Il lungo viaggio delle persone transgender alla ricerca dell’uguaglianza
Testo pubblicato su Transgender Today, progetto online del New York Times (USA), il 4 maggio 2015, liberamente tradotto da Innocenzo
Una generazione fa, le persone transgender erano ampiamente considerate come “deviati”, non adatti ai luoghi di lavoro, una vergogna per le loro famiglie. Coloro che si confidavano con i loro familiari generalmente ricevevano pietà o erano evitati. Per la maggior parte la transizione equivaleva, sul posto di lavoro, ad un suicidio per la carriera. Le procedure mediche per allineare il corpo di una persona trans con la sua identità di genere, da maschio a femmina o viceversa, erano disponibili solo per quanti potevano pagare di tasca loro. Il coming out, l’uscire fuori, per le persone transgender significava vivere una vita da paria.
Essere transgender oggi rimane irragionevolmente ed inutilmente duro. Ma è tutt’altro che una situazione disperata. Quanti hanno lottato per la loro identità di genere stanno diventando visibili, mentre il movimento per i diritti civili dei gay e delle lesbiche ha avuto uno slancio irreversibile nella lotta per l’uguaglianza. Coloro che fanno coming out oggi lo fanno con trepidazione, rendendosi conto che mentre le sacche di tolleranza si stanno espandendo, rimangono diffusi ancora politiche discriminatorie ed ostili e atteggiamenti dovuti all’ignoranza.
Tutti meritano di fare coming out, di venire fuori in una nazione in cui le storie di compassione e sostegno alle persone transgender siano di più numerose di quelle che terminano col loro suicidio. La marea sta cambiando, ma troppo lentamente, mentre vite, carriere e sogni rimangono ancora in bilico. Ma molte delle storie incoraggianti avvengono lontano dalla nostra vista. Alcuni datori di lavoro nel settore pubblico e privato apertamente hanno iniziato a sostenere le persone in transizione.
[…] Purtroppo le umiliazioni e gli abusi favoriscono ancora tra le persone transgender tassi allarmanti di disoccupazione, l’essere senza fissa dimora ed il suicidio. Leelah Alcorn, di 17 anni dell’Ohio (USA), scrisse una lettera di suicidio straziante prima di saltare davanti a un rimorchio: “L’unico momento in cui riposerò in pace arriverà quando le persone transessuali non saranno più trattate come sono stata trattata io: ma quando saranno trattate da esseri umani“.
Un raid della polizia al bar Stonewall Inn di New York, nel giugno 1969, galvanizzò il movimento per i diritti dei gay in America. Ma già nel 1966 le donne transgender erano insorte dopo essere state cacciate dalla Caffetteria Compton’s di San Francisco. Il ristorante era diventato uno dei pochi luoghi di ritrovo sicuri per la comunità cittadina delle persone transgender che, al tempo, non erano benvenute nei bar gay. Nello stesso anno, il medico Harry Benjamin pubblicò “The Transsexual Phenomenon” (Il fenomeno transessuale), un libro rivoluzionario. I due eventi hanno contribuito a dare vita alla lotta per l’accettazione sociale delle persone transessuali.
Nel corso dei decenni, il movimento transgender ha fatto parte dell’ampia lotta per l’uguaglianza delle minoranze sessuali. Ma se i gay e le lesbiche, negli ultimi anni, hanno raggiunto vaste vittorie legali e politiche, le persone transgender rimangono i cittadini più emarginati della nazione.
Devono ancora affrontare diverse sfide, tra cui l’accesso alle cure mediche di transizione, sfide che non sempre sono state al centro della lotta per i diritti delle persone omosessuali.
Gay e lesbiche sono visibili in tutte le sfere della vita di oggi, molti di loro sono celebrità e modelli per tanti. Le persone transgender, invece, sono rimaste sostanzialmente invisibili, sino a poco tempo tempo.
[…] Tra una generazione gli studiosi sapranno molto di più sulla disforia di genere e i medici, senza dubbio, avranno trovato metodi migliori per aiutare le persone in transizione. Questa generazione potrà essere quella che smetterà di pensare che essere una persone transgender è qualcosa da temere o da fuggire.
.
Testo originale: The Quest for Transgender Equality