Cara Madre Chiesa sulla violenza dell’omotransfobia non c’è più tempo da perdere!
Lettera aperta inviata al direttore di Avvenire da Anna Battaglia e dai volontari del Progetto TRANSzioni*
Una Madre – la Chiesa – che non vede, non sente, non parla… o parla, attraverso i suoi vescovi per dire che una legge che contrasti l’omotransfobia non serve perchè “rischierebbe di aprire a derive liberticide” e “finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione”.
Una legittima opinione che nutre la mente di un fratello che vuole dare una lezione, un fratello che si ritiene padrone della vita di sua sorella Maria Paola e la uccide perché ama una persona transessuale.
Io, madre di un figlio “diverso”, grido di dolore nel vedere violato il diritto all’amore fino a spezzare una vita. Ogni volto sfigurato, ogni corpo martoriato che costellano, sempre di più, la cronaca di questi giorni non fanno altro che rendere più profonda la mia ferita.
Cara Madre Chiesa, quanto è successo a Caivano non dimostra quanto sia urgente che ti prenda cura anche di questi figli e di queste figlie LGBT relegati ai margini della società e della chiesa?
Una Madre non deve solo generare i suoi figli, ma occorre che li ri-generi, accogliendoli ogni giorno, come a partorirli nuovamente per metterli nuovamente nella luce sotto la quale vivere con la libertà di sentirsi figli di Dio.
Non è forse giunto il momento di fare luce su questa sofferenza e di far sentire una voce piena di compassione e di umanità che smorzi quelle parole d’odio che feriscono più dei pugni e dei calci?
Cara Madre Chiesa è tempo che tu promuova “l’impegno educativo” di cui parli, affinché spazzi via e contrasti ogni offesa e rivoluzioni modi di pensare arcaici e irrispettosi.
Cara Madre Chiesa hai una grande responsabilità nel far cambiare la mentalità perciò non opporti ad una legge che è diventata veramente urgente, educaci all’accoglienza di ogni diversità, concretizza quel messaggio d’amore incarnato da Gesù, di cui sei detentrice, non tradirlo e fai finalmente tutti quei passi che sono necessari per attuarlo.
Cara Madre Chiesa, non sei sola: i tuoi figli, come in una famiglia, desiderano aiutarti, ma abbi l’umiltà di accettare e accogliere la nostra preghiera. Vogliamo aiutarti a vedere, a sentire e a parlare… desideriamo incoraggiarti ad esprimere concretamente l’amore per tutti i tuoi figli: non lasciamo che altro sangue sia versato inutilmente.
Cara Madre Chiesa non c’è più tempo da perdere. La difesa dei tuoi figli LGBT, dei nostri figli e fratelli, non può accettare compromessi di parte, perché la difesa degli indifesi va sostenuta sempre.
Cara Madre Chiesa è ora che tu dica qualcosa.
Le volontarie e i volontari del ProgettoTRANSizioni
Anna Battaglia, una madre di Ragusa
Claudio Corvaglia e Grazia Bollato di Salzano (Venezia)
Fabio Trimigno Macchia di Monte S. Angelo (Foggia)
Stefano Toppi e Dea Santonico di Roma
Gabriele Barchiesi della provincia di Lecco
Mariani Alex della provincia di Monza
Innocenzo Pontillo di Campi Bisenzio (Firenze)
* Ogni giorno le persone transessuali vivono la fatica di sentire le loro vite imprigionate in un corpo che non sentono loro e quella di vedersi negati diritti, rispetto e sostegno nella nostra società e anche nelle nostre comunità cristiane. Per questo vogliamo dare voce al loro cammino attraverso l’impegno dei volontari del Progetto TRANSizioni, composto da persone transessuali, e non, e dai loro genitori. Una piccola rete che vuole contribuire a combattere i pregiudizi che le persone transessuali e i loro genitori vivono ogni giorno, nella società e nelle chiese, attraverso la conoscenza e la testimonianza, consci che “si teme ciò che non si conosce, e non si conosce ciò che si teme”. Se vuoi contattarci scrivici a tendadigionata@gmail.com . Info su https://www.gionata.org/tag/transizioni/