“…alla sera della vita saremo giudicati sull’amore.” (San Giovanni della Croce)
Riflessioni di don Fabio
Matteo: 22:34-40: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”.
Lo dicono un po’ tutti e su tanti versanti… se non ti ami, se non ti rispetti, se non ti prendi cura – tu per primo – di te stesso, difficilmente lo faranno gli altri! E non è facile e scontato! E già perché, come si dice, ed è vero, una persona non può dare ciò che non ha, ciò che non ha vissuto, ciò di cui non ha fatto esperienza.
Se per caso, purtroppo, per tanti motivi, nel corso della nostra crescita non abbiamo fatto esperienza di sentirci amati, o peggio, siamo stati “educati” a trattenere i sentimenti, a non manifestarli, a non esporci… saremo convinti di non essere degni di amore, di non meritarci l’amore degli altri, e ci accontenteremo di surrogati dell’amore, e forse allontaneremo da noi chi ci potrebbe amare per davvero.
Impariamo ad amare scoprendoci e sentendoci amati. E questo avviene nel nostro ambiente familiare. Sono i genitori i primi “trasmettitori” di amore. Attenzione, non mi riferisco solo alla cosiddetta “famiglia tradizionale”, ma a tutti i contesti familiari: con un solo genitore, con genitori dello stesso sesso, con genitori di sesso diverso, ecc. Ciò che rimane nel cuore del figlio/a è l’amore che si è ricevuto, e nella misura in cui ne avremo ricevuto, riusciremo a donarne; forse anche di più.
Certo, si può sempre imparare ad amare, anche da adulti, ma diventa sempre più complicato. E tutto questo lo proiettiamo nell’Amore che di Dio ha per noi. Meno male che almeno Lui ci ama comunque, e a prescindere da tutto!
Con affetto, Fabio!