo saggio “L’amore omosessuale. Saggi di psicoanalisi, teologia e pastorale. In dialogo per una nuova sintesi” (Cittadella editrice, 2014), pubblicato poco prima del Sinodo sulla Famiglia dove, per la prima volta, nella chiesa cattolica si discusse pubblicamente il tema dell’accoglienza pastorale delle persone omosessuali e dei loro genitori.
Ma oggi, dopo la pubblicazione dell’Esortazione apostolica postsinodale Amoris Laetitia che sollecita tutta la Chiesa “affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita” (AI, 250), a che punto siamo su questo tema?
Al di là dei fiumi di parole, spesso retoriche, che sono state pronunciate cosa sta accadendo realmente nelle diocesi, nelle parrocchie e nelle comunità di vita consacrata italiane che hanno deciso di prendere sul serio l’invito sinodale? Quali nuovi cammini pastorali sono cominciati? Quali difficoltà e resistenze si stanno incontrando? Quale contributi teologico-pastorali sta facendo nascere il confronto in corso tra i cristiani LGBT, i loro genitori e i pastori nella chiesa?
Un momento unico per provare a fare il punto su quanto si sta muovendo su questo tema sarà certamente la tre giorni del Forum Italiano dei cristiani LGBT che, da venerdì 5 a domenica 7 ottobre 2018, farà incontrare alle porte di Roma, nella Casa di Accoglienza San Girolamo Emiliani dei Padri Somaschi di Albano Laziale, oltre 160 cristiani LGBT italiani, i loro genitori, gli operatori pastorali (pastori e laici) di diverse diocesi ed i responsabili di numerose realtà associative cristiane.
Un incontro biennale che chiamerà a raccolta, per la quinta volta, chi “ritrovandosi in questa complessa frontiera esistenziale, non intende rinunciare a cercare la propria posizione nella comunità ecclesiale” (Avvenire, 7 maggio 2016), ma non per elaborare documenti o linee guida ma per favorire quell’incontro reciproco, capace di creare nella chiesa “ponti di accoglienza, ascolto e riconciliazione“.
Ad aprire il confronto al Forum sarà il gesuita padre James Martin, redattore del settimanale cattolico America e noto per il suo ministero rivolto ai cattolici e alle cattoliche LGBT, di cui parlerà già all’Incontro Mondiale delle Famiglie (21-26 agosto 2018). Padre Martin presenterà alcuni dei temi enunciati nel suo libro “Un ponte da costruire. Una relazione nuova tra Chiesa e persone Lgbt” (Marcianum Press, 2018) con cui vuol favorire nella Chiesa “un nuovo atteggiamento pastorale da ricercare insieme alle nostre sorelle e fratelli Lgbt“. Cosa non sempre facile: non a caso ricorda Padre Martin che “un estensione della misericordia a favore di qualche emarginato fa sempre arrabbiare qualcuno. Quando accade nei riguardi dei cattolici Lgbt, si può stare con la folla che mormora ed è contraria alla misericordia, oppure si può stare dalla parte di Gesù. A me la scelta sembra chiara”.
Il suo intervento sarà seguito dalla presentazione delle diverse esperienze pastorali che una parrocchia, una comunità di vita consacrata femminile ed una comunità evangelica stanno portando avanti per creare nuovi cammini inclusivi con le persone omosessuali e i loro genitori.
Tra le tante attività collaterali previste il Forum ospiterà anche un partecipatissimo incontro dei genitori cristiani con figli LGBT con gli operatori pastorali; invece alcuni workshop a più voci faranno il punto sulle diverse iniziative di accoglienza pastorale in corso nelle diocesi e nelle comunità cristiane italiane, senza nasconderne le criticità ma anche le sfide pastorali che pongono in positivo. Mentre diversi momenti di preghiera e alcuni laboratori/incontri con esperti e testimoni aiuteranno i partecipanti al Forum a riscoprire “quali segni e prodigi Dio ha compiuto per mezzo di loro” (Atti, 15, 12).
Questo, e tanto altro sarà il 5° Forum Italiano dei cristiani LGBT 2018, una sfida che, a poche settimane dall’apertura delle iscrizioni, è stata già raccolta dai tanti che hanno prenotato la gran parte dei 160 posti disponibili. Segno della grande attesa che circonda questo incontro in cui una “periferia esistenziale” si fa centro di un cammino cristiano, che parte dall’ascolto delle persone.
* Volontario del Progetto Gionata su fede e omosessualità (www.gionata.org)