Anche nelle Marche saremo in Veglia contro l’omofobia
Riflessione del Gruppo Tenda dell’incontro, Rete di omosessuali credenti nelle Marche
"Vorremmo pregare e vorremmo farlo non solo per ricordare, per ricordare chi non c’è più perché qualcun altro o, peggio, lo Stato ha decretato la sua condanna a morte. No, vorremmo pregare anche per coloro che si sentono sempre a posto con la propria coscienza, per coloro che si sentono sempre dalla parte della maggioranza, dalla parte giusta, vorremmo pregare perché il Signore li possa aiutare a non giudicare, a non scagliare mai la prima pietra". Questa sarà la preghiera che i credenti omosessuali del gruppo Tenda dell'incontro delle Marche alzeranno singolarmente dalle loro abitazioni il 4 aprile 2008 ma in comunione con tutti gli altri credenti in veglia.
L’anno scorso abbiamo ricordato Matteo, ma quanti nomi potremmo aggiungere, del passato e del presente, alle vittime dell’omofobia: Paolo, Manuela, Alfredo, Paola, ma anche Pierre e Jo, Matthew, Georgij, Mahmoud e Ayaz, Pegah o Makwan, Hamzeh e Loghman, perché l’odio e la violenza contro gli omosessuali non hanno confini, né geografici, né etnici, né religiosi.
E quanti altri nomi potremmo aggiungere a questa lista, nomi anonimi, di persone di cui non si è mai saputo nulla, perché, si sa, l’aggressione o la morte di un omosessuale a volte non fa neanche notizia.
Vorremmo pregare questa sera e vorremmo farlo non solo per ricordare, per ricordare chi non c’è più perché qualcun altro o, peggio, lo Stato ha decretato la sua condanna a morte. No, vorremmo pregare anche per coloro che si sentono sempre a posto con la propria coscienza, per coloro che si sentono sempre dalla parte della maggioranza, dalla parte giusta, vorremmo pregare perché il Signore li possa aiutare a non giudicare, a non scagliare mai la prima pietra.
Vorremmo pregare per i genitori degli omosessuali, perché sappiano fare della famiglia quello che dovrebbe sempre essere: il luogo dell’amore e dell’accoglienza, della crescita e del rispetto, e non un ulteriore luogo dove aver paura, dove sentirsi condannati o minacciati, un ulteriore luogo dove continuare a nascondersi e a non poter essere se stessi.
Vorremmo pregare anche per i credenti, di qualunque confessione religiosa, perché non si voltino dall’altra parte, perché in nome di Dio sappiano dire: “Basta!”.
Basta alla dignità calpestata, basta ad ogni forma di violenza e di sopruso verso esseri umani che hanno la sola “colpa” di amare persone del loro stesso sesso. Basta infliggere sofferenza gratuita a chi dovrebbe essere nostro fratello, basta, proprio in nome della fede, a chi si erge a giudice implacabile, a carnefice.
Purtroppo esistono ancora discriminazioni e violenze nei confronti degli omosessuali perpetrate persino con il ricorso ad argomenti religiosi, a pressioni familiari o culturali. Purtroppo persiste ancora una mentalità che ignora la novità del Cristianesimo, l’uguale dignità di ogni essere umano.
Perché, come ha scritto San Paolo, “in Gesù Cristo non c’è più né Giudeo né Greco, né schiavo né libero, né uomo né donna”, né eterosessuale né omosessuale potremmo aggiungere noi questa sera, “ma tutti voi siete uno solo in Cristo Gesù”.
O Dio vieni a salvarmi.
Signore vieni presto in mio aiuto.
Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò paura?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?
Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò paura?
Salmo 21 (1/12)
“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Tu sei lontano dalla mia salvezza”:
sono le parole del mio lamento.
Dio mio, invoco di giorno, e non rispondi,
grido di notte e non trovo riposo.
Eppure Tu abiti la santa dimora,
Tu, lode d’Israele.
In te hanno sperato i nostri padri,
hanno sperato e Tu li hai liberati;
a te gridarono e furono salvati,
sperando in Te non rimasero delusi.
Ma io sono un verme, non uomo,
infamia del mio popolo.
Mi scherniscono quelli che mi vedono,
storcono la bocca, scuotono il capo:
“Si è affidato al Signore, Lui lo scampi,
lo liberi, se è Suo amico”.
Sei Tu che mi hai tratto dal grembo,
mi hai fatto riposare sul petto di mia madre.
Al mio nascere mi hai raccolto,
dal grembo di mia madre sei Tu il mio Dio.
Da me non stare lontano,
poiché l’angoscia è vicina e nessuno mi aiuta.
1 Giovanni 4,11.8
Se Dio ci ha amati per primo, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.
Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
Anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Se Dio ci ha amati per primo, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.
Gruppo Tenda dell’incontro, Rete di omosessuali credenti nelle Marche
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