Dopo Stonewall. Noi persone LGBT non ci arrenderemo mai, siamo inarrestabili
Riflessioni di Armando del Progetto Ruah di Trieste e del Progetto Giovani Cristiani LGBT Italiani
We are everywhere! Noi siamo ovunque! (motto dei moti di Stonewall). Venerdì 27 giugno 1969 attorno alle 1:20 a.m., una donna transessuale di origini ispaniche Sylvia Rae Rivera (2 luglio 1951-19 febbraio 2002) si ribella ai manganelli della polizia di New York City (USA), colpendo con una bottiglia il poliziotto che la pungolava; il suo crimine è di essere nata uomo ma di sentirsi donna, al punto da sottoporsi alla transizione per il riassegnamento del sesso biologico.
Da quella notte il mondo non è stato più lo stesso: noi omosessuali, transessuali e i fratelli e sorelle dei diversi orientamenti sessuali, dopo secoli se non millenni di oppressione, abbiamo alzato la testa dal fango della vergogna che ci è stato gettato addosso;
abbiamo iniziato a urlare, a ribellarci, a protestare, anche a difenderci, a denunziare, a chiedere se non addirittura pretendere rispetto, tutele e diritti, perch ́e siamo comunque esseri umani!
Ci hanno cucito addosso triangoli rosa, ci hanno accusato di diffondere il morbo del- l’A.I.D.S., ci hanno accusato di essere dei pedofili;
ci hanno “puniti” col carcere, con campi di prigionia speciali, con l’esilio, con torture e la morte in vari modi;
diverse confessioni cristiane, per non dire proprio tutte fino agli anni ’70 del secolo scorso, ci hanno condannati con diverse parole, ma tutte con lo stesso zoccolo duro: ribelli alla Creazione di Dio e privi del Suo Amore di Padre;
ci hanno diagnosticato disturbi e malattie psichiatriche, oggi non piu` “esistenti”;
ci hanno soprannominati in modi indicibili, costringendo alcuni noi alla vergogna ed al nascondimento a vita, alcuni si sono proprio suicidati o castrati in varie forme.
… eppure oggi siamo qui: sfiliamo ai pride, ci ritroviamo in associazioni e locali pubblicamente gay, creiamo delle famiglie, cresciamo figli e nipoti, ci curiamo in vario modo dei nostri fratelli e sorelle più deboli, svolgiamo qualsiasi lavoro come “tutti gli altri”; e come cristiani ci ritroviamo nei gruppi di cristiani LGBT nelle diverse comunità cristiane che ci accolgono, e per giunta esperienze analoghe le si vedono anche nelle altre religioni.
Ciò che in passato è stato usato per marchiarci di vergogna oggi è simbolo del nostro orgoglio e della nostra felicità di essere “diversi”;
i luoghi di sofferenza e di lutto, oggi sono luoghi della memoria e di perdono; alle urla di dolore di alcuni si sostituiscono preghiere silenziose di tutti;
chi ci ha condannato nel passato, oggi ci chiede perdono, e si domanda: come poter riparare alle colpe passate?, come poter essere fratello e sorella?
Noi non ci dimentichiamo del passato dei nostri fratelli e sorelle, e non ci dimentichiamo nemmeno del presente nostro e di tanti altri fratelli e sorelle perseguitati in vari modi nel mondo, in Europa, in Italia, vicino casa nostra!
Purtroppo il terribile ed oscuro passato, è oggi ben presente in troppi nostri fratelli e sorelle, in troppi luoghi e in diversi modi continuano a perseguitarci; ma il futuro è pieno di luce e di speranza, dalle fondamenta della chiesa ed oggi anche dalla bocca di Francesco, vescovo di Roma, si chiede un vero cambiamento; egli invita tutti a non giudicarci, ad accoglierci, ad accompagnarci con rispetto e senza pregiudizi, e ci chiede anche perdono per le colpe passate degli uomini e delle donne di chiesa: ringraziamo il Padre Buono e Misericordioso per averci donato questo giorno, tanto atteso e sognato da tutti.
C’è ancora molto accettare, c’è ancora molto da mostrare, c’è ancora molto per cui ringranziare Dio, c’è ancora molto da perdonare, anche in noi stessi e tra di noi… non smettiamo mai di pregare e di sperare nel Padre Buono e Misericordioso.
Lo scrivo a tutti, e lo scrivo prima a me stesso: noi non ci arrenderemo mai, noi siamo inarrestabili!, “we surrender us never, we are unstoppable!” (Noi non ci arrenderemo mai, siamo inarrestabili!).
Felice anniversario dei moti di Stonewall.