Benedire le coppie omosessuali? Non rubateci la speranza!
Riflessioni della teologa Isabelle Parmentier pubblicate sul sito cattolico La Croix (Francia) il 22 marzo 2021, liberamente tradotto da Emanuele
La nota della Congregazione per la Dottrina della Fede del 22 febbraio 2021 è chiara: la Chiesa non dispone del potere di benedire le unioni di persone dello stesso sesso, perché Dio «non benedice e non può benedire il peccato». Così è deciso. La domanda del ricorrente non è accoglibile. Chiudete la porta! Come non provare rabbia, sgomento e rivolta per questa nuova violenza contro le persone omosessuali e le loro famiglie?
Un atto politico
Mentre inizia l’anno di Amoris Laetitia (2021-2022), un anno per le famiglie, non posso fare a meno di scorgere in questo documento vaticano un gesto politico di aperta resistenza a Papa Francesco. I suoi recenti commenti sul fatto che le persone omosessuali hanno il diritto di stare in famiglia e di avere garanzie legali a livello civile hanno suscitato molte polemiche. Il Vaticano (ma chi è il “Vaticano”?) ha precisato in tutta fretta che Papa Francesco non vuole mettere in discussione il dogma del matrimonio tra un uomo e una donna. Forse è lui il vero accusato di questa storia.
È come un déjà vu: nel Vangelo di Giovanni, la donna accusata di adulterio è circondata da farisei, che tengono in pugno la Legge di Mosè. «Cosa ne pensi?» In realtà, questa donna, oggetto del loro disprezzo, è solo un pretesto perché, sottolinea il redattore, i guardiani della Legge vogliono fomentare il processo a Gesù. «Parlavano così con l’intenzione di tendergli una trappola, per avere qualcosa di cui accusarlo» (Gv 8,6).
Uno schiaffo all’Esortazione Amoris Laetitia e… al Vangelo
Osiamo dire che questa nota è una glaciale smentita all’approccio dell’Esortazione Amoris Laetitia, un controesempio della conversione pastorale auspicata da questo grande testo, che esorta proprio a rinunciare a giudizi intempestivi, a domande e risposte lapidarie, preconfezionate, di portata universale, lanciate «come pietre contro la vita delle persone» (AL 305). Amoris Laetitia è un’etica del discernimento, dell’accompagnamento graduale, dell’integrazione del “caso per caso”, che implica uno sguardo di fraternità, nella durata, alla luce del Vangelo della misericordia. Vedere tutto con gli occhi di Cristo è l’approccio-chiave dell’Esortazione.
Tutto nella nota autoreferenziale della Congregazione per la Dottrina della Fede ricorda la controversia sull’accesso ai sacramenti per i divorziati risposati, con accresciuta severità: niente sacramenti per le coppie omosessuali, nemmeno una benedizione. Benedire le persone, sì, ma non la loro relazione. Il sasso lanciato è accuratamente avvolto nel velluto, nascondendo malamente una palese omofobia clericale. L’invito ad «accogliere con rispetto e delicatezza le persone con inclinazione omosessuale» non cambia nulla. Non importa il rivestimento caritatevole se, alla fine, la sanzione è l’esclusione.
Alle coppie interessate, quale speranza rimane di trovare Dio e vivere della sua grazia? Grazie al cielo, in tutte le parrocchie del mondo il popolo di Dio riceve ogni domenica la benedizione del Signore, senza condizioni. Questa discende su tutti, generosa, sovrabbondante, senza selezione. Come una pioggia di bontà, incoraggiamento e conforto.
Una discutibile teologia della creazione
Nel libro della Genesi sta scritto che Dio creò l’uomo e la donna a sua immagine, chiamandoli a moltiplicarsi. Nessuno mette in discussione questo fondamento dell’antropologia umana: «maschio e femmina li creò». Ma, che ci piaccia o no, se Dio è il Creatore di tutte le cose, è quindi anche Lui che ha creato uomini che amano uomini e donne che amano donne: questa realtà resiste.
È inimmaginabile che qualcuno possa dire, in nome di Dio e al posto di Dio, che il Creatore si è sbagliato nel creare, fin dall’inizio e fino ad oggi, uomini e donne che sono naturalmente omosessuali per nascita. E pensare che, per vendicarsi di un suo errore, Dio condannerebbe proprio quelle stesse persone che lui stesso ha creato in questo modo, fino a negar loro la sua benedizione. La Genesi conclude in tutt’altra maniera: «Dio vide tutto ciò che aveva creato, ed era cosa molto buona» (Gen 1,31).
Che cos’è il peccato?
In teologia, il peccato è un atto compiuto deliberatamente con l’intenzione di fare il male e di rompere la relazione con Dio. Come può un’identità sessuale ricevuta per nascita essere, di per sé, un peccato o uno stato di peccato? Non è piuttosto ciò che ogni persona fa della propria sessualità, etero o omo, a rendere una relazione una relazione di peccato o una relazione di grazia?
Neanche il Catechismo cattolico dichiara l’omosessualità «peccato», sebbene parli di «gravi depravazioni» e «atti intrinsecamente disordinati». Questo vocabolario offensivo e ingiusto deve essere rivisto: irricevibile dal punto di vista umano, è erroneo dal punto di vista morale e scandaloso dal punto di vista teologico. Un disastro.
Chiedere scusa
Superando la loro paura della Chiesa, e nonostante questa, le coppie omosessuali continuano a voler invitare Dio alla celebrazione del loro amore. Ce ne rallegriamo. Incaricati di accompagnarli in seno alle nostre diocesi, ci piace offrire loro un tempo di ascolto della Parola di Dio e di preghiera: preghiera di azione di grazie, di perdono, di supplica, preghiera universale. Dio si dona a loro, noi ne siamo testimoni. Tutti hanno bisogno del suo amore e della sua forza per resistere nelle difficoltà della loro vita.
Oggi mi unisco a tutti coloro che nella Chiesa soffrono e chiedono scusa per questo testo regressivo che non farà alcun bene, ma farà molto male. Mi vergogno. Ma la fede in Gesù, l’unico Salvatore, abita in noi più che mai. Questa parola è certa: «Dio non ha mandato il suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» (Gv 3,17). Senza eccezioni. Pertanto, che la sua benedizione riposi su TUTTI noi.
* Isabelle Parmentier, teologa. Membro della pastorale familiare della diocesi di Poitiers, denuncia la recente nota della Congregazione per la Dottrina della Fede (22 febbraio 2021) che qualifica gli amori omosessuali come peccato.
Titolo originale : Bénédiction des couples homosexuels : ne nous volez pas l’espérance!