Caro Ratzinger ci spiega perché l’unione civile è una minaccia alla pace?
Articolo del 19 dicembre 2012 di Giuseppina La Delfa presidente Associazione Famiglie Arcobaleno tratto da Huffington Post Italia
Mi piacerebbe che il signor Ratzinger ci spiegasse chiaramente in che modo l’unione visibile, pubblica, responsabile di due adulti che si amano possa essere un pericolo per l’umanità, per la pace, per la giustizia. Ma cosa vuol dire? Secondo il vaticano, ma anche secondo le altre religioni monoteiste, solo l’unione tra uomo e donna può garantire la pace e la giustizia perché è ‘scritto nella natura’?
Ma se fosse cosi semplice signor Ratzinger (e gli altri) perché non ci spieghi come mai nei paesi in cui ci sono leggi a tutele della libertà di tutti ad amare chi gli pare c’è la maggiore sicurezza in termine di democrazia, welfare, diritti umani, giustizia e pace?
Come mai, invece, nei paesi in cui continua a dominare la legge del più forte, cioè quella del maschio tiranno che controlla tutti i poteri, dai media alle armi, dalle chiese alle moschee, dal denaro alle terre, tutto ciò non viene assicurato?
Ovunque non è rispettata la democrazia, ovunque domina la prepotenza basata sulla forza, le armi, la sopraffazione, le superstizioni vige uno stato di insicurezza incredibile con guerre civili e non, colpi di stato, giustizia sommaria, leggi religiose che impongono la sottomissione e il controllo sulle donne e i bambini, la tortura, un welfare inesistente, luoghi dove i tassi di mortalità sono fra i più alti del pianeta!
E guarda caso i luoghi dove non esiste libertà individuale, dove i diritti della persona non solo non sono garantiti ma sono ostacolati dal potere, sono proprio quelli in cui l’esistenza stessa della gente è la più precaria.
Le nazioni più pericolose per l’essere umano sono proprio quelle più omofobe, quelle in cui non viene tollerato il minimo sgarro alla morale basata sul rispetto incondizionato delle differenze di genere nella coppia, nella famiglia (con il corollato della supremazia del maschile sul femminile), quelle in cui si muore impiccato perché gay, lapidate perché adultere, ecc… Sono quelle le nazioni in cui non c’è né pace né giustizia.
Ma di cosa parla il signor Ratzinger? Di quello che la chiesa stessa ha ostacolato per secoli, come la verità scientifica? Parla del rispetto e della dignità negati alle donne, mantenute per secoli in uno stato di subalternità di cui a fatica ci liberemo, forse?
Parla dell’inquisizione, dei roghi dove bruciavano i protestanti, delle streghe torturate, della benedizione data a destra e a manca? Ovunque c’è stata sopraffazione dei potenti sui deboli. Parla della tratta dei negri fatta con la benedizione dei cattolici (di cui non si parla abbastanza)?
Sono profondamente stupita dal vedere che i cristiani continuano a seguire una guida che li porta verso il buio e la negazione dell’amore, della responsabilità, dei doveri assunti.
Dopo tutto, una coppia che si vuole unire di fronte alla loro comunità è una coppia che dice volere assumersi delle responsabilità. Non è l’inizio della prepotenza e del disordine, semmai è tutto il contrario e dovrebbe essere piuttosto rassicurante.
Siamo stanchi non tanto delle parole del papa ma di quelle che non sentiamo mai, quelle che dovrebbero uscire dalla bocca dei politici a difesa della laicità e della responsabilità, a difesa di un’Europa democratica e rispettosa dei diritti di tutti che, certo, non è il paradiso, ma rimane il luogo in cui per la maggioranza delle persone, regna ancora giustizia e pace.
Noi persone omosessuali confidiamo nell’Europa per lottare contro la barbarie e l’oscurantismo e per ottenere piena cittadinanza.