Appunti per una storia dei gruppi di cristiani Lgbt in Italia
Articolo di Gianni Geraci pubblicato su Adista Documenti, n°43, il 10 dicembre 2016
Le origini: Ferruccio Castellano. Tra il 13 e il 15 giugno del 1980 si tenne nel centro ecumenico di Agape (una struttura della Chiesa Evangelica Valdese che si trova in provincia di Torino) il primo campo su Fede e omosessualità: era il risultato di un paziente lavoro di preparazione che don Franco Barbero[1] e Ferruccio Castellano[2] avevano portato avanti dopo che si erano conosciuti nel 1977. Ecco il ricordo di don Barbero: «Era il 1977 quando ebbi la fortuna di conoscere Ferruccio Castellano, un giovane omosessuale credente che spesso mi raggiungeva in macchina da Torino. Con lui nacque una comunicazione intensa. Avevamo, in verità, un’idea “folle”: perché non organizzare un convegno nazionale su fede e omosessualità? Ma i primi contatti ci diedero solo un ritorno di bocche cucite e di porte chiuse. Una sera dell’estate 1979 salimmo ad Agape e presentammo al pastore Eugenio Rivoir, allora direttore del Centro Ecumenico di Agape, la nostra proposta. Tra noi fu subito intesa»[3].
Un articolo scritto da Ferruccio Castellano permette di rivivere il clima di quel primo incontro: «Pregano. Fanno la comunione e fanno all’amore con grande disinvoltura, ma soprattutto (…) rifiutano la pubblicità e mandano a casa i giornalisti saliti fin lassù (…). “Non si è trattato di un congresso – precisa uno degli animatori – ma di tre giorni di riflessione, di confronto, di gayezza”. Difficoltà con la gerarchia? “A noi interessa più il Vangelo che il papa”, risponde secco. Al termine dell’incontro è venuta una proposta concreta anche dalla Chiesa: le Comunità cristiane di Base hanno deciso di aprire le porte ai gay. Inoltre, è stato approvato all’unanimità un appello nel quale si chiede “che le Chiese cristiane alzino la loro voce contro le quotidiane violenze che si compiono contro gli omosessuali”»[4].
Anche se era rimasto deluso dall’esperienza di questo primo campo[5], Castellano continuò il suo lavoro pubblicando, nel 1981, il libro Essere omosessuali[6] e partecipando, nel 1982, a un convegno organizzato dalla Cittadella di Assisi. Purtroppo la visibilità come omosessuale ebbe pesanti conseguenze sulla sua vita: la società per cui lavorava iniziò contro di lui un’azione di mobbing che lo costrinse alle dimissioni. Rientrato al suo paese dopo la morte della madre, trovò un posto di insegnante in una scuola cattolica che però, quando la notizia della sua omosessualità si diffuse, gli comunicò la decisione di non rinnovargli più il contratto. Schiacciato dalla solitudine e dalle difficoltà, Ferruccio si tolse la vita il 16 settembre 1983[7].
I primi gruppi
La nascita del Guado, il primo gruppo di omosessuali credenti italiano, è descritta così da don Domenico Pezzini[8]: «Tutto cominciò, per me, con una lettera inviata a Rocca da Giovanni Dall’Orto alla fine del ’79, dove si poneva in termini acuti e sofferti il problema dell’impossibile conciliazione tra l’essere cristiano e l’essere omosessuale. Risposi a quella lettera per dire sostanzialmente che, secondo me, l’adesione al Vangelo non costringeva l’omosessuale ad aver vergogna della sua natura, ma poteva costituire per lui una possibilità per viverla anche meglio. Giovanni mi scrisse, mi invitò a un incontro a Milano con altra gente che aveva risposto alla sua lettera: la sede era il Fuori, la data il 24 febbraio del 1980. (…). Tornato dalle vacanze alla fine di agosto trovai una sua lettera con unito l’elenco dei partecipanti al campo di Agape: mi segnalava che un bel numero era di Milano e mi proponeva di fare “qualcosa” cercando di contattare discretamente le persone. Decisi di accogliere il suggerimento. Fu così che il 20 dicembre del 1980 ci trovammo nella casa di uno di noi: eravamo in sei e il risultato dell’incontro fu la volontà comune di incontrarci regolarmente una volta al mese. Nasceva così a Milano quello che oggi è il Gruppo del Guado»[9].
