Anche la legge naturale prevede l’accettazione dei figli LGBT, per il bene stesso della famiglia
Articolo di Bob Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), il 31 luglio 2016, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
La sempre maggiore diffusione del matrimonio omosessuale ha lasciato i suoi oppositori cristiani sulla difensiva. Viste inefficaci le loro argomentazioni tratte dalle Scritture, le loro critiche fanno sempre più largo uso della teoria della legge naturale.
I giudici della Corte Suprema John Roberts e Antonin Scalia si sono basati sulla cosiddetta legge naturale per motivare il loro dissenso alla decisione di legalizzare il matrimonio omosessuale in tutti gli Stati Uniti e figure prominenti dell’opposizione ai diritti LGBT hanno tutt’altro che abbandonato le loro strategie religiose e le argomentazioni in favore della legge naturale.
L’esperto di etica Daniel Morris, che insegna all’Augustana College di Rock Island nell’Illinois, afferma che le argomentazioni basate sulla legge naturale contro il matrimonio e le relazioni omosessuali sono degne di riflessione ma possono essere confutate. I lettori di Morris sono genericamente cristiani ma la sua riflessione è estremamente sensibile per i cattolici perché gran parte della morale sessuale della Chiesa cattolica si basa sulla teoria della legge naturale.
Quest’ultima, spiega Morris, ha la sua premessa nell’idea che gli esseri umani, in quanto animali razionali, hanno la capacità di osservare l’ordine creato e, da questa osservazione, sviluppare le norme morali. Applicando questo processo Morris ha sviluppato una nuova prospettiva: “Per me non è per niente chiaro perché la legge naturale debba condurre a opporsi al riconoscimento legale del matrimonio omosessuale, al contrario, quello che voglio suggerire è che le premesse basilari della legge naturale possono condurre a sostenere la legislazione sul matrimonio omosessuale”.
Morris comincia a rovesciare le argomentazioni degli oppositori esaminando le famiglie con figli LGBT; il teologo osserva che non è l’omosessualità a minacciare tali nuclei famigliari, bensì l’omofobia: “Tale paura dell’omosessualità distrugge le famiglie e causa conflitti tra genitori e figli. Le famiglie nucleari si lacerano quando i figli capiscono di avere tendenze omosessuali o di deviare in qualche modo dagli standard comunemente accettati di mascolinità e femminilità. I figli devono quindi affrontare una terribile decisione: mantenere il segreto o rivelarlo ai genitori, che possono condannarli, e infatti molti genitori condannano e ostracizzano i figli che non corrispondono alle norme sociali riguardanti il sesso e il genere […] Questo fenomeno dovrebbe preoccupare molto ogni pensatore che si rifaccia alla legge naturale, dato che le premesse basilari della legge naturale pongono come priorità i nuclei famigliari integri, uniti e amorevoli”.
Gli oppositori si basano su “una valutazione selettiva e incoerente della famiglia nucleare”, ma questo non vuol dire che la famiglia cessi di essere un bene che i militanti LGBT possano difendere; anzi, lo sviluppo armonioso delle famiglie è un bene che fa progredire l’accettazione delle persone LGBT e delle loro relazioni. Quando un figlio fa coming out le famiglie generalmente hanno davanti a loro tre opzioni: le terapia riparative, l’espulsione o l’accettazione.
Le terapie riparative sono “largamente screditate” e generalmente considerate inefficaci e dannose. I problemi famigliari ”non possono essere risolti obbligando i bambini e gli adolescenti a conformarsi alle aspettative sociali eteronormative”, una realtà confermata dalle scienze sociali e dall’esperienza umana. Questi due campi sono “due fonti che la teoria della legge naturale può fare propri” e non può perciò accettare l’opzione delle terapie riparative.
L’espulsione dalla famiglia è problematica se, come suggeriscono i sostenitori della legge naturale, la famiglia è essenziale perché gli individui e le società fioriscano. Morris sostiene di “non aver mai sentito nessuno di loro condannare tale triste realtà” e anzi fanno fatica a riconoscere che “l’omofobia genitoriale è spesso responsabile della distruzione delle famiglie”. Il danno arrecato alla famiglia e la dissoluzione delle relazioni legate all’espulsione di un figlio non è previsto dalla teoria della legge naturale, che cerca di rendere migliore e più solida la famiglia stessa.
L’accettazione è “il modo più efficace di riunire le famiglie lacerate” dal coming out di un figlio o di una figlia, come riportano le famiglie stesse. Essa richiede la valorizzazione dell’identità del figlio o della figlia priva di intenti moralistici negativi e la solidarietà con lui/lei quando, fuori dalla famiglia, incontrerà pregiudizi. L’accettazione può guarire anche dopo un eventuale rifiuto da parte dei genitori: “Si potrebbe pensare che i propositori della legge naturale siano a favore di tale accettazione in quanto essa promette di riunire le famiglie così messe a repentaglio; le famiglie integre e amorevoli hanno, almeno apparentemente, un grande valore per i teorici della legge naturale. Eppure cercheremmo invano nei loro interventi una difesa dell’accettazione dei figli omosessuali da parte dei genitori, nell’interesse dell’integrità della famiglia. Forse non vogliono ammettere che l’accettazione dei figli omosessuali sia migliore della loro condanna perché ciò significherebbe una revisione drastica delle loro idee fondamentali sulla sessualità umana. Riconoscere che forse il nostro discernimento dell’ordine naturale della sessualità umana è sbagliato può essere difficile”.
