Khnumhotep e Niankhkhnum. Una storia d’amore gay nell’Antico Egitto
Testo di Adriano C., volontario del Progetto Gionata
Saqqara è una vasta necropoli situata a 30 chilometri dal Cairo. Il monumento di maggior rilievo è la piramide di Djoser, una delle poche costruite a gradoni, che viene considerata la più antica delle Piramidi.
In questa necropoli che copre un area di quasi undici chilometri quadrati, è situata una tomba che ha suscitato particolare interesse tra gli archeologi. Si tratta di un importante ritrovamento, perchè vi è documentata la vita di quella che viene considerata come la prima coppia omosessuale documentata nella storia.
Nel 1964, l’archeolo egiziano Ahmed Moussa, scoprì una serie di tombe con passaggi aperti nella scarpata di roccia che conduce alla piramide di Unas. Visitando una di queste aperture, l’archeologo rimase impressionato dalle scene di due uomini raffigurati in un intimo abbraccio, una cosa mai vista prima di allora. Ricostruendo la mastaba, la pietra che fungeva da porta di accesso, venne scoperto che questa tomba singolare era stata costruita per due uomini che avevano lo stesso titolo di “caposquadra di manicure del Re Niuserre” della quinta dinastia.
I loro nomi erano Khnumhotep e Niankhkhnum. Stranamente i nomi presentano entrambi la radice Khnum, divinità egizia particolarmente venerata ad Assuan, considerato protettore delle sorgenti del Nilo e della potenza creatrice delle sue inondazioni.
Khnumhotep (Khnum è soddisfatto) e Niankhkhnum (Khnum ha vita) sono più volte raffigurati abbracciati e mano nella mano. Il nome Khnum oltre ad essere un riferimento al dio significa anche “uniti insieme” e “unito con” e soprattutto “soci, compagni, amici” e perfino “coabitanti”. I loro nomi iscritti insieme, così come appaiono al di sopra dell’entrata della camera scavata nella roccia, possono rappresentare un gioco di parole, col significato di “uniti nella vita e uniti nella pace” e ovviamente fa riferimento alla unione dei due uomini e al loro desiderio di rimanere insieme in questa vita e in quella successiva. Non sappiamo a che punto della loro vita essi presero questi nomi.
All’estremità sud della camera c’è la scena del banchetto dove Niankhkhnum e Khnumhotep vengono mostrati nell’atto di festeggiare le offerte intrattenuti da danzatori, cantanti e musicisti. La scena è ricca di dettagli e indizi che ci aiutano a capire la vita di Niankhkhnum e Khnumhotep.
Khnumhotep siede nell’angolo in alto a destra con in mano un fiore di loto rivolgendo il viso al suo compagno Niankhkhnum che siede sul lato sinistro. Ai tempi della quinta Dinastia pochissimi uomini venivano rappresentati con un fiore di loto in mano o nell’atto di odorarli. In questa tomba solo le donne (le mogli e le figlie dei due uomini) hanno in mano un fiore di loto, solo le donne e Khnumhotep.
Seduta accanto a Niankhkhnum ci sono tracce sbiadite di una donna, forse sua moglie, ma la sua immagine è stata rimossa in tempi antichi da coloro che progettarono la tomba. Non sappiamo il motivo per cui la sua figura fu rimossa, ma ciò lascia i due uomini come soli ospiti onorari alla loro festa del funerale.
Nessuna stanza fu predisposta nel progetto originale per dare posto ad altre persone accanto a loro.
Al di sotto dei due uomini ci sono i musicisti, le ballerine e i cantanti. Un dettaglio mostra le ballerine, gli arpisti, i suonatori e i cantanti. L’uomo che sta in piedi è il direttore.
Egli dice ai musicisti di “Suonare quella dei due fratelli divini”, un probabile riferimento a Horus e Seth che erano conosciuti con quell’appellativo. Uno dei primi riferimenti scritti ad Horus e Seth dai Testi della Piramide trovati nella piramide di Re Pepi I afferma che Horus penetrò sessualmente Seth e che Seth penetrò Horus. Perciò questa canzone potrebbe essere una canzone volgare o un modo per collocare i due uomini nel regno dei cosmi divini associandoli a Horus e Seth.
E’ nella cappella delle offerte che si ritrovano i ritratti più intimi. Nella scena all’entrata, tra due porte, i due manicure abbigliati in modo identico, sono mostrati in un abbraccio, naso a naso. I loro bambini li circondano, ma le mogli non sono rappresentate. La relazione tra i due uomini non è chiara. Gli egittologi la considerano problematica. Sono fratelli? Potrebbero essere gemelli? Sono amici intimi o amanti? Sono tutto questo?
Interpretare Khnumhotep e Niankhkhnum come fratelli implicherebbe anche rivedere le altre rappresentazioni come coppie di fratello e sorella piuttosto che come coppie sposate. Questa teoria sarebbe plausibile, ma nessun egittologo l’ha mai sostenuta.
Sulla parete ovest della camera delle offerte ci sono due false porte. Quella a destra per Khnumhotep, quella a sinistra per Niankhkhnum. Queste false porte sono separate dalla scena dei due uomini che si abbracciano anche se non così vicini come nella scena rappresentata all’entrata.
Sulla parte est, la coppia è rappresentata nell’abbraccio più intimo possibile rispetto ai canoni dell’arte egiziana antica. Niankhkhnum è sulla destra e tiene stretto l’avambraccio destro del compagno; Khnumhotep, sulla sinistra, ha il braccio sinistro intorno alla schiena dell’altro e stringe con la mano la sua spalla. Di nuovo le punte del naso dei due uomini si toccano e stavolta i loro busti sono molto ravvicinati, tanto che i nodi delle cinture sono in contatto tra di loro, se non addirittura legati.
Qui, nella parte più intima e privata della loro tomba, i due uomini sono uniti in un abbraccio destinato a durare per l’eternità.