La finalità principale degli incontri mensili era quella di aiutare le persone a maturare una fede adulta, capace di spingerle a fare le loro scelte secondo coscienza, senza trascurare le esigenze di autenticità e di rispetto per l’altro, che vengono sottolineate nel Vangelo. Insieme venivano organizzati dei ritiri per coinvolgere anche persone lontane che non potevano partecipare agli incontri.
Quando, nel 1984, don Pezzini lasciò il Guado, i gruppi italiani presero due strade diverse: quelli nati nei primi anni ottanta10 seguirono la direzione indicata da Ferruccio Castellano, mentre quelli man mano fondati da don Pezzini[11] cercarono di offrire a lesbiche e gay un ambiente protetto per aiutarli a riconciliarsi con la propria biografia.
Aids, carità, visibilità
In realtà, in quegli anni, erano pochissime le persone omosessuali credenti che avevano il coraggio di esporsi. Tra queste va ricordato Gianluigi Giudici, portiere d’albergo a Mestre approdato alla Chiesa valdese che, con l’aiuto di alcuni volontari del gruppo Incontro di Padova (di cui era uno dei fondatori), aveva creato una casa famiglia in cui i malati di Aids venivano aiutati ad affrontare le fasi più difficili della loro malattia.
La maggioranza di chi partecipava alle attività dei gruppi era letteralmente terrorizzata dall’idea di essere additata pubblicamente come omosessuale. Emblematica la vicenda di Augusto degli Esposti, uno dei fondatori del gruppo In Cammino di Bologna. Si trattava di una figura di primo piano nel mondo dell’associazionismo cattolico: docente universitario, era uno dei principali collaboratori del cardinal Biffi che, nei primi anni novanta, gli aveva chiesto di accompagnarlo in un viaggio che intendeva fare in alcuni Paesi africani.
Augusto Degli Esposti aveva ottimi motivi per rifiutare quell’invito: aveva contratto il virus dell’HIV e non poteva sottoporsi alle vaccinazioni che il viaggio imponeva. La scelta di continuare a tener nascosta la sua condizione gli fu fatale: al ritorno dal viaggio, Augusto iniziò a manifestare i sintomi delle malattie per cui si era vaccinato e l’11 settembre del 1992 morì all’età di 52 anni.
Tra una Chiesa e l’altra, tra la Chiesa e una Chiesa “altra”
Negli anni ‘90, oltre alla nascita per gemmazione di numerosi gruppi in giro per l’Italia vanno segnalate alcune iniziative ecclesiali innovative. In una parrocchia di Catania, sotto la guida di don Giuseppe Gliozzo, un parroco che ha fatto dell’accoglienza il motivo conduttore della sua attività pastorale, alcuni omosessuali credenti danno vita a I fratelli dell’Elphis, gruppo che inizia a interagire con la comunità parrocchiale. A Padova, nella parrocchia della Madonna della Salute, si inizia invece ad incontrare il Gruppo Emmanuele, che propone e fa eleggere nel consiglio pastorale alcuni suoi rappresentanti.
Dal gruppo Nuova Proposta, che nel frattempo era nato a Roma, provenivano alcuni dei credenti che hanno fondato la Rete Evangelica Fede e Omosessualità (Refo), un coordinamento di persone non necessariamente omosessuali che si proponeva di aiutare le Chiese protestanti a diventare sempre più inclusive. I frutti del lavoro della Refo hanno visto, nel 2007 e nel 2010, l’approvazione di ordini del giorno decisamente inclusivi[12].
Sul fronte delle Comunità di Base la novità è invece legata alla scelta di don Franco Barbero, della Comunità di Base Viottoli di Pinerolo, di benedire pubblicamente le unioni tra le persone dello stesso sesso.
