Basta un sedere al vento davanti ad una chiesa per avere cinque minuti di polemica
Riflessioni di Massimo Battaglio
Sta impazzando in rete una foto – di dubbio gusto – di un noto (?) sexworker, tale Fabrizio Santamaria. La discussione nasce dalla posa assunta dal protagonista, a quattro zampe e con le chiappe al vento. Roba che, oggi, non è nemmeno più provocazione contro chissà quale costume morale ma banale volgarità. Ecco però che spunta un’aggravante: il fatto che la scena si svolga davanti alla cattedrale di Noto.
I commentatori, come al solito, si dividono in due squadre. Da una parte ci sono quelli che sostengono che Fabrizio ha ragione perché protesta davanti a una chiesa (bigotta, omofoba eccetera eccetera).
Dall’altra si raccolgono quelli che si dissociano proprio perché, anche davanti a una chiesa, anzi, soprattutto davanti a una chiesa, ci vuole rispetto. E poi ci sono quelli che gongolano: “guarda lì cosa fanno i gay!”. Ma non fanno testo. Le loro teste non si cambiano.
C’è anche qualcuno fuori dal coro, come il sottoscritto, che invita invece a un approfondimento un po’ meno da tifoseria. Cominciamo con ordine:
Primo: è vero che Fabrizio Santamaria è gay. Ed è anche vero che, in altri momenti, il movimento lgbt ha inscenato performance di questo tipo davanti a qualche chiesa, proprio per provocare una reazione e una riflessione di tipo socio-politico. Non mi risulta che, in questi ultimi casi, si sia mai scesi nella completa oscenità ma forse ricordo male. In ogni caso, non è questa la situazione. Qui c’è solo un signor Belle Terga che non aveva altra intenzione che di pubblicizzare il proprio corpo. Dunque, come minimo, direi che sono fatti suoi e non nostri.
Secondo: se pubblico sedere in questione non fosse quello di un gay, dovremmo attenderci che tutti gli etero sottoscrivano un documento collettivo in cui si dissociano? Oppure, visto che resta il darrè di un sexworker, ci basterebbe un proclama unitario di tutti sexworker etero (ce ne sono e anche tanti)? E se, invece che di un sexworker, si trattasse di un architetto (come me)? Dovrebbe intervenire l’Ordine degli Architetti? Un momento però: solo gli architetti gay. Perché gli altri, è scontato, certe cose, non le fanno.
Questo per dire che, se non siamo chiamati in causa, se il gesto di qualcuno è strettamente personale, se non vuole avere un respiro collettivo o politico, non mi pare il caso di farne un caso, né per difendere, né per dissociarsi. Per dissociarsi, è necessario che, prima, qualcuno ci abbia associati. Mancando questo presupposto, perché prodursi in una excusatio non petita?
C’è un senso di fratellanza, tra chi fa parte di qualunque minoranza sociale, che a volte ci frega. Se un piemontese che vive a Boston fa una cazzata, è abbastanza consueto che tutti i piemontesi di stanza a Boston sentano il bisogno di gridare dai tetti che loro non c’entrano, oppure di difenderlo, dipende da come gira. A volte capita che ci si mettano di mezzo anche i piemontesi del Piemonte e vengono su di quei putiferi che…!
Noi gay abbiamo un po’ la stessa malattia: qualunque gesto di un singolo che abbia rilevanza pubblica, ci solletica come se fossimo chiamati direttamente in causa.
Se dovessi dire veramente la mia sul “caso” di Fabrizio Santamaria e delle sue natiche anti-religiose (nel senso che sono esposte davanti a un luogo religioso), mi fermerei lì: una cosa è la solidarietà di gruppo – e quindi anche l’indignazione di gruppo quando è il caso – altro sono i fatti e i fattacci personali. Prima di sentenziare “non mi sento rappresentato”, sarebbe bene capire se qualcuno ci voleva rappresentare.
E per quanto riguarda il rispetto per la religione e il luogo sacro e mai più finire… è vero che Maddalena non fece gesti provocatori ai piedi di Gesù (anche se non sono poi così sicuro che quel massaggio ai piedi fatto coi capelli non fosse provocatorio) ma è anche vero che Gesù non aveva bisogno di essere provocato, perché l’aveva accolta ancor prima che lei si chinasse ai suoi piedi.
Non è il tipo, lui, da prendere distanze. Prende vicinanze. Viceversa, la Chiesa, nei nostri confronti, ha la coscienza così a posto?