Avete mai incontrato qualcosa che vi ha cambiato la vita?
Riflessioni bibliche* di Brian G. Murphy** pubblicate sul sito Queer Theology (Stati Uniti) il 14 dicembre 2022, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. (Matteo 2:11-12)
Il racconto della Natività contiene un messaggio che noi cristiani LGBTQ+ (e i nostri alleati) dovremmo ascoltare.
La scena dei Magi che vengono a trovare Gesù neonato è impressa nell’inconscio collettivo, basti pensare alle rappresentazioni delle parrocchie, del cinema, della TV, o ai presepi.
Nella migliore delle ipotesi sono dei comprimari, che servono a rafforzare la magnificenza di Gesù. Spariscono così come sono arrivati e di loro non si saprà mai più nulla.
Matteo, con il suo Vangelo, segue Gesù, non certo questi viaggiatori, ma noi vogliamo soffermarci su di loro. Questi Magi (che il patriarcato vuole uomini) vedono una nuova stella in cielo, e vogliono capire cosa stia a significare. Vogliono vedere il neonato che la stella annuncia, e trovano Gesù.
L’autore del Vangelo di Matteo vuole farci capire fin dall’inizio che Gesù è stato una persona speciale. Persino i Magi, che erano stranieri, lo hanno riconosciuto come Re dei Giudei. L’evangelista sottolinea che Gesù, non Cesare, è Re: un’affermazione che sa di alto tradimento.
I sapienti viaggiatori avrebbero potuto incontrare il bambino Gesù e tornarsene da dove erano venuti, come fanno molti di noi che, sull’onda dell’indignazione per qualche fatto di cronaca, sono spinti a partecipare a un Pride o a una manifestazione del movimento Black Lives Matter, salvo poi dimenticarsene in breve tempo.
Ma qui non accade così. L’incontro con Gesù trasforma talmente i Magi, che non possono più tornarsene a casa così come sono venuti: sono cambiati, e per un’altra strada ritornano al loro paese.
È successo anche a voi? Vi siete imbattuti in qualcosa di talmente significativo che non avete potuto fare a meno di cambiare, e assieme a voi, la vostra vita?
Magari è stata la prima volta che avete incontrato una persona transgender e avete pensato “Accipicchia! Potrei essere io?!”.
Magari è stata un’ingiustizia che vi ha resi ancora più convinti del vostro essere attivisti o alleati.
O magari è stato il vostro primo bacio queer, quando avete capito che non potevate più vivere nella negazione.
Siamo tutte e tutti modellati dalle nostre esperienze di vita. Guardando le cose un po’ a distanza, forse possiamo vedere quale grande differenza abbia fatto la più piccola delle cose che ci sono capitate.
Nel vortice della vita quotidiana è facile non accorgersi dei piccoli attimi, lasciarli andare senza degnarli di uno sguardo.
E se vi prendeste un po’ di tempo per osservare (ma osservare veramente) gli attimi che vi hanno modellati? Pensare a quei momenti sulla pista da ballo, o durante il ritiro spirituale, o la manifestazione, o il campo estivo, o qualsiasi altra cosa che abbiate vissuto, e di chiamarli santi, per ricordare a voi stessi che lì avete incontrato il divino e siete stati cambiati per sempre.
Sono attimi che non sono limitati al passato: sono come delle mangiatoie di Betlemme che vi aspettano nel vostro futuro, se saprete prestare loro attenzione, se saprete scorgere la stella in cielo, dare retta alla vostra curiosità e vedere dove vi porterà, ed essere disponibili a venire trasformati da ciò che troverete.
Avanti allora, verso una nuova destinazione. Aspetto assieme a voi.
* Il passo biblico è tratto dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI.
** Brian G. Murphy è stato tra i fondatori di Queer Theology ed è un coach spirituale.
Testo originale: The Magi Returned Another Way