Basta essere un uomo per essere un pover’uomo (Luca 11:42-46)
Riflessioni di don Fabio
Luca 11:42-46: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».
“Guai a voi...” in realtà va tradotto con: AHIMÈ per voi, cioè mi dispiace per voi, vi fate del male; come a dire: se passi con il rosso puoi fare un incidente. Non sono minacce di un castigo imminente o futuro, bensì un dolersi di Dio per il fatto di vedere i suoi figli farsi del male!
Non serve a nulla fingere, sforzarsi di vivere un’esteriorità perfetta, impeccabile dal punto di vista formale, se poi dentro siamo fragili, deboli, piccoli… diceva don Mazzolari: Basta essere un uomo per essere un pover’uomo.
All’interno del cuore di ciascuno/a di noi c’è un’istanza molto semplice, ma molto inascoltata: vorremmo essere amati, ma crediamo di non esserne all’altezza, di non essere degni di amore, perché ci è stato insegnato che l’amore ce lo dobbiamo guadagnare, ecc. ecc.
Facciamo di tutto per apparire altro rispetto a ciò che realmente siamo. Inventiamo norme, leggi, dottrine, “pesi”, li chiama Gesù, che ci costringono a non vivere bene… E fingiamo continuamente, non vivendo bene noi, né chi ci sta intorno! Non ci amiamo, e non amiamo!
Con affetto, Fabio!