Dato che l’accettazione è chiaramente la scelta più aderente alla legge naturale, sorge la domanda su cosa costituisca “accettazione” nel campo dell’omosessualità e del matrimonio. Morris afferma che, tra i più raffinati oppositori del matrimonio omosessuale, sembra esserci un forte desiderio di accettazione nei confronti delle persone omosessuali e delle loro relazioni, separando però la questione del matrimonio. Il teologo critica tali argomentazioni perché “sono anch’esse omofobiche”: “Il problema delle loro argomentazioni, tuttavia, è che non possono accettare il desiderio e le relazioni omoerotiche negando al tempo stesso il diritto delle persone omosessuali di sposarsi. Nonostante il fatto che vogliano far credere di ‘accettare’, la realtà morale […] è che l’amore omosessuale è inferiore all’amore eterosessuale perché non può sostenere la famiglia e la società. Come i difensori della legge naturale, costoro basano il loro giudizio sulla possibilità di procreare. […] Denigrare l’attività omoerotica in questo modo rafforza l’idea secondo la quale l’amore omosessuale è inferiore a quello eterosessuale. A questo aggiungete l’argomentazione condiscendente secondo la quale i o le partner omosessuali dovrebbero considerarsi semplicemente ‘amici’ o ‘amiche’ e la conclusione che non dovrebbero avere il diritto di sposarsi e diventa chiaro che, al di là delle apparenze, questi autori considerano l’omosessualità intrinsecamente inferiore”.
L’omosessualità non può essere un elemento secondario in un autentico modello di accettazione famigliare. L’accettazione è il bene che le famiglie con membri LGBT devono perseguire perché essa rafforza le famiglie stesse, che sono un bene anch’esse. Perciò, conclude Morris, la decisione della Corte Suprema dovrebbe essere ben accolta dai filosofi della legge naturale: “Questo perché, coerentemente con la visione della legislazione civile [dei filosofi della legge naturale], essa può sviluppare in noi le virtù necessarie per partecipare bene alla vita sociale, inclusa la vita famigliare. Nella teoria della legge naturale di Tommaso d’Aquino uno degli effetti delle leggi umane è rendere buone le persone (Summa Theologica I-II, 92). […] Sulla questione specifica dell’omosessualità e della stabilità famigliare che qui affronto, la virtù rilevante è l’accettazione da parte dei genitori dell’omosessualità del figlio o della figlia, virtù che tende al buon esito della riconciliazione famigliare. A seguito dell’eliminazione, da parte della Corte Suprema, dei divieti statali del matrimonio omosessuale, credo che molti genitori arriveranno ad accettare l’identità sessuale dei loro figli e le famiglie guariranno dalle loro rotture”.
Morris cita anche l’Associazione Psichiatrica Americana che eliminò l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali, un punto dopo il quale le famiglie cominciarono ad accettare più facilmente i figli LGBT. Ora il teologo invoca un cambiamento ancora più radicale da parte dei partigiani della legge naturale, in quanto si deve mirare alle esperienze e alle intuizioni delle persone LGBT e delle loro famiglie quando si riflette sull’ordine naturale per accertare la morale. È necessaria l’umiltà di ammettere le incoerenze e anche gli errori, in modo che si possano operare le necessarie revisioni basate sulle esperienze e intuizioni di cui sopra: “Il modo più semplice per avere una maggiore coerenza su tali questioni consisterebbe nell’abbandonare il culto per la complementarietà anatomica e di rilassare l’etica riguardante il rapporto sessuale e la procreazione […] Questo non indebolirebbe l’autorità morale della legge naturale, al contrario, essa ne guadagnerebbe in integrità dimostrando l’umiltà di ammettere di essere fallibile. L’unica cosa che questa teoria sulla sessualità umana ha da perdere è il suo statuto duale, l’ultimo bastione contro il matrimonio omosessuale e l’ultima voce che si oppone alla piena dignità di chi non si conforma agli standard sociali eteronormativi”.
La teoria della legge naturale viene usata da molti anni dai prelati e teologi cattolici che rifiutano l’identità e le relazioni LGBT. Una critica corretta della teoria e delle argomentazioni anti-gay e anti-transgender che ne derivano non è sempre facile, pur se i cattolici sanno bene per esperienza di vita e di coscienza come queste siano errate. L’articolo di Morris è un contributo alle sempre più numerose ricerche che fanno di questa teoria una tradizione utilizzabile per far avanzare la giustizia sociale, compresi i diritti delle persone LGBT e delle loro famiglie.
Testo originale: Theologian: Natural Law Affirms Marriage Equality and LGBT Rights