Charamsa è la prima pietra oltre lo scandalo
Articolo di Giovanni Panettiere pubblicato sul portale Quotidiano.net il 29 ottobre 2017
Sono finalmente riuscito a leggere La prima pietra di Krzystof Charamsa. Come scrive l’autore, ex monsignore della Congregazione per la dottrina della fede, salito alla ribalta due anni fa per il coming out alla vigilia del Sinodo sulla famiglia, il libro non è un’autobiografia. Almeno non nel signifcato corrente del termine. Semmai si tratta del racconto della presa di coscienza della sua omosessualità.
Dell’essere gay si parla dalla prima all’ultima pagina. E questo rende la lettura a tratti pesante. Resto convinto che la sessualità sia parte integrante della persona umana, ma allo stesso tempo non l’assorba nella sua totalità. Fin qui la teoria, il resto sono i vissuti che possono giustificare talune scelte stilistiche, anche a costo di risultare noiosi a chi non è coinvolto in situazioni fin troppo personali. L’autore del libro è un teologo omosessuale, per giunta cattolico e prete. Ciò induce a una riflessione ulteriore. Semplice, ma non scontata in gran parte degli ambienti ecclesiali: l’omosessualità potrà anche essere stata sdoganata nella società (resta da domandarsi in che modo!), certamente non nella Chiesa che mai come ora, in una stagione così frenetica e spiazzante, ha urgenza di ascoltare, più che insegnare.
Charansa non fa mistero della sua sessualità, la celebra, la esalta, anche troppo quando la eleva a paradigma assoluto della sensibilità umana. Quel che conta è che fa dell’omosessualità la propria e di altri naturalità. Una banalità assoluta per chi conosce la posizione delle scienze umane sul tema, ma che mette a nudo la contraddizione insita nella dottrina cattolica sulla condizione omosessuale. In altri termini, il fatto che la Chiesa non riesca ad accettare, esimendosi da qualsiasi giudizio, l’essere gay o lesbica.
L’attrazione verso lo stesso sesso resta sempre e comunque ‘oggettivamente disordinata’, recita il Catechismo. L’assenza di una serena comprensione dell’identità sessuale del singolo finisce così per penalizzare l’attuale valutazione morale degli atti omosessuali. Senza dubbio questi saranno ‘intrinsecamente disordinati’, laddove compiuti da eterosessuali in balia della lussuria, ma come si fa a liquidarli allo stesso modo nel caso di uomini e donne omosessuali che come tutti gli altri amano e vogliono essere amati? La moderna esegesi biblica dei testi paolini incriminati (Romani 1,26-27, 1 Corinti 6,9-10, 1 Timoteo 1,9-10) non supporta e non sopporta una generalizzazione simile. E probabilmente neanche la Tradizione, quella con la T maiuscola, come già dimostrava negli anni ’80 uno storico cattolico coraggioso quale John Boswell. Partire dalle persone più che dai comportamenti.
Charamsa lo urla dalle pagine sofferte del suo libro. Chi non vuole prestare orecchio al suo grido finirà per leggere ciò che non è: l’esercizio di stile di un indefesso narcisista. Falso.