Casa ha detto papa Francesco sulle unioni civili?
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Articolo di Colleen Dulle* pubblicato sul sito del settimanale gesuita America (Stati Uniti) il 22 ottobre 2020, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro, parte prima
Nel documentario Francesco, in uscita in questi giorni, il Papa, per la prima volta nel suo pontificato, ha espresso la sua approvazione per le unioni civili per le coppie omosessuali.
Per la precisione, ha detto “Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio, e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”.
Molti dubbi sono stati sollevati su queste parole: ci si è chiesti se siano state manipolate attraverso il taglia e cuci del video, se siano state tradotte malamente, se siano nuove o nient’altro che una ripetizione di quanto già detto in precedenza, se questa dichiarazione segni una modifica della dottrina ufficiale.
Il Papa ha “approvato” in passato le unioni civili?
Le sue parole nel film suonano come un’approvazione pubblica della protezione offerta alle coppie omosessuali attraverso le unioni civili.
Ma Francesco ha spesso ribadito di non ritenere che esse debbano avere la possibilità di sposarsi. Sono numerose le occasioni in cui ha messo in guardia contro le minacce all’istituto del matrimonio, il quale, secondo lui, “è tra un uomo e una donna”. Accettare i famigliari omosessuali e proteggere per legge le coppie omosessuali “non significa approvarne gli atti”.
Nel documentario, Francesco è aperto alle unioni civili, e a dire il vero questa apertura risale all’epoca in cui era arcivescovo di Buenos Aires, quando propose le unioni civili come alternativa al matrimonio omosessuale: una posizione ribadita nel 2017.
Le sue parole sono state tradotte male?
Alcuni commentatori hanno sollevato dubbi sui sottotitoli del film di Afineevsky, riportati dalla maggior parte dei giornalisti di lingua inglese, perché non sarebbero fedeli a quanto il Papa ha effettivamente detto. Per la precisione, il Papa parlerebbe [in spagnolo] di “convivencia civil”, che non sarebbe la stessa cosa di “unione civile” [civil union], come recitano i sottotitoli.
La giornalista argentina Elisabetta Piqué (curiosità: è la moglie del vaticanista del nostro settimanale, Gerard O’Connell) afferma che in Argentina i due termini vengono usati come sinonimi, fatto ribadito dall’arcivescovo della Plata in un’intervista.
È “una notizia vecchia”?
Non è la prima volta che papa Francesco si esprime sul tema. Come riporta il nostro corrispondente Michael J. O’Loughlin: “Prima di essere eletto Papa, Bergoglio era arcivescovo di Buenos Aires, e in quel periodo cercò di bloccare la legge sul matrimonio omosessuale proponendo le unioni civili. Nel 2010 l’Argentina introdusse il matrimonio egualitario, e l’allora cardinale Bergoglio definì la nuova legge ‘un attacco distruttivo al piano di Dio’. Negli incontri con gli altri vescovi argentini, tuttavia, il cardinale li esortava a schierarsi per le unioni civili, in modo che il matrimonio rimanesse esclusivamente eterosessuale. I vescovi non accettarono il compromesso, ma un attivista LGBT argentino dichiarò poi che il cardinale lo aveva chiamato per esprimergli il suo personale sostegno al progetto di unione civile”.
Nel 2013, quando Francesco è diventato Papa, il direttore dell’agenzia stampa cattolica argentina negò che avesse mai sostenuto le unioni civili, ma le sue parole nel documentario, “Mi sono battuto per questo”, sembrano invece confermare quanto più sopra riportato.
Il Papa è tornato sull’argomento nel 2014 e nel 2017, in occasione di due interviste, ma nessuna di queste dichiarazioni è esplicita come quella del documentario. Nell’intervista del 2014, concessa al Corriere della Sera, gli venne chiesto se la Chiesa avrebbe mai potuto comprendere la strada delle unioni civili, e la sua risposta fu “Il matrimonio è tra un uomo e una donna”, tracciando la solita distinzione tra matrimonio e unione civile; spiegò poi che “gli Stati laici vogliono giustificare le unioni civili per regolare diverse situazioni di convivenza, spinti dall’esigenza di regolare aspetti economici fra le persone, come ad esempio assicurare l’assistenza sanitaria. Si tratta di patti di convivenza di varia natura, di cui non saprei elencare le diverse forme”. La sua risposta sulla visione della Chiesa? “Bisogna vedere i diversi casi e valutarli nella loro varietà”.
