Alloggio e protezione, un grave problema per le persone transgender
Articolo di Thea pubblicato sul blog Trans Catholic Social Teaching (Stati Uniti) il 12 maggio 2014, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Ci riferiamo ancora alla relazione Injustice at Every Turn, quando parla di alloggio. “Le varie forme di discriminazione riguardanti l’alloggio affrontate dagli intervistati includono il 19% a cui è stata negata una casa o un appartamento e l’11% che sono stati sfrattati perché transessuali o queer. Il diciannove per cento (19%) degli intervistati ad un certo punto è diventato senza fissa dimora perché trans o queer e l’1,7% degli intervistati era ancora senza fissa dimora.”
È più probabile che i senzatetto siano incarcerati e/o impegnati a prostituirsi. Di quelli che tentano di andare nei rifugi, “il 29% sono stati allontanati del tutto, il 42% è stato obbligato a stare in rifugi progettati per il genere opposto e gli altri hanno incontrato degli atteggiamenti ostili. Il cinquantacinque per cento (55%) ha riferito di essere stato molestato, il 25% di essere stato assalito fisicamente e il 22% sessualmente.” Possiamo notare come l’accesso all’alloggio possa essere difficile per le persone transgender e le strutture pensate per le persone senza fissa dimora spesso non sono in grado di ospitarle e proteggerle. Quello che ci vuole sono leggi che proteggano le persone transessuali dalla discriminazione e linee guida/normative nei luoghi per i senza fissa dimora sul trattamento delle persone trans, o meglio ostelli dedicati specificamente ad essi.
La Chiesa Cattolica ha delle linee guida simili per quel che riguarda l’argomento “casa”, come è stato per l’educazione e l’occupazione. Nella Gaudium et Spes, paragrafo 26, si dichiara “Contemporaneamente cresce la coscienza dell’eminente dignità della persona umana, superiore a tutte le cose e i cui diritti e doveri sono universali e inviolabili. Occorre perciò che sia reso accessibile all’uomo tutto ciò di cui ha bisogno per condurre una vita veramente umana, come il vitto…” [1]. Nello stesso stile, Living the Gospel of Life al paragrafo 22 dice: “Qualsiasi politica di dignità umana deve affrontare seriamente le questioni del razzismo, della povertà, della fame, dell’occupazione, dell’istruzione, dell’alloggio e dell’assistenza sanitaria. Pertanto, i cattolici dovrebbero impegnarsi a difendere i deboli e gli emarginati in tutti questi settori”. Così la Chiesa Cattolica ha reso chiaro che l’accesso all’alloggio è un diritto umano, uno di quelli che devono avere la precedenza, specie per i deboli e gli emarginati.
Guardando a queste statistiche è facile pensare agli alloggi per le persone transgender come un problema di deboli e di emarginati. Non solo vi è un tasso piuttosto elevato di discriminazione nelle abitazioni, ma coloro che sono senza fissa dimora sono tormentati attivamente. È necessario per la Chiesa Cattolica e per i cattolici laici capire meglio le necessità delle persone transessuali per dare loro il tipo di servizi di cui hanno bisogno riguardo la casa. Quante persone trans sono morte per la strada, mentre avrebbero potuto sopravvivere e trovare rifugio in ricoveri per senzatetto? Quante persone trans sono state violentate o aggredite perché non sono state adeguatamente curate quando sono state ammesse in un rifugio per senzatetto? La Chiesa Cattolica dovrebbe sostenere per conto delle persone transgender la necessità per lo Stato di approvare leggi che le proteggano dalla discriminazione nell’assegnazione delle abitazioni e per una migliore regolamentazione dei rifugi per i senzatetto.
[1] Costituzione pastorale Gaudium et spes, Concilio Vaticano II, 7 dicembre 1965
Testo originale: Catholic Social Teaching on Housing and Homelessness and its Application to Transgender People