C’è famiglia dove c’è amore, lì c’è Dio
Lettera al direttore di Avvenire di Carla Mantelli pubblicata su Avvenire il 16 giugno 2020, pag.2
Gentile Direttore, seguo con interesse il dibattito documentato da Avvenire sulla proposta di legge sulla omotransfobia. E mi congratulo per lo spazio che sul Suo (nostro!) giornale trovano posizioni diversissime. ll confronto franco e rispettoso è un potente fattore di crescita della comunità ecclesiale.
Desidero partecipare anch’io alla discussione con un piccolo contributo “a latere” che riguarda la preoccupazione espressa da don Franco Pierì su Avvenire di domenica 14 giugno.
Scrive il presbitero di Bologna: “Affermare e insegnare (nella catechesi e nella predicazione, nell’insegnamento scolastico della religione cattolica) che il matrimonio tra uomo e donna è l’unico fondamento per la famiglia e che non esistono famiglie al plurale (anche in base alla nostra Costituzione) potrà essere considerato pensiero discriminatorio?”.
Poiché io insegno religione da 35 anni vorrei chiarire che ho sempre pensato che di famiglie ne esistono di molti tipi e si tratta di famiglie vere anche se non sono basate sul matrimonio tra uomo e donna.
Una mamma, abbandonata dal padre dei suoi figli, che vive con questi figli e li ama e se ne prende cura, due giovani che decidono di convivere perché si amano e hanno un progetto di vita insieme ma non intendono sposarsi, due sorelle che vivono insieme e magari non sono mai state sposate o forse sì, due persone dello stesso sesso che si amano, si scelgono e decidono di condividere tutto della loro vita… in tutte questa situazione per me c’è una famiglia.
Come insegnante di religione cerco di far conoscere alle mie allieve e ai miei allievi l’essenza del cristianesimo che sta nella persona di Gesù e nel suo rivelarci Dio che è amore.
E dove c’è amore, lì c’è Dio.