Amarsi l’un l’altro un po’ di più (Gv 13, 34-35)
Riflessioni del Rev. David Eck Asheville* tratte da jesuslovesgays (Stati Uniti), 12 maggio 2012, liberamente tradotte da Adriano C.
Gesù disse: “Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri. Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri.” (Gv. 13, 34-35). Quando riflettiamo su questo comandamento di Gesù, è importante sapere che in greco ci sono tre parole per tradurre la parola “amore.”
La prima di queste è EROS che è l’amore del desiderio erotico. E’ quello che cantava Barry White in “Hey, Baby”. La seconda è PHILOS che è l’amore tra amici. La terza è AGAPAO che è la radice della parola AGAPE. Questa terza parola greca è la parola usata da Gesù nella lettura di cui sopra. Questa è la più alta e la migliore forma di amore.
Non è casuale o facile. E’ abnegazione e sacrificio. E’ il tipo di amore che Gesù ci ha mostrato donando la sua vita sulla croce per i nostri peccati. Il tipo di amore che ci sfida a mostrare gli uni verso gli altri. Perciò, quando Gesù ci comanda di AMARCI l’un l’altro, Egli ci sfida a vedere ognuno come figlio di Dio, degno del più grande e del migliore amore che abbiamo da offrire. Viene meglio descritto nella parola sanscrita NAMASTE che significa “Mi inchino [namas] a te [te].” Quando la gente dice NAMASTE, sta dicendo “lo spirito in me riconosce lo spirito in te”.
Non potremmo mai essere sempre d’accordo tra di noi. Potremmo far arrabbiare qualcuno di tanto in tanto. Ma io non penso a me stesso come un tuo superiore e riconosco che lo spirito di Dio abita in tutti i figli di Dio, anche in coloro che forse guardano, agiscono e pensano in una maniera molto diversa dalla mia. L’amore “AGAPE” descritto da Gesù in Giovanni 13 ci dovrebbe sfidare nel profondo. NON è un amore che può manifestarsi con odio e ostilità verso gli altri.
NON è un amore che sceglie di diffondere disinformazione e mente per far avanzare dei programmi politici. NON è un amore che lavora duramente per sconfiggere un disegno di legge sui crimini d’odio e che invia messaggi che è giusto uccidere o far del male ad un altra persona perchè la percepisce differente da sè. Chi odierebbe Gesù allora? Nessuno! Chi ucciderebbe Gesù dunque? Nessuno! Gesù voleva bene anche ai farisei che complottavano contro di lui ad ogni passo del suo cammino.
Certo, si arrabbiava con la loro ipocrisia religiosa chiamandoli “sepolcri imbiancati” perchè sembravano molto buoni guardandoli dall’esterno, ma che internamente avevano degli insegnamenti politici e religiosi che li rendeva incapaci a dimostrare l’amore e la compassione. Tuttavia, Gesù li amò e sperava che sarebbero stati trasformati dal suo amore per loro. E’ tempo per i Cristiani di smettere di odiare e di cominciare ad amare. E’ la più grande sfida che ognuno di noi dovrà intraprendere.
* Il Rev. David Eck Asheville della North Carolina (USA) è un pastore della Chiesa Evangelica Luterana d’America (ELCA). Oggi può raccontarsi, senza nascondersi, nel suo blog jesuslovesgays
Testo originale: Love One Another Some More