Baci gay da museo. Quel giorno il mondo sarà migliore
Riflessioni di Lorenzo Rizzi tratte da cathogay.blogspot (Canada) del 17 novembre 2008, liberamente tradotto da Dino
Raramente parlo del mio “vissuto”, come si dice oggi, al contrario di molti gay che scrivono sul loro blog e che, invece, hanno l’attitudine di utilizzare ciò che hanno visto o sentito come base della loro ispirazione. Semplicemente non è nel mio stile. Perciò, questo piccolo appunto che vi presento oggi è una rarità.
Vi racconto una piccola esperienza personale: Sabato scorso ho visitato una splendida esposizione che si svolge attualmente al Musée du Cinquantenaire (che di per se è già un posto, bello da visitare, che fa parte dei Musei Reali d’Arte e di Storia di Bruxelles).
Si tratta dell’esposizione Continental Superstarche presenta degli organetti di barberia o piuttosto quei mobili (talvolta immensi) che si trovavano nei saloni feste, nei caffè e nelle sale da ballo. Io ero insieme ad una simpatica coppia di gay olandesi che conosco da anni e che venivano a Bruxelles per il week-end.
Per la cronaca, venivano specialmente per l’esposizione, tant’è vero che i grandi organi meccanici da festa sono ancora una vera istituzione nei Paesi Bassi. E’ dunque, con curiosità, ho imparato che il Belgio è ancora il paese numero uno per la “meccanica”, anche se i grandi esperti del “mobile” (e dunque dell’arte e del design) sono gli Italiani e i Tedeschi.
Ed ecco che, durante la mia passeggiata, arrivo in un angolo un po’ in disparte, per osservare dei pezzi più antichi, risalenti a prima dell’elettricità, gli organi meccanici a manovella.
E mi imbatto, assolutamente per caso, in una coppia di giovanissimi “ragazzi sensibili” che, a prima vista, non si erano accorti del mio arrivo. Erano adorabili, molto decorativi, colti e chiaramente innamorati. Uno dei due si è avvicinato all’altro e gli ha dato un bel bacio sul collo. Proprio grazioso. E, orrore, si accorto che c’ero anch’io.
Di colpo sono allontanati l’uno dall’altro di almeno 50 centimetri e hanno fatto finta di leggere attentamente le spiegazioni scritte di fianco ad ogni strumento, l’uno quello di sinistra e l’altro quello di destra. Eccomi così nel ruolo di “rompiscatole” e probabilmente di omofobo.
Sono stato vicinissimo a dir loro: “Non cambiate niente a causa mia! Siate voi stessi! Siate felici! Siete magnifici!”. Ma volete sapere una cosa? Anch’io mi sono sentito impacciato. E sono passato di fianco a loro facendo del mio meglio per “far finta di niente”.
Da qui questa mia riflessione: Non mi piace vivere in un mondo in cui si ha il diritto di dire che l’amore di questi due ragazzi è una cosa sporca, vergognosa, e deve restare clandestino. Non è bene che essi debbano vivere nella menzogna.
Non è bene che noi siamo costretti a questa vita da topi e da scarafaggi. Soprattutto quando si tratta di amare, di mostrare il proprio amore. L’amore è fatto sia per la notte che per il giorno e la piena luce.
Il mondo dispone forse di una quantità tale di amore manifestato in piena luce da poter fare a meno di quello degli omosessuali? E non vi dico cosa penso della dottrina ufficiale della Chiesa che parla di “pseudo amore”, di un atteggiamento che “scimmiotta il vero amore, che non può essere che etero”…
Capisco questi giovani che, in occasione dei vari Gay pride, si abbandonano ad una vera orgia in pubblico di umidi baci, anche con la lingua! Che almeno una volta all’anno, dicono, possano abbracciarsi nelle LORO strade, nelle LORO città, sotto i raggi di un sole che, dopotutto, appartiene a loro allo stesso modo che agli altri.
Sogno di un giorno in cui non solo questa giovane coppia potrà sbaciucchiarsi in qualche angolo, ma anche che non avrà vergogna o paura di vedermi arrivare. E soprattutto che mi guarderanno sorridendo, ed io farò lo stesso. Quel giorno il mondo sarà migliore.