Celebriamo al Pride i doni di un Dio che non esclude nessuno
Articolo di H. Adam Ackley* pubblicato sul sito dell’Huffington Post (Stati Uniti) il 9 giugno 2014, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
L’eucarestia del Pride di Los Angeles, celebrata per dare il via al LA Pride questo fine settimana, esprime la fiducia nel diritto di tutte le persone lesbiche, gay, bisex, trans e queer di adorare Dio a loro piacimento, senza che nessuno debba decidere per noi se siamo non siamo in grado di fare la nostra parte o che tipo di spiritualità possiamo abbracciare. Per chi tra noi sceglie di celebrare in questo modo, il primo testo arriva dall’apostolo Paolo, che ha pregato egli stesso per quello che definisce “una spina nella carne” che Dio non ha mai tolto (2 Corinzi 12:7-8), proprio come molti di noi (me incluso) a volte abbiamo combattuto per accettare – per non parlare di festeggiare – le identità sessuali e di genere, così svergognate e sminuite nelle nostre tradizioni religiose. Ma la Bibbia conferma l’indomabile grazia di Dio e la sua attitudine all’inclusione, proprio qui (1 Corinzi 12.3b-13). Paolo ci insegna, in questa lettera ai primi cristiani, che nessuno può dire “Gesù è il Signore” se non per lo Spirito Santo.
In altre parole, la fede in Dio non esiste mai a causa di un nostro speciale distintivo di rettitudine personale, in contrasto con alcuni “altri” che scegliamo di sminuire ed escludere. Ci sono una varietà di doni, servizi e attività, come ci sono una varietà di identità di genere e di orientamenti sessuali, ma lo stesso Spirito, lo stesso Dio fa essere tutto in tutti – mai con le nostre forze e non solo né principalmente per noi stessi, ma piuttosto sempre per il bene comune – per il bene di TUTTE le creature di Dio, anche di quelle che qualcuno preferirebbe escludere.
I doni dello Spirito, la saggezza, la conoscenza, la guarigione, i miracoli, la profezia, il discernimento spirituale, la capacità di comunicare e interpretare la verità di Dio in molte lingue umane differenti, anche la fede stessa vengono e sono rese operanti dallo stesso Spirito che dà a ciascuno come Egli stesso sceglie: concedendo un dono spirituale a tutti e a ciascuno, non escludendo nessuno, e questo è inteso per il beneficio di tutti. Nello Spirito tutti noi siamo UN corpo – ognuno di noi, non importa quale striscia della bandiera arcobaleno ci rappresenti – creati tutti per condividere questo Spirito per il bene di TUTTI.
All’eucarestia del LA Pride leggiamo anche il vangelo di Giovanni, dove anche Gesù è radicalmente inclusivo. Il suo amato discepolo Giovanni, che dicono riposasse spesso sul suo petto, ci dice che mentre prendevano i pasti insieme Gesù invitava CHIUNQUE avesse sete ad essere riempito spiritualmente, a venire, a credere, a ricevere non solo per se stesso ma di traboccare dell’acqua viva della fede, per benedire TUTTE le persone (Giovanni 7.37-39).
Poi, dopo la sua resurrezione, Giovanni, l’amato discepolo, ci dice che Gesù promise agli stessi discepoli che chiunque lo riconosce dalle sue ferite può anche ricevere il dono della sua pace che il Suo Spirito ha inviato per e attraverso di loro, in special modo per PERDONARE gli altri come ora essi stessi si trovano completamente perdonati in questo atto radicale di grazia inclusiva (Giovanni 20:19-23).
Oggi celebriamo il Pride in tutta la nostra comunità, meravigliosamente diversificata e, come cristiani, celebriamo anche la Pentecoste. La storia della prima Pentecoste cristiana (Atti 2:1-21) suggerisce che, per ricevere lo Spirito di unità, prima dobbiamo raccoglierci insieme, TUTTI noi che ne siamo capaci, le persone LGBTQIIAA e gli altri. Essere sommersi dallo Spirito che riempie e dà doni a TUTTI noi insieme ci unisce, può essere un’esperienza che si sente urgente, schiacciante, spaventosa nella sua intensità. Nessuno è lasciato fuori: a persone di tutti i generi, di ogni appartenenza sociale e religione è dato il dono di comunicare e il dono di capire, ognuno secondo le sue capacità, ognuno nel modo in cui può farlo, e tutti coloro che chiedono sono salvati da Dio.
La storia della prima Pentecoste cristiana riecheggia un’antica storia ebraica su Mosè che difese due compagni, i profeti Eldad e Medad, esclusi quando i settanta anziani di Israele si riunirono nella tenda in cui lo Spirito di Dio s’incontrò con loro (Numeri 11:24-30). L’inclusione da parte di Mosè di questi profeti emarginati ci mostra che anche quelli che NON fanno parte del gruppo più grande non vengono esclusi da Dio. Quando lo Spirito di Dio sta su quelli che gli altri escludono, nessun essere umano ha il potere di fermarlo.
Nelle parole del salmista Davide, la cui anima, ci dice il profeta Samuele, era unita a quella del suo amante Gionata, benediciamo e lodiamo il Signore nostro Dio, nella cui saggezza TUTTI siamo stati creati così come siamo, in tutte le nostre varianti di genere e di identità sessuali (1 Samuele 18.1, Salmo 104). Dio, tu mandi il tuo Spirito e ci crei, ci riempi, e gioisci in noi. Tu ci hai creati e noi ti lodiamo per essere quello che siamo – gay, trans*, bi, lesbiche, genderqueer e in tante altre maniere – con una diversità più grande e più bella di quanto possiamo immaginare, nella tua creatività infinitamente gloriosa!
* H. Adam Ackley è professore universitario in pensione e si occupa di prevenzione del suicidio tra le persone trans.
Testo originale: Many Gifts, Same Spirit: Celebrating Pride in Our Diversity Together