Celibato e preti sposati. Una testimonianza

Inutile dire che l’argomento mi coinvolge profondamente perchè sono un prete sposato dal 1978, prima in civile poi, giunto il rescritto di dispensa dal papa, con rito in chiesa.
Mia moglie è Nadia, era suora paolina con voti temporanei, perciò non ha avuto bisogno di dispensa per sposarmi. Due figli grandi Francesco (1980) ingegnere, e Chiara (1982) laureata in lettere.
Gli anni che hanno segnato la mia crisi sono tra il 1969 e il 1974, sono gli anni dello svuotamento dei seminari costruiti tutti nuovi nel dopoguerra. In questi anni ero vicerettore al seminario regionale di Bologna, fucina dei preti per la regione Flaminia.
Cosa mi ha spinto a chiedere la dispensa dagli obblighi del celibato??? Un groviglio di ragioni. Provo a dirne qualcuna:
1- la sensazione profonda che il Concilio era stato firmato nei suoi 16 documenti dai nostri vescovi ma non assimilato per nulla. Era il Concilio dei bravi teologi che i vescovi si guardavano bene di attuare.
Disgrazia ha voluto che il mio vescovo, sant’uomo, fosse tra quelli che ritenevano il Concilio una grande utopia. Se si parlava di liberta di coscienza, soleva rispondere: “da quando mi hai promesso obbedienza, la tua coscienza sono io!!!!”
2- Il trionfo in diocesi della pastorale ciellina che non riuscivo a condividere, donde l’isolamento e una certa solitudine che mi facevano riflettere.
3- La convinzione sempre più profonda che il celibato obbligatorio non avesse alcuna base biblica, se non discriminatoria nei confronti della donna.
4- Una circostanza tragica ci ha fatto incontrare e decidere il matrimonio. Nel cesenate un uomo uccide la giovane moglie di 31 anni, lasciando soli i 4 figli. Nadia viene proposta come istitutrice per tenere insieme i 4 figli. Il nostro coinvolgimento comincia in questo modo.