Albano2024. Dove sono, cosa mi blocca, dove voglio andare come cristiano LGBT+, e non solo?
Riflessioni di Alessandro Previti sul “Weekend su fede e persone LGBT+. Per una convivialità delle differenze” (Albano Laziale, 14-16 Giugno 2024)
La tre giorni della Tenda di Gionata ad Albano Laziale ha offerto uno spazio di incontro e di condivisione per i membri della comunità LGBT+ credenti, i genitori cristiani con figli LGBT+, le persone transgender e i giovani LGBT+ e gli operatori pastorali.
I partecipanti (del mio gruppo di condivisione finale) hanno affrontato un cammino simbolico attraverso un gioco narrativo, percorrendo un tappeto costellato di cartelli, ogni cartello una domanda, ogni passo una risposta. Il percorso poneva domande che indagavano le loro origini, la loro attuale situazione emotiva e spirituale e i loro obiettivi futuri. Ogni passo rivelava una lotta personale per conciliare passato, presente, futuro, fede e identità in un contesto spesso non accogliente.
Le aspirazioni più comuni? Una Chiesa più inclusiva, l’integrazione ed il diritto alla quotidianità.
Tra risate, lacrime, abbracci e sostegno, le storie emerse raccontavano di profonde sfide personali e della ricerca di accettazione all’interno delle comunità. Raccontavano di una fede che da forza, del desiderio di una chiesa che vada oltre.
Le storie sono state anonimizzare per rispetto della privacy e per ogni domanda viene rappresentata da una emoji per rendere più scorrevole la lettura.
🛣️Da dove vengo?
📍Dove sono e perché?
⛓️cosa mi blocca?
🔨cosa mi serve?
🧭Dove voglio arrivare?
L.
🛣️ Ho affrontato una grave malattia, pensavo fosse SLA, che mi ha confinato su una sedia a rotelle.
📍 Ora sono qui, in piedi tra voi, e gestisco un gruppo di preghiera.
⛓️ Sento che nascondere ancora una parte di me alla Chiesa mi rattrista profondamente.
🔨 Ho bisogno di ascoltare gli altri, credo che ascoltare sia fondamentale per comprendere meglio me stesso e gli altri.
🧭 Il mio sogno è entrare in seminario.
S.
🛣️ Ho vissuto l’ordinarietà di un matrimonio che mi ero imposto, che poi è finito in divorzio perché sono gay.
📍 Ora sto lavorando per ricostruire la mia vita e per rinnovare la Chiesa dall’interno.
⛓️ La difficoltà di accettare il mio vero io nella vita di tutti i giorni mi blocca.
🔨 Abbiamo l’opportunità e il dovere di parlare e di agire per cambiare la Chiesa.
🧭 Voglio tornare a una vita ordinaria, autentica, dove posso essere pienamente me stesso.
Suor Enrica
🛣️ Ero una suora come tante, ma nel 2017, durante un incontro di lettura biblica con i genitori di persone LGBT+, ho visto il loro dolore e le loro lacrime.
📍 Mi trovo qui, in questo cammino di accettazione e liberazione da cliché e indifferenza.
⛓️ La percezione che il mio abito religioso sia più una barriera, che un simbolo di accoglienza e mi blocca.
🔨 Ho bisogno di camminare verso una Chiesa dove non ci siano differenze, che sia una casa per tutti.
🧭 Voglio contribuire a costruire una comunità ecclesiastica inclusiva, dove il racconto e la condivisione delle storie personali siano strumenti di cambiamento.
T.
🛣️ Cresciuto in un ambiente omofobo, ho vissuto una vita finta, fingendo di essere eterosessuale. Ho subito terapie di conversione che mi hanno profondamente segnato.
📍 Sono qui, alla ricerca di una comunità che mi accetti. La fede mi guida e mi sostiene nel quotidiano.
⛓️ I pregiudizi interni e la paura del giudizio degli altri continuano a essere un ostacolo difficile da superare.
🔨 Ho bisogno di radicarmi nella mia fede e di trovare una vera appartenenza in un gruppo che mi comprenda.
🧭 Desidero chiedere il battesimo e vivere apertamente la mia fede senza maschere.
P.
🛣️ Ho vissuto una vita che non sentivo mia, cercando di adeguarmi alle aspettative altrui, fino al punto di fare coming out con la mia famiglia e a lavoro.
📍 Ora sto cercando di integrare le mie esperienze passate con la mia attuale esistenza, anche se non sempre mi sento sereno.
⛓️ Il ricordo del bullismo subito da giovane e la dipendenza dalle aspettative altrui sono barriere che ancora mi pesano.
🔨 Ho bisogno di ascoltare nuove storie, di imparare dagli altri per trovare pace e integrazione del mio passato.
🧭 Voglio costruire una vita dove il mio passato e il mio presente possano coesistere pacificamente.
M.
🛣️ Quando mio figlio ha fatto coming out, ho scoperto di essere omofoba, nonostante l’amore per lui.
📍 Sono qui per affrontare e superare i miei pregiudizi, per imparare e crescere.
⛓️ La mia iniziale difficoltà nell’accettare mio figlio come è realmente, mi blocca.
🔨 Desidero imparare dai racconti di altri, ascoltare le loro storie di accettazione e amore incondizionato.
🧭 Voglio che la Chiesa riconosca che ogni forma di amore è valida e che mio figlio possa sentirsi benvenuto e amato per quello che è.
R.
🛣️ Ho iniziato il mio cammino verso il sacerdozio per nascondermi, affrontando terapie riparative e giungendo quasi al collasso nervoso.
📍 Ora sono qui grazie al supporto di un parroco che mi ha accettato, dopo aver fatto coming out.
⛓️ La rabbia per il passato e la difficoltà a vedere il positivo nel presente mi sfidano ogni giorno.
🔨 Desidero costruire spazi sicuri e accoglienti per chi, come me, ha sofferto nella ricerca della propria identità.
🧭 Voglio contribuire a una Chiesa che sia un luogo di vita e di fede, che accolga tutti senza pregiudizi.
L’attività è terminata con un forte abbraccio di gruppo, ed una foto, con il tappeto, oramai iconico. Ci vediamo l’anno prossimo, ad Albano Laziale, e chissà quante altre storie emergeranno, nel viavai delle strade della città, su un tappeto, camminando vicino ai prati o seduti vicino alla mensa.