Cattolica, madre e lesbica ed il cammino inclusivo del mio gruppo di preghiera
Cattolica, madre di famiglia, Christine ha cercato un senso al suo impegno religioso senza rinunciare alla usa “omosensibilità”. Lo ha trovato presso la Communion Bethanie, un gruppo di preghiera. Nel prossimo mese di Agosto, Christine Pujol, 52 anni, pronuncerà il suo voto di carità. Lei non rinuncerà alla carne.
Lei consacrerà il suo tempo libero facendo volontariato al telefono di Sos Homofobie. Ma lei segnerà anche il suo attaccamento e la sua appartenenza nella Communion della comunità Bethanie, una “diaconia” ecumenica al servizio “delle persone omosensibili, transgrender e per le persone a loro vicine”. Diaconia? Si designa così quando il gruppo si riunisce anche per pregare.
Siccome Christine è credente. Da sempre. Per tradizione, convinzione e inclinazione. Lei è stata sposata, madre di famiglia, felice, poi infelice, poi finalmente si è riconosciuta lesbica, divorzia e cambia vita.
“Quando ho scoperto, nel mio smarrimento, la mia omosessualità, mi sono confidata all’interno della chiesa, dove però sono stata rifiutata. Allora ho cercato una struttura dove avrei ancora potuto praticare la preghiera.
Ho infine trovato la Communion delle comunità Bethanie, digitando le parole “gay+religione” su internet”. Siccome per lei era fuori discussione di dover rinunciare alla fede.
“Non è perché la chiesa è ostile agli omosessuali, che questi ultimi non possono essere più cristiani. Si è cristiani per vocazione a prescindere, e la nostra omosensibilità è la nostra condizione”. Omosensibilità? “ Si , noi crediamo che il termine omosessualità è troppo limitativo a descrivere la persona, non è solo un problema sessuale”.
Non lasciare la chiesa è per lei, come per tutti coloro che sono nella Communion della comunità di Bethanie una ovvietà: “Siamo nella chiesa, anche se fuori dalle istituzioni. In una famiglia, tutti i componenti non sono necessariamente identici…”
Bethanie – dal nome del piccolo paese vicino a Gerusalemme dove Gesù andava a ritemprarsi – è la conclusione di una riflessione di un prete e di un priore, che durante una ventina di anni, hanno cercato di conciliare la fede e l’omosessualità. Senza clamori ma anche senza concessioni.
Il progetto si è materializzato e unisce attualmente circa 50 persone in tutta la Francia, omosessuali, transessuali ma anche etero e religiosi.
“Alla nascita della comunità il priore è andato dal vescovo, non per chiedergli chissà che cosa, ma solo per comunicargli la nostra esistenza, e ricordargli quale è la vocazione della Chiesa rivolta all’accoglienza ed alla benevolenza. Si tratta di attestare la presenza , di fatto, di persone omosessuali all’interno della Chiesa”.
Durante la cerimonia, Christine pronuncerà un discorso davanti ai suoi confratelli e consorelle, dovrà rispondere del suo impegno, e promettere la sua disponibilità per coloro che avranno bisogno. Poi lei laverà i piedi al priore e lui farà altrettanto con lei. “Come fece Gesù”.
Titolo originale: Prière d’insérer