Coordinamenti, progetti e reti
Nel 1994, intanto, nasceva a Bologna il Coordinamento dei gruppi di omosessuali cristiani in Italia. Tra le sue iniziative spiccano il convegno, organizzato nel 1999 a Milano insieme a Noi Siamo Chiesa sul tema: “Le persone omosessuali nelle Chiese. Problemi, percorsi e prospettive” e la partecipazione attiva al World Pride del 2000[13].
Nel 2007 è invece nato il Progetto Gionata… ma questa è storia recente!
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1 Nato a Torre Pellice nel 1946, Ferruccio Castellano entrò in contatto con il movimento omosessuale nella metà degli anni settanta. Ha organizzato i primi due campi di Agape su Fede o Omosessualità e ha fondato il gruppo Davide e Gionata di Torino.
2 Presbitero della Diocesi di Pinerolo, don Franco Barbero ha fondato la Comunità di Base Viottoli di Pinerolo. In seguito alla sua dimissione dallo stato clericale, avvenuta con un decreto di Giovanni Paolo II del 25 gennaio 2003, ha deciso di continuare, insieme alla sua CdB, le attività pastorali di frontiera.
3 Franco Barbero, “Il matrimonio gay e lesbico: nuova frontiera?”, in Viottoli (17) 2006, p. 59.
4 Ferruccio Castellano, “Impensabile! Gli omosessuali cattolici provano l’orgoglio gay!”, in Sabazio (69) Settembre 2001.
5 Scrive Giovanni Dall’Orto: «Ricordo che Ferruccio non fu entusiasta della sua creatura: lui veniva dalle Comunità di Base di sinistra, e s’aspettava persone col suo percorso, per lavorare nei movimenti già esistenti (gay, o cristiani di base) (…). Fu poco felice di scoprire che gli intervenuti non avevano la minima intenzione di portare testimonianza cristiana: a loro bastava che lui cercasse un prete che li assolvesse» (cfr. http://www.giovannidallorto.com, data ultima consultazione 12/11/2016).
6 Ferruccio Castellano, Giovanni Dall’Orto, Essere Omosessuali, Torino, 1981.
7 Le circostanze precise della morte di Ferruccio Castellano le ho ricostruite partendo da una relazione che don Luigi Ciotti (fondatore del Gruppo Abele) ha tenuto il 23 gennaio 2001 presso la Libreria Bibli a Roma.
8 Presbitero della diocesi di Lodi e professore prima in Cattolica e poi a Verona, don Domenico Pezzini ha seguito molti gruppi di omosessuali credenti italiani fino a quando, nel 2010, è stato arrestato con l’accusa di abusi su minore.
9 Domenico Pezzini, “Ricordo di Ferruccio”, in Il Guado (5) 1983.
10 Oltre al Guado vanno citati Davide e Gionata, che si incontrava a Torino presso il Gruppo Abele e l’incontro che aveva trovato ospitalità presso il tempio valdese di via Milano a Padova.
11 Oltre alla Fonte di Milano, fondata da don Pezzini dopo aver lasciato Il Guado, si possono ricordare il gruppo In Cammino di Bologna e il gruppo La Sorgente di Roma.
12 In particolare è il caso di ricordare qui la dichiarazione approvata nel 2007 dalla sessione congiunta del Sinodo delle Chiese valdesi e metodiste e dell’Assemblea generale dei Battisti in cui si invitano le Chiese ad accogliere le persone omosessuali senza alcuna discriminazione e la decisione, presa dal Sinodo della Chiesa valdese di benedire le coppie dello stesso sesso.
13 Il coordinamento ha cessato di esistere nel 2003 quando il gruppo Nuova Proposta di Roma ha deciso di lasciarlo.
* Gianni Geraci è da decenni tra gli animatori del Gruppo del Guado di Milano; nel 1996 è stato nominato portavoce del Coordinamento Gruppi di Omosessuali Cristiani in Italia. Attualmente fa il libraio in Canton Ticino ed abita a Varese.