Aspettando il 17 maggio. In Italia Veglie e siti contro l’omofobia
Articolo di Delia Vaccarello in “l’Unità” del 15 maggio 2013, p.20
Convegni, veglie, siti anti-bullismo, proposte di legge: si moltiplicano le iniziative in vista della giornata mondiale anti omofobia che ricorre il 17 maggio.
Mentre il caso del professore palermitano Mannina espulso dall’Eritrea perché omosessuale è ancora sotto i riflettori per via della doppia discriminazione subita – l’espulsione e la perdita del lavoro una volta arrivato in Italia – il comitato Palermo Pride organizza un convegno proprio sul rapporto tra media e omosessualità.
Si terrà il 18 maggio a Villa Niscemi, tra i relatori Maria Laura Rodotà, Pierluigi Diaco (e chi scrive). «Prenderà spunto proprio dalla vicenda di Paolo Mannina», dichiara Titti De Simone, ex parlamentare e portavoce del Palermo Pride, che è stata a stretto contatto con il professore nei momenti caldi dell’espulsione. Non solo, nei giorni scorsi l’omicidio di un uomo gay a Palermo ha visto la stampa locale cadere nuovamente nei soliti e abusati stereotipi che scattano quando si parla di omosessuali (es: «omicidio maturato in ambienti gay»).
Se da Palermo arriverà una sensibilizzazione nei confronti dei media e un invito a raccontare il pride nazionale (del 22 giugno) abbandonando il registro delle consuete morbosità, dalla sera prima, sia nel capoluogo siciliano sia in tante altre città, inizieranno le vegli anti-omofobia. Quest’anno sono coinvolte nella preghiera moltissime parrocchie «in una quota numericamente superiore a quella di altri luoghi di culto messi a disposizione dalle confessioni cristiane tradizionalmente più sensibili della cattolica alle tematiche gay» dichiara il gruppo Gionata, capofila delle iniziative.
Il filo conduttore delle veglie sarà il brano della I Lettera di Giovanni «nell’amore non c’è timore!» (1 Giovanni 4,18). Tra i centri coinvolti Firenze, Padova, Bologna, Palermo, Catania, Genova, Cremona, Milano, Trieste. Non solo, in gemellaggio con l’Italia, si pregherà a Malta, Siviglia, Lione, Montreal e Quilpué in Cile (vedi www.gionata.org).
Ancora, crescono in queste ore le iniziative per ricordare tutte le vittime, nonché denunciare l’ultimo efferato omicidio avvenuto in Russia. Un attivista gay è stato stuprato e ucciso: responsabili delle torture e della morte del giovane sarebbero un suo ex compagno di scuola di 22 anni e l’amico di 27 anni. Un omicidio che avviene in un’atmosfera di forte tensione sulla questione lgbt in Russia.
Il varo della legge che vieta la propaganda gay ha bloccato di fatto qualunque manifestazione per i diritti. Ma vista l’efferatezza della violenza, e il clima rovente, sembra che le autorità abbiano permesso agli attivisti di manifestare in occasione del 17 maggio.
AGGRESSIONI A ROMA
In Italia, continuano aggressioni verbali e molestie ai danni di omosessuali e trans, l’ultima a Roma che ha visto due ragazze insultate mentre rientravano a casa, come riferisce il Circolo Mario Mieli.
Proprio per contrastare omofobia e transfobia, inclusi i cosiddetti «hate speech» i discorsi di odio, scendono in campo Ivan Scalfarotto (Pd), Irene Tinagli (Scelta Civica), Alessandro Zan (Sel), Silvia Chimienti (M5S) con una proposta di legge che sarà presentata alla Camera il giorno 16, alla vigilia della giornata mondiale. Il testo propone l’estensione della cosiddetta «Legge Mancino», che già punisce il razzismo basato su etnia, nazionalità e religione, ai reati omofobici e transfobici.
Molte delle iniziative per il 17 sono rese note nel web (www.arrcigay.it e www.arcilesbica.it, nonché fb e twitter). E sempre in Internet, per dare una mano soprattutto agli adolescenti e invitarli a vedere il futuro con fiducia nasce il sito «Le cose cambiano», cioè la versione nostrana di «It gets better», «Andrà meglio» (http://lecosecambiano.org/ , realizzato da Isbn Edizioni, Corriere della Sera ed Enel Cuore Onlus). Raccoglie le video testimonianze di adulti che raccontano la loro storia, narrando gli ostacoli affrontati ma anche i successi raggiunti.
Il progetto è nato in America da una idea dello scrittore Dan Savage, quando nell’autunno del 2010 molti adolescenti si tolsero la vita a causa di aggressioni da parte dei compagni di college. Fu uno choc collettivo cui Savage decise di rispondere dicendo su youtube che, nonostante le discriminazioni subite da ragazzo, la sua vita è diventata piena e soddisfacente e con gli anni le cose sono «andate meglio». Ora l’iniziativa sbarca in Italia.