Tra caldo e polemiche sulla legge Zan nella prima settimana di agosto va in onda l’omofobia
Riflessioni di Massimo Battaglio per il progetto “Cronache di ordinaria omofobia”
Il bollettino dell’omofobia della prima settimana di agosto è molto ricco e straordinariamente truculento. Le forze di polizia (non noi della lobby ghei intergalattica e tendenziosa) hanno dovuto registrare tre pesanti fatti di sangue, per un totale di sette feriti. Alla faccia di quelli che predicano la “libertà di espressione”. Le vittime mi perdoneranno il sarcasmo, spero, ma è l’unica arma, per ora che non c’è una legge, per reagire a testa alta.
- 31 luglio 2020, Roma: un giovane trentunenne è accerchiato da cinque ragazzini che lo aggrediscono prima verbalmente e poi fisicamente a suon di insulti omofobi. Lo picchiano finché cade a terra.
- 05 agosto 2020, San Benedetto del Tronto: All’esterno di un locale, un gruppo di cinque ragazzi insulta un giovane con epiteti omofobi. Quattro amici che sono con lui, lo difendono. Il gruppo passa all’attacco. Qualcuno riesce a chiamare i carabinieri, che però arrivano tardi. Nel frattempo, il ragazzo bullizzato prova a fuggire e i suoi amici con lui. Ma i cinque bulli li inseguono fin sotto casa e li fraccano di botte.
- 06 agosto 2020, Firenze: in piazza Santo Spirito, un ragazzo di vent’anni sta distribuendo volantini per invitare a una manifestazione lgbt. Un coetaneo prende un volantino, lo legge e risponde sferrandogli un pugno.
Con questi dati, il mese di luglio si chiude a quota 24 vittime. Non siamo a livelli del giugno e luglio 2018, quando, appena insediato il governo Salvini, l’omofobia erano schizza a 30 e 31 vittime (fu sicuramente una combinazione, sempre per proseguire col sarcasmo) ma ci avviciniamo. In compenso, agosto sembra partire con una vittima al giorno.
Rincresce notare che, a dispetto della tendenza degli ultimi anni, in cui prevalevano le denunce di atti non aggressivi sul piano fisico, ora si assite a una straordiaria rimonta di fatti violenti. Non giovani cacciati di casa o dal posto di lavoro o da un locale, ma botte. Dodici feriti e un morto fanno più della metà delle vittime. Tra le rimanenti, una era stata salvata in extremis dal suicidio.
Ma questa settimana, gli episodi non sono tutti qui. Il nostro bollettino potrebbe proseguire parlando di almeno altri due casi, forse meno gravi, di cui si è molto parlato in rete. Purtroppo non possiamo registrarli con certezza perché sono avvenuti in assenza di testimoni. Si tratta di due aggressioni verbali – questa volta sì – nelle quali il colpevole ha esercitato con un po’ troppa verve la sua “libertà” di esprimere cosa pensa dei gay.
- Il primo episodio è denunciato il 4 agosto dallo youtuber Cristiano Cervini, titolare del canale “issima91”, in cui affronta con leggerezza le tematiche lgbt. Cristiano sta passeggiando all’isola d’Elba col suo fidanzato quando un ragazzo lo riconosce e comincia a coprirlo ripetutamente di insulti omofobi. Altri ragazzetti si uniscono alle ingiurie. “Issima91” non si lascia intimorire e chiede ai ragazzi: “Scusate, stavate dicendo a me?“. Loro fanno finta di ignorarlo. Lui incalza: “Sto dicendo a voi, ditemelo in faccia: stavate parlando di me?”. I mocciosi si dileguano. Questo è il racconto di Cristiano stesso, del quale non abbiamo ragione di dubitare. Purtroppo, come succede spesso, nessuno ha visto, nessuno ha sentito, dunque è come se non fosse successo niente.
- L’altro episodio è avvenuto in un ristorante di un borgo della Sicilia ed è stato denunciato da tre turisti. I tre non hanno gradito il servizio e soprattutto i prezzi della casa, più salati del previsto. Ne parlano col titolare, in disparte per evitare scenate. Ma la scenata c’è ugualmente ed è di tipo omofobo. Pare infatti che il ristoratore, anziché esporre le proprie ragioni, abbia approfittato dell’assenza di pubblico per fare poco elegantemente leva sull’orientamento sessuale dei tre e buttarli fuori. Anche qui: la parola delle vittime contro quella del colpevole. Niente da fare se non sfogare la rabbia sui social. Ma non è nemmeno pervenuta smentita. E poi le storie come questa sono ormai troppe perché se ne possa dubitare.
Ci rivediamo a ferragosto col prossimo bollettino. Vedremo se il solleone riuscirà a tranquillizzare gli animi o a esasperarli ancora di più ma temiamo che il combinato tra calura e polemiche sulla legge Zan darà pessimi frutti.
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