Un portavoce vaticano ha poi dichiarato che nell’intervista il Papa non aveva avuto l’intenzione di dare la sua approvazione alle unioni civili.
Nel 2017 Francesco scrisse un libro-intervista con il sociologo francese Dominique Walton, il quale gli chiese del matrimonio omosessuale: “Chiamiamole unioni civili. Non scherziamo con la verità” fu la sua risposta.
Alcuni commentatori, come Joshua McElwee del National Catholic Reporter, si basano su queste frasi per affermare che quanto espresso dal Papa nel documentario non sarebbe affatto nuovo. Va detto, comunque, che in queste due interviste i suoi commenti possono essere interpretati come semplici chiarimenti su come la Chiesa potrebbe rispondere alla realtà di fatto delle unioni civili. Il film in uscita, invece, mostra un Pontefice che esplicitamente afferma che le coppie omosessuali dovrebbero godere delle tutele legali offerte dalle unioni civili, coerentemente con quanto da lui fatto nel suo ruolo di arcivescovo di Buenos Aires: “Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente”.
Da dove viene la citazione (riportata nel documentario su papa Francesco”)?
Ulteriori dubbi sono stati sollevati sullo spezzone del film (su papa francesco) in cui compare tale dichiarazione, se esso faccia parte di una conversazione con il regista del film, Evgeny Afineevsky, o se sia uno spezzone inedito di un’intervista concessa a Valentina Alazraki della [emittente messicana] Televisa.
Evgeny Afineevsky ha spiegato più volte che quelle parole sono parte di un’intervista da lui fatta al Papa attraverso un traduttore, senza precisare tuttavia dove abbia avuto luogo l’intervista.
Il gesuita Antonio Spadaro, uno dei più stretti collaboratori di Francesco e redattore della Civiltà Cattolica, sostiene invece che quello spezzone proviene dall’intervista con la giornalista Valentina Alazraki, la quale, dal canto suo, ha dichiarato al New York Times di non ricordare quelle parole.
“Non c’è nulla di nuovo, perché quello spezzone faceva parte di quell’intervista, e mi sembra strano che non ve lo ricordiate” ha detto padre Antonio Spadaro all’Associated Press, ma in realtà nessuno se lo ricorda, perché quella parte dell’intervista non è mai andata in onda.
Joshua McElwee ha confrontato i due spezzoni, e ha scoperto che è stata tagliata una parte dello spezzone con l’intervista a Televisa, lì dove il Pontefice dice “ma questo non significa approvare gli atti omosessuali, assolutamente no”.
Le altre parole riportate dal film di Afineevsky, che esprimono il sostegno del Papa alle unioni civili, non sono mai state rese pubbliche da Televisa: alcuni si sono chiesti se l’emittente possa averle tagliate su richiesta del Vaticano.
Scrive Nicole Winfield dell’Associated Press: “Spesso il Vaticano edita le trascrizioni ufficiali e i video del Papa, soprattutto quando parla di temi sensibili. Non è chiaro se abbia posto come condizione dell’intervista a Televisa l’editing finale, e non è chiaro nemmeno perché questo dirompente commento non sia mai stato trasmesso, e se in Vaticano ci si sia dimenticati che è tuttavia rimasto nei suoi archivi, dove il regista Evgeny Afineevsky ha potuto avere accesso.
“Televisa non ha confermato che quello spezzone proviene dall’intervista di Valentina Alazraki, ma lo scenario è identico: lo sfondo giallo, la sedia nell’angolo e la croce pettorale di Francesco leggermente spostata. La trascrizione ufficiale vaticana dell’intervista, come anche il video approvato dal Vaticano, non contiene le parole sulla necessità della protezione legale delle coppie omosessuali, ma contiene le parole ‘Le persone omosessuali hanno diritto a una famiglia’”.
Valentina Alazraki ha dichiarato al National Catholic Reporter che Televisa sta controllando il video dell’intervista, senza aggiungere altro.
Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero vaticano per la Comunicazione, ha lodato il documentario di Evgeny Afineevsky e non ha espresso rammarico per il suo editing.
In breve, anche se questa parte del documentario ha sollevato forti dubbi, è chiaro che, indipendentemente da dove l’intervista abbia avuto luogo, è la prima volte che queste parole di papa Francesco, con cui esprime il suo sostegno alle unioni civili, sono state rese pubbliche.
* Colleen Dulle è assistente alla produzione audio e video per America. Email: dulle@americamedia.org Twitter: @ColleenDulle
Testo originale: Explainer: What Pope Francis actually said about civil unions—and why it matters