Caro padre le scrivo. Siamo una coppia gay, possiamo essere buoni cattolici?
Email inviataci da Maurizio risponde don Giovanni, sacerdote cattolico
Sono un gay convivente col mio compagno. Vorrei sapere se possiamo essere buoni cristiani, anzi buoni cattolici praticanti. Grazie e buon lavoro.
Maurizio
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La risposta…
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Caro Maurizio, la tua domanda è molto semplice e diretta. Se volessi rispondere in maniera altrettanto semplice e diretta, direi di si. Tu e il tuo compagno potete essere dei buoni cristiani e anche cattolici praticanti. Perchè no?
Ma intuisco che dietro la domanda c’è un mondo di considerazioni e di questioni che non rendono la risposta così facile e soprattutto significativa per voi che avete posto la domanda. Avrei voglia di aprire un dialogo con voi e conoscere molte cose…
Immagino che la domanda che fate (possiamo essere buoni cristiani e cattolici praticanti) risente di quella lunga lista di “no” che vengono messi dalla Chiesa davanti a chi si sente omosessuale e lo vive.
Sembra proprio che omosessualità e fede cristiana non vadano d’accordo e che ci sia una incolmabile frattura. Questa cosa, vi confesso, mi fa molto soffrire.
Vedo molti omosessuali, animati da fede sincera e da un grande amore per il Vangelo, che si sentono “sbattuti” fuori dalla comunità cristiana. E questo non è affatto giusto!
Forse una prima risposta che mi viene da darvi è che voi non siete solo omosessuali. Come dice anche il documento della Congregazione per la Dottrina nella Chiesa “Cura pastorale delle persone omosessuali” del 1986, la persona non va mai giudicata solo in base al proprio orientamento sessuale.
Quindi non posso pensare ad un omosessuale, come se fosse solo quella la caratteristica che lo definisce. Ogni persona è un unico irripetibile, frutto della molteplicità delle dimensioni che la caratterizzano. Una persona è quel che è anche come storia personale, come capacità, scelte….
Quando io incontro una persona omosessuale, incontro una persona prima di tutto e non solo una caratteristica. La dimensione sessuale non è un “qualcosa” slegato dalla persona.
Così in fondo faceva anche Gesù con coloro che incontrava. Lui conosceva quel che c’era nel cuore, vedeva la persona nella sua interezza, e non solo una caratteristica. Gesù vedeva la persona amata da Dio e non solo “il pubblicano”, “la prostituta”, “il malato”… ecc. Erano i Farisei che vedevano solo una parte della persona e giudicavano in maniera semplicistica chi era con Dio e chi contro…
Voi siete una coppia, siete due persone che si amano e che hanno un cammino di vita insieme. Mi piacerebbe conoscere quel che state vivendo come coppia, le difficoltà e conquiste nella vostra storia, i sacrifici e le cose belle vissute insieme. Non siete solo una coppia gay generica…
Certamente ci sono diversi “no” alla condizione omosessuale degli insegnamenti dottrinali. Ma non vorrei partire da questi. Parto dal Vangelo (che rimane il documento della Chiesa più importante di tutti!!).
Proprio il brano di Vangelo della scorsa domenica ha questa affermazione molto forte e lapidaria di Gesù, che può rispondere alla vostra domanda: “Colui che non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può esser mio discepolo… Chiunque non rinuncia a tutti suoi averi, non può essere mio discepolo” (Luca, capitolo 14).
Per essere buoni discepoli bisogna prendere la propria croce e rinunciare a tutti gli averi. E’ su questa cosa che si gioca il nostro esser buoni cristiani e cattolici. E qui allora mi sa che tutti, dal papa in giù siamo nei guai…
Non dice “chiunque non è gay ma eterosessuale può essere mio discepolo”, ma Gesù parla di prendere la strada dell’amore vero e totale ( come la croce) e di non fare della ricchezza materiale la propria sicurezza. Se la croce entra nella vostra relazione di coppia e nel vostro modo di vivere con gli altri, allora potete essere buonissimi discepoli.
Se l’amore vero, pronto al sacrificio e anche alla rinuncia, è il vostro stile quotidiano di vita, allora siete sulla strada dell’essere dei veri discepoli. Vi abbraccio… e sono aperto alla discussione e al confronto, perchè la vostra domanda è anche la mia ogni giorno…
don Giovanni