Al ritiro di Ragusa con i cristiani LGBT+ ho scoperto che le pietre d’angolo “non sono tutte uguali, ma hanno tanti colori”
Testimonianza di Gianna, una credente che a partecipato al Ritiro per cristiani LGBT+, i loro genitori e gli operatori pastorali (Ragusa, 30 settembre/2 ottobre 2022)
Sono Gianna , ho 49 anni e da diversi. anni ormai frequento la comunità dei Padri Gesuiti di Ragusa. Avendo Padre Cesare Geroldi proposto degli incontri di riflessione e preghiera sempre interessanti, in fiducia, ho voluto partecipare, da esterna, al ritiro “Nell’amore non c’è timore” organizzato dal gruppo di Cristiani LGBT+ di Sicilia e da “In viaggio per Emmaus”, il gruppo siciliano di genitori cristiani con figli LGBT+. Ho portato con me i miei dubbi, la mia scarsa informazione in materia e anche un pizzico di curiosità.
Da subito, ho trovato tra i relatori persone molto competenti sia dal punto di vista emotivo, psicologico, legislativo. Tra i ragazzi e le ragazze coinvolte, nonché tra i loro genitori mi si è aperto un mondo e ringrazio Dio che sia successo. Tutti gli argomenti sono stati trattati con estrema delicatezza e rispetto sia per i presenti che per gli assenti… per coloro che vogliono ancora assentarsi dal capire.
Di cosa si è parlato? Di sofferenza, troppa rispetto all’età, e d’amore. Argomenti molto cristiani, in verità, e da sempre, dalle origini del cristianesimo.
Quello che non mi aspettavo è stato come i genitori, da un lato, e i loro figli LGBT+, dall’altro mostrassero le loro ferite, senza stupidi timori, solo con la voglia di voler essere di aiuto ad altri nella loro stessa situazione.
Madri che hanno raccontato la loro difficoltà iniziale ad accettare un progetto di vita del proprio figlio LGBT+ diverso da quello che avevano immaginato dal momento che li avevano messi al mondo, ma che l’amore per il figlio e l’amore, che il figlio stesso testimoniava, gli hanno fatto superare.
Altri hanno compreso e accettato da subito la diversità del loro figlio, della loro figlia LGBT+ tenendo per sé tutto ciò che hanno subito da persone a loro vicine, per non farlo/a soffrire.
Ragazzi che fino al giorno prima erano circondati da cosiddetti amici e di colpo, dopo aver avuto finalmente il coraggio di fare il loro coming out si sono ritrovati da soli a dire :”Ma sono sempre io!!!!”
Cosa mi ha colpito di più? Diverse cose:
- Due ragazze che hanno testimoniato come vivono la loro storia tra quotidianità, desideri, speranze, fecondità di vita e che ascoltando le altre testimonianze si facevano coraggio a vicenda tenendosi per mano nei passaggi più dolorosi come qualsiasi altra coppia “normale” perché giustamente si considerano dono l’una per l’altra, dono d’amore del Padre a ciascuna di loro.
- Il dubbio dei ragazzi omosessuali di essere diversi anche nei desideri, nelle paure da quelli etero. Niente di più falso. La paura di restare soli, di non essere amati, di essere derisi per le proprie fragilità sono le paure di tutti. Omo, trans o etero.
- Una madre che ha ricordato a tutti che Gesù guariva anche di sabato, non perché non gli importasse dello Shabbat, ma perché, nonostante da ebreo tenesse moltissimo allo Shabbat, non sopportava che i suoi fratelli soffrissero un minuto di più, non un minuto di più.
E noi? I cosiddetti “normali” per quanto tempo ancora lasceremo soffrire questi fratelli deridendoli, aggredendoli o, nel migliore dei casi, ignorando il loro dolore? Davanti al Padre, se cristiani vogliamo continuare a chiamarci, esiste solo un unica classificazione: figli, quindi fratelli e sorelle.
Da parte mia, appena ho esposto la mia ignoranza (non conoscenza) in materia ho visto subito una grande disponibilità e apertura al dialogo e alle spiegazioni. L’unica diversità che ho notato è stata l’estrema sensibilità, risultato tangibile lasciato dagli anni che hanno portato questi fratelli alla consapevolezza e all’accettazione di sé.
Cosa porterò nel mio cuore?
L’abbraccio carico di tante speranze per il futuro con la vicepresidente dell’Agedo di Ragusa, Elvira Adamo. Carica di tutte queste emozioni, ho condiviso l’esperienza a casa mia, mentre in tv, casualmente, proponevano un programma sui cercatori d’oro. Cosa c’entra? C’entra.
Mia madre, 87 primavere alle spalle, vedendo quelle pietre intersecate da vene aurifere o da pietre preziose, mi ha detto :”Vedi, è la natura, anche le pietre non sono tutte uguali, hanno tanti colori”. Verissimo. E in mezzo alla normalità, sono proprio quelle diverse ad essere le più preziose. La diversità tra tutti gli esseri umani è arricchimento, non il contrario.
Giustissimo il titolo “Nell’amore non c’è timore”. Un giorno, alla fine dei nostri giorni, ci verrà chiesto quanto abbiamo amato nella nostra vita. Che questa diventi un occasione dell’amore dato e non di quello negato.