Alcuni sacerdoti polacchi si schierano contro le posizioni anti persone LGBT dei loro vescovi
Articolo di Robert Shine* pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 19 ottobre 2020, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Un professore di una università cattolica polacca ha rassegnato le dimissioni per protesta, dopo che il rettore aveva sanzionato un collega per i commenti negativi al documento episcopale polacco anti-LGBTQ.
Padre Andrzej Szostek, un professore che, come dice [il settimanale cattolico britannico] The Tablet “ordinato sacerdote marista, studiò con il futuro papa [Giovanni Paolo II] all’Università Cattolica di Lublino”, all’inizio di questo mese ha rassegnato le sue dimissioni da una università cattolica polacca.
Questa sua decisione segue la reprimenda a padre Alfred Wierzbicki, un professore di etica, per le sue critiche ad un documento dei vescovi polacchi sulla questione LGBTQ.
Ecco ciò che scrive (il settimanale cattolico inglese) TheTablet:
“’Non posso continuare a collaborare con un’istituzione accademica i cui dirigenti trattano in modo così ostile uno dei loro professori, specialmente uno che ha il coraggio, per ragioni etiche che condivido, di intervenire in argomenti di tale rilevanza morale’ ha dichiarato il professor Andrzej Szostek […]
“Il professore è stato sicuramente critico rispetto dichiarazioni e decisioni di una certa gerarchia ecclesiastica polacca. Ma questo non costituisce una violazione della purezza della dottrina o della missione didattica della Chiesa […]
“Nella lettera di dimissioni, [Szostek] afferma che l’università non ha dato spiegazione della reprimenda, e ha ignorato i messaggi di solidarietà per padre Wierzbicki, ex direttore del prestigioso istituto universitario Giovanni Paolo II, da parte di una dozzina di colleghi professori e di altri 700 firmatari cattolici […]
“‘So che riferire una cosa così alla commissione disciplinare non equivale ad una sentenza definitiva, ma costituisce un pericoloso precedente’, ha dichiarato padre Szostek, ‘Però suona come tale, e mi procura una grande pena'”.
La dichiarazione episcopale in questione, resa nota ad agosto, sostiene, in modo non veritiero, che la dottrina della Chiesa sull’omosessualità è infallibile, e sembra appoggiare le terapie riparative. The Tablet riporta la critica di padre Wierzbicki:
“Ha dichiarato che la comunicazione dei vescovi fa ‘dichiarazioni confuse’ e sembra scritta ‘sulla luna, non in Polonia, dove le persone vengono perseguitate’. Ha anche chiesto alla Chiesa polacca ‘di essere più attenta, piuttosto di ripetere all’infinito che l’omosessualità è un peccato’, e ha aggiunto di credere che le relazioni omosessuali non mettono in pericolo le famiglie”.
La situazione delle persone LGBTQ in Polonia si sta facendo via via più pericolosa, e la gerarchia ecclesiastica, così come molti dei fedeli, ne è complice.
Al di là di questa dichiarazione dei vescovi, alcuni prelati molto importanti hanno definito il movimento LGBTQ una “peste arcobaleno”, e hanno difeso un professore che aveva descritto i partecipanti al Pride “molestatori in marcia”, e sono rimasti in silenzio davanti alla violenza anti-LGBTQ, e questo solo per citare alcune dichiarazioni e comportamenti preoccupanti.
Tutto ciò fa il gioco di Diritto e Giustizia [il partito di destra attualmente al potere, n.d.t.], che usa i sentimenti anti-LGBTQ per conservare il proprio potere politico, che si concretizza in città che si autodefiniscono “Zone libere da persone LGBT”, e in assalti ai partecipanti del Pride.
Padre Szostek e padre Wierzbicki si aggiungono al domenicano Pawel Gużyński, tutte persone interne alla Chiesa che contestano il documento pesantemente anti-LGBTQ dei vescovi pacchi.
Lo scorso anno, padre Gużyński consigliò ai cattolici di scrivere all’arcivescovo di Cracovia Marek Jedraszewski chiedendogli dimettersi per i suoi duri commenti contro le persone LGBTQ; per questo, padre Gużyński venne sanzionato dal suo provinciale con un ritiro penitenziale.
Questi tre sacerdoti dovrebbero essere lodati per la loro coraggiosa decisione di intervenire, e i vescovi polacchi dovrebbero essere così saggi da ascoltarli.
* Robert Shine è direttore associato di New Ways Ministry, per cui lavora dal 2012, e del blog Bondings 2.0. È laureato in teologia alla Catholic University of America e alla Boston College School of Theology and Ministry.
Testo originale: Priest Resigns After Professor Sanctioned for Criticism of Polish Bishops’ Anti-LGBTQ Record