C’è posto per tutti nella casa di Dio. Lettera a Papa Francesco delle persone LGBT albanesi
Lettera a Papa Francesco delle associazioni United for LGBT Cause e ProLGBT dell’Albania* diffuso il 17 settembre 2014, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Caro papa Francesco, le diamo il benvenuto a Tirana da parte della comunità LGBTI albanese. Sappiamo del suo invito ai membri della Chiesa di fornire la propria opinione riguardo la realtà della famiglia e le famiglie non tradizionali.
Noi crediamo che non ci possa essere conflitto tra l’amore che proviamo l’uno per l’altro e l’amore di Dio per il suo popolo. Noi, come lei, crediamo che in una relazione d’amore sarà la persona che odia a perdere, non quella che ama! Ma, d’altra parte, pensiamo che la Chiesa che lei guida dovrebbe e può avere un ruolo più attivo nella nostra comune battaglia contro la discriminazione.
In Albania, per esempio, molte ragazze e molti ragazzi della comunità LGBTI soffrono le peggiori discriminazioni e le più selvagge forme di esclusione sociale a causa del loro orientamento sessuale e/o identità di genere. I giovani come noi devono affrontare ogni giorno violenze verbali e fisiche nelle scuole. Per questa ragione, molti sono obbligati ad abbandonare la scuola.
Quando sono più maturi, esitano a raccontare queste pesanti violenze, temendo che questo possa rendere la loro vita più difficile. Molti giovani LGBTI del nostro paese decidono di andare all’estero, nonostante l’Albania che lasciano per sempre sia un paese che si sforza, come lei sa, di mostrare al mondo i suoi esempi positivi di tolleranza. Le giovani e i giovani della nostra comunità sono stanchi e si sentono soli nella loro vita quotidiana perché devono affrontare ogni giorno violenze verbali e fisiche, anche in famiglia.
I membri della nostra comunità transgender sono a rischio giorno dopo giorno e notte dopo notte! Talvolta sono a rischio anche nell’usufruire della sanità pubblica. La gente si rifiuta persino di affittare loro le case, anche quando hanno i mezzi finanziari per pagare l’affitto.
Le nostre donne e le nostre ragazze lesbiche, come lei capirà molto bene, vivono una doppia discriminazione: sono femmine in una società maschilista e, in secondo luogo, sono femmine così “diverse” (diverse dalla diffusa percezione sociale e culturale).
Ovviamente siamo consapevoli che due uomini assieme e due donne assieme forse non rappresentano l’immagine storica che la Chiesa da lei rappresentata ha della famiglia tradizionale. Ma questo non ci impedisce di credere nel potere dell’amore.
Il nostro desiderio, Santità, è che, mentre visita Tirana, si ricordi che noi, la comunità LGBTI, la accogliamo ma le chiediamo anche di ricordare ai credenti, ai leader locali della Chiesa e ai nostri legislatori che c’è posto per chiunque nella casa di Dio. E c’è posto per chiunque nella casa di tutti i popoli.
Kristi PINDERI, United for LGBT Cause (ProLGBT), Mine Peza, Nr. 208, Tiranë – www.historia-ime.com
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* Papa Francesco ha visitato Tirana e l’Albania per la prima volta. Vi proponiamo un comunicato stampa congiunto di Aleanca LGBT e ProLGBT, due delle organizzazioni LGBT albanesi più attive del paese.
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Testo originale: A message for the Pope from the LGBTI community of Albania