Alla grotta di Betlemme con i pastori. Benvenuti gli esclusi
Riflessioni del Rev. David Eck Asheville* pubblicate sul blog jesuslovesgays (USA) il 15 dicembre 2009, liberamente tradotte da Sara M.
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: “Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”.
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia.
E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. (Lc 2,15-18)
Forse voi non vi identificate con l’angelo. Forse questo periodo dell’anno vi fa sentire come se foste fuori dal cerchio; appena appena un po’ staccati dagli eventi e dalle festività che hanno luogo attorno a voi.
Se è così, voi probabilmente vi identificate molto più intensamente con i pastori. I pastori, come molti di voi sanno, erano considerati pagani e furfanti ed emarginati dalla società giudea del primo secolo. La pastorizia non era considerata una professione nobile.
In parte, la ragione di questa esclusione risiedeva nel fatto che i pastori, a causa del loro lavoro, non potevano rispettare tutti i requisiti della legge giudaica.
Dovevano lavorare il Sabato. Non sempre erano in grado di seguire tutti i rituali di purificazione quotidiani. Perciò i pastori venivano considerati persone che vivevano fuori dal cerchio religioso; pagani ed esclusi.
Riportando questa situazione nel contesto moderno, coloro che si identificano più intensamente con i pastori sono coloro che si sentono esclusi dalla chiesa e dalla società; le persone che non sempre si adattano allo schema a cui, secondo gli altri, dovrebbero aderire; le persone che si sentono in qualche modo separate dagli altri per un mucchio di ragioni diverse.
Inutile dire che ci sono molti nella comunità LGBT che si sentono o si sono sentiti in questo modo, perché sono stati respinti dalla loro chiesa, dalla loro famiglia o da entrambe.
Se voi vi identificate più intensamente con i pastori, ho una buona notizia per voi. I pastori furono la prima comunità ad adorare Gesù. I pagani e gli esclusi furono i primi ad udire il canto dell’angelo e a correre a Betlemme a trovare il bambino che giaceva nella mangiatoia. Non furono i re né il fior fiore della società.
Non furono i retti, la gente religiosa che andava in sinagoga. Furono i pastori i primi ad adorare nostro Signore.
Questa è una buona notizia sul serio. Ci ricorda che tutti sono i benvenuti attorno alla mangiatoia. Non importa chi riteniamo degno di ricevere la buona novella di Dio: è offerta a tutti.
Tutti sono invitati a vedere il bambino, a tenere il Cristo bambino in braccio e a cantargli una dolce ninna nanna. Questo è ciò che ci dice la storia dei pastori. Ed è una buona notizia sul serio per gli esclusi come voi e me.
* Il Rev. David Eck Asheville della North Carolina (USA) è un pastore della Chiesa Evangelica Luterana d’America (ELCA). Oggi può raccontarsi, senza nascondersi, nel suo blog jesuslovesgays.blogspot.com
Testo originale: Shepherds. Welcomed Outcasts