Quando al Cassero s’irride la fede. Il cattivo gusto non ha scusanti
Riflessioni a cura delle volontarie e dei volontari del Progetto Gionata
Di recente sono state portate alla ribalta delle cronache immagini di uno spettacolo realizzato da una realtà bolognese in cui, da quel che si può desumere da internet, vengono derise in modo pesante alcune delle figure chiave del cristianesimo.
Il Cassero, realtà associativa GLBT di Bologna in cui si è svolto l’evento, nel comunicato a margine delle polemiche sorte, riconoscendo la blasfemia di alcune immagini, scrive tra le altre cose: “Il conflitto tra comunità lgbt e la parte politicizzata dei cattolici preesiste alla nostra festa e alle famigerate immagini, questo è un dato indispensabile per comprendere perché una persona omosessuale decida di dissacrare o irridere un simbolo religioso. Quel gesto rappresenta una liberazione rispetto a un simbolo che quelle persone percepiscono come oppressivo”. Definire tali affermazioni puerili credo sia l’appellativo più educato che gli si possa rivolgere.
Il Progetto Gionata, sebbene non si ritenga componente della “parte politicizzata dei cattolici”, stigmatizza in modo forte e deciso sia le scene poste in essere che il comunicato chiarificatore che, se possibile, peggiora la situazione. Siamo convinti in quanto persone civili, ancor prima che come omosessuali cristiani, che mai sia lecita la blasfemia e la mancanza di rispetto verso l’altro, chiunque esso sia. E ne siamo convinti a maggior ragione noi che, come omosessuali, sappiamo bene cosa sia la mancanza di rispetto, cosa sia l’offesa, l’insulto e la derisione e per sconfiggere queste cose stiamo lottando da anni. Il rispetto per l’altro, quand’anche di parte opposta, quand’anche avversario, quand’anche nemico, in quanto persone adulte, serie e civili lo riteniamo un valore irrinunciabile. E qui è mancato.
E’ difficile chiedere rispetto per i propri diritti, se chi lo chiede per primo non ne ha. E’ difficile chiedere che smettano le offese e gli insulti verso le persone omosessuali, se gli omosessuali (o una piccola parte di essi) per primi non sono capaci di non offendere. E non è una scusante il “rispondo con offese ad altre offese” perchè in realtà vuol dire abbassarsi al livello infimo dell’ignorante da cui tutti, per natura, tendono a stare lontani.
Sono queste immagini e questi atteggiamenti che fomentano chi, guidato da motivazioni fanatiche e da un odio cieco e stupido, rema contro i diritti delle persone omosessuali e utilizzano queste immagini per definire una realtà (quella delle persone omosessuali) che, siamo certi, nella stragrande maggioranza dei casi prova imbarazzo e vergogna nel vedere simili scene.
Sono questi atteggiamenti gli agganci a cui i detrattori si appoggiano per bloccare quel processo lento e faticoso che è il riconoscimento della dignità piena della persona omosessuale in tutte le sue componenti e liberare l’immaginario italiano da un’idea stereotipata e falsa della realtà omosessuale.
Ci auguriamo di non dover più assistere a scene di una simile inciviltà.
Le volontarie e i volontari del Progetto Gionata