Che a nessuno manchi mai la speranza perché Gesù è con noi!
Riflessioni bibliche di Mara Grassi de La tenda di Gionata tenute al Weekend per cristiani LGBT+, i loro genitori e gli operatori pastorali (Albano Laziale, 19-21 maggio 2023)
Sono bellissime le parole di Gesù che concludono il Vangelo di Matteo e anche i nostri giorni insieme. Non ci potevano essere parole più belle “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Aprono il nostro cuore alla gioia, ci danno speranza, forza, fiducia, coraggio e quanto ne abbiamo bisogno.
È da queste parole che capiamo cosa sia l’Ascensione. Gesù non è andato lontano o in alto nel cosmo, ma si è fatto più vicino di prima. Con Gesù, Dio è passato dall’essere “Io sono” dell’Antico Testamento all’ “Io sono con voi” del Vangelo. L’Emmanuele, per sempre, mai soli.
Ma per capire questo dobbiamo, come i discepoli andare in Galilea, l’angelo lo aveva detto alle donne dopo la resurrezione “Là lo vedrete” (Mt 28,7).
Galilea, terra di frontiera, ce lo diceva padre Pino agli Esercizi spirituali dello scorso anno. I Vangeli terminano in frontiera. Termina la vicenda terrena di Gesù, ma inizia quella dei cristiani, della Chiesa.
La frontiera è stare fronte a fronte, volto a volto, è quando io mi metto di fronte ad un altro, diverso, che magari non è secondo la mia tradizione, le mie credenze, la mia cultura, ma lo faccio come Gesù in atteggiamento di dialogo e di accoglienza.
Galilea è anche il luogo del quotidiano, delle relazioni, della fatica del vivere. Ecco dove avviene e avverrà sempre l’incontro col Signore risorto: nella quotidianità della vita, nell’incontro con la differenza dell’altro, nell’incontro tra volti: Più che guardare il cielo è ora di guardare molto bene negli occhi le donne e gli uomini di questo nostro tempo, e questo perché il Signore è il Figlio del Padre e lo si incontra solo nei fratelli.
La frontiera quindi è dove la Chiesa è chiamata ad essere se stessa e a vivere la sua missione, perché è da lì che Gesù, ce lo dice sempre il Vangelo di Matteo, ha iniziato l’annuncio del Regno dei cieli, questo modo nuovo di vivere la relazione con Dio e la relazione tra di noi.
E questa Chiesa che nasce sul monte è formata da discepoli e da discepole. Senz’altro sul monte erano presenti anche le donne!!!
Il discepolo è colui che deve imparare, che fa domande, che indaga sempre la verità, che è in ricerca, che sa di non sapere e si pone nell’atteggiamento d’imparare da tutto e da tutti. Contrariamente nella Bibbia lo stolto è chi sa di sapere tutto, chi non può più essere raggiunto perché ha già le sue strutture costituite e si atteggia da maestro.
Ora i discepoli e le discepole, fanno esperienza di Gesù, entrano in sintonia con il suo modo di pensare e di sentire, ma soprattutto comprendono cos’è il vero potere. Gesù afferma infatti di avere ricevuto in mano “ogni potere in cielo e sulla terra”. Ma di quale potere si tratta? L’unico possibile a Dio: quello della misericordia, dell’accoglienza, dell’integrazione ad oltranza. Misericordia come amore senza condizioni.
Quando come i discepoli e le discepole mettiamo ai piedi del Signore risorto tutte le nostre incertezze e le nostre paure “essi però dubitarono”, la sua parola e il suo gesto amabile “ci rimettono non solo in piedi, ma decisamente in cammino “Andate dunque”.
Questa è la missione della Chiesa: testimoniare con la vita la bellezza di vivere uno stile di vita diverso, luminoso, bello. E questa testimonianza dell’amore fattivo vuol dire immergere l’altro in questa medesima esperienza.
Si battezza l’altro ogni volta che lo si immerge nell’amore con cui lo si sta amando, facendogli fare esperienza di cosa vuol dire essere amato.
Questo raggiungere l’altro con l’amore è assolvere alla richiesta di Gesù “insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato». E Gesù non ci ha comandato altro che di “amarci a vicenda”.
Gesù risorto, tu sei sempre con noi. Dona alla tua Chiesa la forza di prendere con sé tutte le realtà e le situazioni di umanità che hanno maggiormente bisogno di cura e di attenzione, perché a nessuno manchi la speranza. Alleluia