Campagna elettorale, Vangelo e diritti dei più deboli
Riflessioni di Massimo Battaglio
Credo che questa campagna elettorale sia la più schifosa che l’Italia ha mai visto. Allinea proposte irricevibili e anticostituzionali come la flat tax o il “blocco navale”, con veri e propri attentati alla decenza.
La pubblicazione del famoso video dello stupro, fino a ieri, sarebbe stata inconcepibile anche nella fantasia del più perverso dei sessuomani. Oggi è diventata una tecnica di propaganda. E ciò è doppiamente preoccupante perché significa innanzitutto che ci sono italiani che, di fronte a una violenza sessuale, non reagiscono accorrendo, ma filmando la scena. E, dall’altra parte, c’è una forza politica che si candida a rappresentarli.
Per aggravare ulteriormente le cose, la pubblicatrice, invece di scusarsi, strilla che lo ha fatto “per solidarietà con la donna”. Ma mi faccia un piacere! E poi ricomincia la campagna prendendosela con altri: gli anoressici, gli obesi eccetera, che lei chiama “devianti”.
La costante più diabolica della campagna delle destre è l’accanimento contro i più deboli, colpevolizzati di essere tali. E’ la celebrazione del pregiudizio, la santificazione del forte, del furbo e del prepotente contro l’indifeso.
Mi domando come si concilii questa barbarie, con i continui richiami alla religione, col “sono cristiana”, con la croce francescana esibita sul petto nudo – di mussoliniana memoria – di Salvini in spiaggia.
Io sono cristiano davvero. E queste robe mi fanno orrore. Mi risvegliano immediatamente l’eco di tanti passi del Vangelo in cui Gesù si prende cura delle persone più deboli e scartate dalla società, per metterle al centro e restituire loro quella dignità che altri avevano messo da parte.
Mi vengono in mente episodi come quello del cieco nato, dello storpio portato in mezzo alla gente e poi guarito, dell’emoroissa, tutte persone che i contemporanei consideravano “devianti”.
Gesù comanda esplicitamente di combattere la mentalità che porta a bollare come “deviante” e peccatore un uomo o una donna: “Guarite gli infermi, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni”. (Mt 10,8).
Noi siamo abituati a leggere, in questo ordine dato ai discepoli, una sorta di richiamo alla bontà. E abbiamo ragione. Ma c’è dell’altro: è un richiamo ad andare contro corrente, anche in barba alla legge.
Perché l’inclusione di infermi, lebbrosi e indemoniati, per gli ebrei del tempo di Gesù, non era solo impensabile ma vietata. Vigeva il principio dell’igiene sociale, che si appoggiava sull’idea primitiva che il debole fosse tale per punizione divina.
La comunità LGBT+, in questo, mostra di essere molto più cristiana, nei fatti, di tanti urlatori che si dichiarano religiosi in campagna elettorale. Noi non abbiamo mai fatto campagne per l’inclusione di noi stessi a danno di altri.
Abbiamo chiesto giustizia – e continueremo a farlo a prescindere dall’esito delle prossime elezioni – ma non solo per noi. Siamo sempre stati consapevoli che i nostri diritti sono i diritti di tutti.
Ricordo quella mattina alla Camera, in cui l’onorevole Lisa Noja osservò che il ddl Zan mancava di una parte sulla protezione delle persone disabili. Ci fu grande commozione in aula, poi un lungo applauso. E l’emendamento Noja fu immediatamente accolto a larga maggioranza. Mancavano solo i voti dei colleghi di partito dell’attuale candidata premier, che accusò la Noja e Zan di strumentalizzazione. Lei, quella “cristiana”.
Io, che cristiano sono davvero, e pure gay, non ci sto più. Non ho più voglia di ribattere volta per volta alle immondizie che mi tocca ascoltare. Voterò come sempre ho votato, senza fare troppo il sofisticato, convinto che il Vangelo sta dalla parte opposta rispetto a chi lo sta evocando a sproposito.
Perché vedo molto più Vangelo tra gli atei, i “devianti”, i sostenitori del “gender”, dell’eutanasia e dell’aborto (tutti falsi problemi, anche quantitativamente), che tra chi va a cercare le ovazioni di CL al meeting di Rimini.
E mi domando: perché, queste cose, non le dicono i preti? Perché devo essere io, che non conto precisamente nulla, a prendermi questa responsabilità, mentre loro si limitano a diffondere battute sciocche come: “in fondo sono tutti uguali“?