Amori consacrati. Il libro di testimonianze di suore, frati e preti omosessuali in Italia
Prefazione di Franco Barbero al libro Amori consacrati. Testimonianze di suore, frati e preti omosessuali in Italia, Gabrielli Editori, 2019, pp.11-13
Dietro e dentro le pagine (di Amori consacrati. Testimonianze di suore, frati e preti omosessuali in Italia, Gabrielli Editori, 2019, 224 pagine) che ti accingi a leggere, ti verranno incontro storie vere di persone reali, in un cammino spesso lacerante ma infine liberante, in cui l’amore e la fede trovano il modo di intrecciarsi e sostenersi. Così le persone fioriscono e la fede manifesta la sua potenzialità liberatoria, portatrice di pace e di felicità.
Da quasi 60 anni ascolto ed accompagno persone omoses- suali che, nella ricerca di essere se stesse, hanno fatto esperien- za di una chiesa istituzionale molto spesso estranea, ostile o addirittura persecutoria del loro percorso.
Qui vengono alla luce testimonianze di suore, frati e preti omosessuali in Italia: una realtà che emerge raramente, se non per suscitare spettacoli e discorsi pruriginosi e costruire scenari da scoop.
In queste pagine così documentate e rigorose non si trovano, anche attraverso il grido di dolore e di protesta, se non iti- nerari di persone che vogliono essere se stesse nella loro vita individuale, relazionale, amorosa ed ecclesiale. C’è di più: è la fede, finalmente scoperta e praticata come relazione di fiducia totale in Dio, che sostiene e spinge queste persone a trovare il coraggio di manifestare la loro identità, di sentirsi nell’ab- braccio di Dio anche dentro luoghi istituzionali inaccoglienti. Persone che, radicate nella fiducia in Dio, trovano la libertà di amare secondo ciò che si è, fuori o dentro un convento, una canonica o un monastero.
Il libro presenta percorsi e scelte diverse, ma sempre sostenute dalla stessa passione per l’onestà, con tutta la fatica di chi depone la maschera o di chi rimane dentro l’istituzione eccle- siastica ormai libero dagli insegnamenti e dalle regole proibi- tive, omofobiche e sessuofobiche tuttora vigenti nella chiesa.
Circa 40 anni fa, nel convegno europeo su “Fede cristiana e omosessualità”, svoltosi ad Agape nei pressi di Pinerolo, dopo una lunga preparazione avvenuta negli anni 1975-1979, e anche mentre presentavo a Roma il volume di John McNeill, fu per me decisivo lo scritto in cui lanciai il manifesto “Senza chiedere permesso”. Oggi vedo fiorire nei vari luoghi istituzionali questa libertà e responsabilità. Si tratta di persone adulte che finalmente sanno vivere appieno la libertà evangelica fuori dai sensi di colpa e dall’ombra del peccato.
Come le pagine documentano si tratta sempre di un lungo e faticoso cammino di liberazione interiore, attraversato da mille dubbi e dall’inquietudine di un futuro incerto.
Forse solo chi ha vissuto all’interno di una qualche istituzione cattolica può capire appieno il peso del pregiudizio che regna in certi ambienti e il continuo invito a mascherarsi, a vivere nella doppiezza, gli infiniti sensi di colpa che vengono coltivati: il tutto mescolato ad una sessuofobia che si taglia con il coltello, che si respira giorno dopo giorno…
Sento di condividere con chi ha raccolto queste testimonianze due proposte per la felicità delle persone e la conversione delle nostre chiese.
Prima di tutto vorrei notare che i vescovi e i formatori delle varie istituzioni ecclesiastiche brillano, in grandissima misura, per la loro ignoranza e per la loro incapacità di porsi in ascolto delle persone. Spesso superiori religiosi, madri superiore e ad- detti alla formazione non posseggono nemmeno il vocabolario che attiene all’omosessualità. Si tratta di un problema rilevan- tissimo perché la comunità cristiana, in tutti i suoi spazi eccle- siali, se non diventa ascolto reciproco, crea infantilismo, sensi di colpa, ipocrisia, infelicità.
L’ultima annotazione. Che cosa ci stiamo a fare nel mondo come cristiani e teologi se non per dire e testimoniare in mille modi che Dio e l’amore stanno sempre bene insieme? Queste donne e questi uomini l’hanno capito e vivono su questo sentiero nel pieno abbraccio di Dio.
La loro preziosa testimonianza va raccolta.
Tutte le testimonianze di questo libro sono anonime. Devono esserlo perché queste persone possano sopravvivere negli ambienti di Chiesa dove vivono. Le suore, i preti e i frati che in questo libro hanno parlato, se lo avessero fatto a viso scoperto, andrebbero incontro a problemi nelle loro comunità religiose e nelle loro parrocchie – dall’ostracismo all’esclusione.
Alcuni di loro sono stati mandati dallo psichiatra, altri hanno perso i loro incarichi per il semplice fatto di essersi aperti sul proprio orientamento sessuale ai superiori: tentativi di parola coraggiosi, ma inutili.
Anche il fatto che i due curatori restino anonimi deriva dalla situazione di queste persone che non possono rivelare la loro identità senza compromettere il loro impegno ecclesiale. Sono quindi nella stessa condizione delle persone che hanno testi- moniato. Questa situazione è in sé specchio della realtà ecclesiale odierna.
Come introduttore ed estimatore delle persone che hanno raccolto queste testimonianze, ho ben compreso e condiviso la scelta dell’anonimato, perché vogliono rimanere membri attivi di questa comunità ecclesiale, evitando la curiosità, per nulla utile ad un dialogo sereno.
don Franco Barbero
Per info: librotestimoninanze@gmail.com
Franco Barbero (a cura di), Amori consacrati. Testimonianze di suore, frati e preti omosessuali in Italia, Gabrielli Editori, 2019, 224 pagine